TRUMAN CAPOTE - A SANGUE FREDDO


regia Bennett Miller
con Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Clifton Collins,
Chris Cooper, Mark Pellegrino, Bob Balaban
sceneggiatura Dan Futterman
fotografia Adam Kimmel
montaggio Christopher Tellefsen
scenografia Jess Gonchor costumi Kasia Walicka-Maimone
musica Mychael Danna
produzione William Vince, Michael Ohoven, Caroline Baron
distribuzione Sony Pictures
durata 1h53m

Usa 2005
 

La trama: Nel novembre del 1959, in una fattoria del Kansas, un'intera famiglia fu sterminata a colpi di fucile da due assassini, subito catturati. L'eccentrico scrittore newyorchese Truman Capote, incuriosito dalla notizia letta sui giornali, decide di recarsi sul luogo per dimostrare che anche un fatto di cronaca può affascinare il pubblico come un romanzo. Dalle interviste dello scrittore ai due detenuti e dal rapporto instaurato con uno di essi, nascerà il suo romanzo più celebre: A sangue freddo.


Il regista: Americano, classe 1967, Bennett Miller inizia come regista pubblicitario. Nel 1998 ottiene un grande successo con il documentario The cruise. Truman Capote - A sangue freddo è il suo primo film.


Il film: Il film racconta la genesi di uno dei romanzi più celebri della letteratura americana contemporanea, A sangue freddo, che rivoluzionò il modo di fare giornalismo in narrativa, inventò il genere true crime, senza il quale oggi non esisterebbe una certa letteratura di settore, e trasformò il suo autore, l'istrionico romanziere di New Orleans Truman Capote, nello scrittore più famoso al mondo.
All'epoca Truman Capote era conosciuto soprattutto per aver scritto il libro da cui fu tratto Colazione da Tiffany, ma anche per le sceneggiature di Stazione Termini  di Vittorio De Sica e Il tesoro dell'Africa  di John Houston. In quegli anni, lo stravagante scrittore, dalla personalità molto spiccata ed eccentrica, era il protagonista dei salotti dell'alta borghesia newyorchese, che amava stupire e incantare con il fascino e il carisma del vero artista, sempre al centro dell'attenzione, sempre sulla prima pagina dei rotocalchi. Convinse il direttore del New Yorker, il settimanale per cui scriveva, ad inviarlo nel Kansas per un articolo sulla strage avvenuta nella fattoria dei Clutter, in cui tutta la famiglia era stata sterminata da due psicopatici. Il film, tratto dalla biografia di Gerald Clarke, inizia proprio da qui e racconta cinque anni della vita dello scrittore, da quando arrivò in Kansas con l'amica d'infanzia Harper Lee, scrittrice anch'essa, alla pubblicazione del romanzo A sangue freddo, un'intensa, profonda meditazione sul significato, sulla casualità e arbitrarietà della morte, che divenne famoso in tutto il mondo. Il tempo passato in cella con Perry Smith, uno degli assassini, e il rapporto profondo che si instaurò fra i due uomini, segnarono profondamente l'animo dello scrittore, inizialmente interessato alla vicenda per puri scopi opportunistici e giornalistici, ma che in seguito si appassionò al passato drammatico dell'uomo, instaurando con lui una relazione molto profonda che si riflette nel libro attraverso una personalissima analisi del rapporto fra l'autore e il proprio soggetto.
Malgrado sia la sua opera prima, il film di Miller ha la maturità, la compiutezza e il rigore dell'opera di un veterano, e racconta i cinque anni della vita dello scrittore con stile sobrio, fermo e composto; sobrietà che si respira in ogni elemento del film, dai colori austeri, smorzati degli abiti, delle scenografie fino alla fotografia grigia e plumbea che ci regala splendide cartoline del paesaggio invernale dell'America rurale dei cinquanta.
Per ricreare tutto questo, la produzione si è trasferita a Winnipeg in Canada, dove tutto, dalle architetture ai paesaggi, ricorda il Kansas degli anni cinquanta e dove è stato possibile girare tutti gli esterni del film. Per trovare la casa ideale dove ricostruire gli eventi drammatici di quel novembre 1959, il regista insieme allo scenografo Jess Gonchor, ha lungamente ispezionato i dintorni di Winnipeg fino alla scoperta di una casa di campagna, in rovina e semidistrutta, abbandonata proprio nel 1959, perfetta per la posizione e per i suoi dintorni; oltre un terzo del budget del film è stato speso per ricostruire la casa e sistemare tutti gli spazi intorno ad essa.
Molte delle bellissime inquadrature dei paesaggi che vediamo nel film, sono state fatte in un solo giorno dal fotografo Adam Kimmel, durante un sopralluogo nei luoghi delle riprese, giorno in cui le particolari condizioni atmosferiche hanno permesso riprese uniche, in cui nell'arco dello stesso frame si possono ammirare incantevoli cambi di luce e di tonalità del cielo carico di pioggia. La luce degli esterni doveva avere nella visione del regista, una precisa tonalità spenta e sospesa, grigia e senza neve, per riportare visivamente alla cupezza degli eventi narrati; per questo tutti gli esterni sono stati girati all'inizio delle riprese, prima che arrivasse la neve.
Ad interpretare l'istrionico Truman Capote è stato chiamato uno degli attori americani più camaleontici e maturi degli ultimi anni, Philip Seymour Hoffman, attore feticcio di Paul Thomas Anderson, per cui ha recitato in tutti i suoi film (Hard eight, Boogie nights, Magnolia, Ubriaco d'amore), ma che ha lavorato anche in altri film memorabili come Happiness, La 25a ora, Il talento di Mr. Ripley, Quasi famosi. Un attore di tutto rispetto, capace di prendere l'eredità dei vari Pacino e De Niro, a cui Truman Capote - A sangue freddo  ha saputo donare la giusta popolarità. Preparandosi già da sei mesi prima delle riprese dimagrendo, lavorando sul tono acuto e sgradevole della voce del vero Capote e sulla peculiare gestualità dello scrittore, Hoffman si è gradualmente trasformato in Truman Capote, dipingendo sullo schermo un personaggio complesso e difficile, regalandoci una delle sue migliori interpretazioni premiata giustamente con l'Oscar.
Oltre a quello vinto, il film ha avuto altre quattro candidature all'Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura e attrice non protagonista (Catherine Keener).
                                                                                                                      V.M.


 

versione per la stampa