LA FAMIGLIA SAVAGE

regia Tamara Jenkins
con Philip Seymour Hoffman, Laura Linney, Philip Bosco,
Peter Friedman, David Zayas, Cara Seymour

sceneggiatura Tamara Junkins
fotografia W. Mott Hupfell II
montaggio Brian A. Kates
scenografia Jane Ann Stewart costumi David C Robinson
musica Steohen Trask
produzione Annne Carey, Ted Hope, Erica Westheimer
distribuzione 01 Distribution
durata 1h54m

Usa 2007                                                              
    
 

La trama: Wendy e Jon sono fratello e sorella, intorno ai quaranta anni e vivono lontani l'uno dall'altra. Improvvisamente sono riavvicinati dall'improvvisa malattia del padre, severo e scorbutico, di cui sono costretti a prendersi cura, anche se malvolentieri. Pur vivendo esistenze separate ed indipendenti i due fratelli impareranno di fronte a molte difficoltà, a ritrovare un rapporto perduto, ed a riallacciare un legame con il padre mai amato veramente fino ad allora.


La regista: Nata nel 1962 a Philadelphia, Tamara Jenkins è un'attrice, sceneggiatrice e regista. Inizia con dei corti nei primi anni novanta. Dirige il suo primo lungometraggio, Slums of Beverly Hills  nel 1998, presentato a Cannes e al Sundance, e seguito solo nove anni più tardi da La famiglia Savage. Come attrice è apparsa in Happy accident ('00), e Love in the time of money ('02).


Il film: Uno dei più apprezzati film indipendenti della scorsa stagione cinematografica , La famiglia Savage  è l'opera seconda di una sceneggiatrice, regista e attrice americana, a distanza di dodici anni dal suo primo film.
E' la storia dolce-amara della riscoperta del rapporto perduto fra due fratelli e il loro anziano genitore, malato e bisognoso delle loro cure, raccontata con disillusione, umorismo e pacata euforia, che ne ha fatto un piccolo caso in America, a tal punto da farlo arrivare agli Oscar.
Wendy e Jon, sono due quarantenni come tanti. Vivono un'esistenza per così dire normale, con un lavoro regolare, relazioni sentimentali che non li impegnano più di tanto, e non si frequentano quasi mai l'uno con l'altra. Entrambi non hanno molti rapporti con il padre, da sempre schivo e distaccato, aspetti caratteriali che lasciano presupporre un cattivo rapporto con i figli già dall'infanzia.
I due fratelli hanno imparato a distaccarsi dai problemi familiari che hanno compromesso la loro gioventù e vivono finalmente una vita autonoma lontana dall'opprimente figura paterna. Questo però li ha anche allontanati l'uno dall'altra e pur consapevoli del forte legame di sangue che li unisce, vivono esistenze distinte, in due città diverse e lontane.
Entrambi hanno sogni in campo letterario: Wendy è una drammaturga impegnata dell'East Village in continua ricerca di sovvenzioni, ma che per vivere fa l'impiegata e si trascina da anni in una triste storia di sesso con il vicino sposato. Jon insegna all'Università di Buffalo e pubblica libri, ma è nevrotico, scontento della propria vita e indeciso se sposare la fidanzata europea. Le loro vite sono dei microcosmi complicati che ruotano esclusivamente attorno a loro stessi, non lasciando spazio per nessun altro, e l'ultima cosa che si aspettano e vorrebbero in questo momento delle loro esistenze frustrate e deluse, è dover prendersi cura del dispotico e autoritario padre da cui hanno fatto tanta fatica ad allontanarsi.
Il tema dell'egoismo esistenziale, morale e sociale, insieme all'eterna questione del quando si diventa veramente adulti, si sposano egregiamente, grazie alla scrittura accurata, ironica e disincantata della Jenkins, al tema dell'invecchiamento dei propri genitori, elemento della vita che ognuno è destinato ad affrontare e che mette di fronte alle vere responsabilità del crescere.
Questo materiale superbamente tradotto in parole dalla sceneggiatrice/regista, trova motivo di evolvere ed arricchirsi sullo schermo grazie alla prova di tre attori fantastici. I due fratelli interpretati da due dei migliori attori della nuova generazione, Philip Seymour Hoffman (Onora il padre e la madre, Capote, Il dubbio) e Laura Linney (Mystic river, The Truman show, Kinsey), che ci regalano il ritratto di due losers indimenticabili, e Philip Bosco (volto noto del serial Law & Order) nel ruolo del padre, impareggiabile nel raccontare un uomo nei suoi ultimi giorni.
La famiglia Savage, che vanta anche la produzione esecutiva di Alexander Payne, regista di A Proposito di Schmidt  e di Sideways, è stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale e per la migliore attrice Laura Linney, mentre Philip Seymour Hoffman è stato nominato come migliore attore ai Golden Globes.
                                                                                                                     V.M.


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