IL DUBBIO
regia John
Patrick Shanley
con Meryl Streep,
Philip Seymour Hoffman, Amy Adams,
Viola Davis, Lloyd Clay Brown, Joseph Foster
sceneggiatura
John Patrick Shanley
fotografia
Roger Deakins
montaggio Dylan
Tichenor
scenografia David
Gropman
costumi Ann Roth
musica Howard
Shore
produzione Scott
Rudin, Mark Roybal
distribuzione
Walt Disney
durata 1h44m
Usa 2008
La trama:
New York, Bronx, 1964. La scuola St. Nicholas è governata con il pugno di ferro
dall'algida e severa sorella Aloysius, preside integerrima dell'istituto, che
crede nel rigore morale assoluto, mentre il moderno e carismatico Padre Flynn,
ne cerca di alleggerire la conduzione, spingendo verso una gestione più libera e
permissiva. Il sospetto di pedofilia nei confronti del religioso scateneranno
uno scontro fra titani che travolgerà la stabilità di molte persone.
Il regista: Newyorchese,
classe 1950, John Patrick Shanley è sceneggiatore, regista e drammaturgo. Pur
essendo attivo prevalentemente in teatro, nel 1987 vince il premio Oscar per la
sceneggiatura di Stregata dalla luna, mentre esordisce come regista nel
1990 con il film Joe contro il vulcano. Tra i suoi numerosi lavori
teatrali ricordiamo Defiance, Savage in Limbo, Italian American
reconciliation, Dirty story. Nel 2004 la sua regia teatrale Il
dubbio è fra i maggiori successi dell'anno e vince il Tony e il
Pulitzer.
Il film:
E' impossibile pensare che un film come Il dubbio possa non
costringere il pubblico a riflessioni e discussioni approfondite dopo la sua
visione. Non tanto per i forti temi trattati come la presunta pedofilia, o per
le scelte a cui sono forzati tutti i suoi personaggi, o l'austera
ambientazione ecclesiastica in cui è immerso, quanto per la fastidiosa
sensazione di incertezza in cui lascia lo spettatore.
Dopo la visione di questo film sembra che tutte le certezze che hanno
accompagnato la concezione della nostra vita e regolato in un certo senso il
nostro rapporto con gli altri, vacillino e sembrano sfocare dietro un vago ma
impenetrabile alone di spiacevole perdita di sicurezza, di smarrimento di un
punto fermo di riferimento che fino a quel momento ha accompagnato le nostre
scelte e i nostri giudizi.
Ambientato nel Bronx del 1964, Il dubbio prende vita dall'omonima e
acclamata pièce teatrale di John
Patrick Shanley, vincitrice del premio Pulitzer nel 2005. Shanley
dice di aver sempre voluto raccontare una storia che parlasse della sua
infanzia, del quartiere in cui è vissuto, delle persone e delle situazioni che
lo hanno visto crescere, e nello scrivere il testo teatrale de Il dubbio
si è ispirato alla vecchia scuola religiosa dell'Istituto della Carità, presso
cui aveva studiato da bambino. Il ruolo di sorella James, portato sullo schermo
da Amy Adams, è ispirato alla vera sorella James che era stata sua insegnante ai
tempi della scuola, e che il regista non aveva più rivisto nel corso degli anni.
La vera religiosa, che ha incontrato di nuovo Shanley dopo aver visto la
rappresentazione a teatro, è diventata poi consulente speciale sul set del
lungometraggio.
La versione cinematografica ha dovuto obbligatoriamente evolversi dalla raccolta
rappresentazione teatrale che vedeva essenzialmente quattro attori in scena
recitare in due sole stanze, e ampliarsi sullo schermo introducendo altri
personaggi e location, ispirati all'infanzia del regista. Fortunatamente Shanley
ha potuto girare esattamente nelle stesse strade e nella stessa scuola del suo
quartiere natale nel Bronx, rimaste pressoché inalterate fino ad oggi. Per le
riprese sono stati coinvolti anche diversi conoscenti del regista, suoi ex
compagni di scuola o vecchi coinquilini, che sono stati ingaggiati come comparse
per interpretare il ruolo dei genitori dei bambini durante le scene dei sermoni
e delle messe.
Il dubbio è un film potente e inquisitorio, che gioca su un semplice ma
inconfutabile concetto. Il fatto che non possiamo mai essere completamente
certi di niente, e che comunque davanti a questa incertezza, a questo dubbio,
dobbiamo obbligatoriamente prendere una decisione per poter andare avanti.
Decisione che potrebbe cambiare la percezione delle nostre azioni, della nostra
vita, e il giudizio che diamo agli altri e alle cose che accadono, per sempre.
Il libero arbitrio nei confronti di un dubbio a cui si reagisce a seconda del
nostro io interiore, delle nostre convinzioni, abbracciando completamente il
dogma della fede credendo senza prove, o seguendo l'insana erosione mentale e
morale dell'eterna incertezza terrena.
Il film sembra dirci che non possiamo credere a niente e nessuno con certezza
perchè non potremmo mai conoscere cosa si cela nell'animo di un essere umano.
Possiamo avere delle supposizioni ma mai certezze, accettando il dubbio come
parte della vita stessa, con cui siamo obbligati a imparare a convivere,
lasciando spazio alla discussione e alla considerazione.
Non tradendo le sue origini teatrali, Il dubbio è essenzialmente un
grande film d'attori, che ruota interamente attorno a quattro performance
indimenticabili. La lotta dei due titani sullo schermo Meryl Streep e Philip
Seymour Hoffman, due giganti dell'acting americano che si confrontano in un
duello recitativo senza risparmiarsi, regalandoci due delle migliori
interpretazioni della loro carriera. Fra di loro un'intimidita Amy Adams, inerme come il suo
personaggio, una delle migliori scoperte degli ultimi anni che
continua a collezionare riconoscimenti ad ogni suo film.
Infine la sconvolgente,
impressionante performance della semi sconosciuta Viola Davis, che ha quasi
vinto un Oscar pur apparendo praticamente in un'unica, indimenticabile scena
madre all'interno del film. La sequenza è quella del parco che la vede insieme a
Meryl Streep nel prefinale, protagonista di una delle interpretazioni più
scioccanti mai viste sullo schermo, quella di una madre disposta ad accettare
qualsiasi verità, anche quella più intollerabile, per il bene del proprio
figlio. Un momento indimenticabile e importantissimo all'interno del film,
attorno al quale ruota l'intera prospettiva e interpretazione della storia.
Il film è stato candidato a cinque premi Oscar, quello per la sceneggiatura e
naturalmente quello per le interpretazioni dei quattro spettacolari attori.
V.M.
versione per la
stampa