SHUTTER ISLAND
regia Martin
Scorsese
con Leonardo
DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley,
Max von Sydow, Michelle Williams, Emily Mortimer
sceneggiatura
Laeta Kalogridis
fotografia Robert
Richardson
montaggio Thelma
Schoonmaker
scenografia Dante
Ferretti
costumi
Sandy Powell
produzione
Phoenix Pictures, Sikelia Productions,
Appian Way, Paramount Pictures
distribuzione
Medusa
durata 2h18m
Usa 2010
La trama:
1954, coste di fronte Boston. Il tenente della polizia Teddy Daniels e il suo
nuovo compagno Chuck Aule, arrivano su un'isola-fortezza che ospita un manicomio
criminale. Una detenuta incarcerata per l'omicidio dei suoi tre figli è
scomparsa misteriosamente da una cella
blindata. Fra oscuri psichiatri e pericolosi psicopatici i due si troveranno
invischiati in una storia sempre più fitta di misteri e inspiegabili
verità che metteranno a dura prova il loro equilibrio.
Il regista: Fra
i più grandi registi della storia del cinema, Scorsese nasce a New York da
genitori italiani il 17 novembre 1942. Avviato in gioventù ad una carriera
ecclesiastica, abbandona la Chiesa per il cinema. Il suo primo film Chi sta
bussando alla mia porta? risale al 1969. Ha diretto ventinove
lungometraggi, tutti considerati pietre miliari del cinema moderno, e diversi
documentari. Fra i suoi film ricordiamo
Taxi Driver ('76), Palma d'Oro a Cannes, New York, New York ('77),
Toro scatenato ('80), Fuori orario ('85), L'ultima tentazione
di Cristo ('88), Quei bravi ragazzi ('90), Casinò ('95),
Kundun ('97),
Gangs of New
York ('02), The
Aviator ('04),
The departed
('06). Attivissimo, dopo l'atteso oscar ottenuto per
The departed
ha diretto due documentari, Shine a light ('08) sui Rolling
Stones e Living in the material world: George Harrison, dedicato al
compianto membro dei Beatles, attualmente in post-produzione. Al momento sta
girando Hugo Cabret, mentre è già confermato un film su Sinatra per il
2012.
Il film:
A
quattro anni dagli agognati oscar per The Departed, Martin Scorsese torna
al suo pubblico con un nuovo film attraverso cui scandaglia per la prima volta
nella sua lunga carriera il mistero della mente umana in un thriller
psicologico.
Ad onor del vero le atmosfere del thriller erano già state indagate dal grande
maestro, in maniera classicamente più compiuta con Cape Fear, più
sottilmente delineate in film come Taxi driver o Al di là della vita,
ma mai esplicitamente analizzate sotto forma di thriller psicologico.
Il plot di Shutter Island è uno dei più classici per quanto riguarda il
genere: risolvere il rebus di una persona svanita nel nulla dall’interno di una
camera blindata. Lo sviluppo della storia lo è meno, ed in questo il regista non
rinuncia all’attaccamento ai personaggi in maniera fisica, umana, terrena che ha
sempre dimostrato in tutta la sua cinematografia, rifuggendo in un certo senso
al relazionarsi con l’aspetto più irrazionale e psicologico legato sia al
materiale letterario che a quello dello script.
Pur essendo sicuramente necessaria una seconda visione per poter cogliere
appieno le tracce lasciate lungo la strada dal regista, Scorsese dissemina il
racconto di innumerevoli indizi, suggerimenti, intuizioni che portano lo
spettatore a farsi un’idea precisa di quello che sta scorrendo davanti ai suoi
occhi.
Shutter Island è un film sul persorso di un uomo attraverso i fantasmi della propria
mente, i propri ricordi, le proprie colpe. E’ un film sulla volontà di altri
uomini che credono nella sua salvezza, sul loro tentativo di salvargli la vita a
tutti i costi, di provare ogni possibile estremo percorso, per poi capire che
forse è tutto inutile. Ed in questo Shutter Island è anche un film
sulla mera accettazione della sconfitta, della piccolezza dell’uomo di fronte al
danno di una mente malata.
Tratto dal libro L’isola della paura di Dennis Lehane, già autore di due
fortunati romanzi portati sullo schermo (Mystic
River e
Gone baby gone), lo script di Shutter Island è capitato
casualmente nelle mani di Martin Scorsese, in un momento di stasi durante la
realizzazione di altri progetti. Il regista che conosceva bene i due film tratti
da Lehane, ma non sapeva nulla di questa storia, è rimasto molto colpito dai
diversi livelli di stratificazione del racconto, dalla continua trasformazione
del protagonista, dal finale shock (leggermente diverso da quello del libro,
ndr.) e dalle profonde implicazioni morali che interessano tutti i personaggi.
Chiaramente Scorsese aggiunge di suo ad un materiale letterario già altamente
appetibile ed il risultato è un film dai risvolti inattesi, dalle continue
sorprese, dove l’elemento del doppio è molto presente. Tutto ciò che lo
spettatore vede può essere travisato, tutto può essere l’altro lato di una
diversa verità, e ogni personaggio finirà per essere quello che non è, fornendo
una versione inedita di se stesso.
Come detto in precedenza, il film fornisce molti indizi allo spettaotre;
qualsiasi sguardo, qualsiasi frase porta a delle intuizioni, ad una realtà
parallela e nascosta, di cui ci si rende conto a mano a mano sempre in maniera
più consapevole. Realtà e verità sono elementi che fino alla fine resteranno
vaghi e nebulosi, nascosti, rivelati o stravolti da fatti inaspettati, portatori
di altre realtà parallele inedite e velate.
All’atmosfera claustrofobica del racconto contribuisce in maniera non
indifferente il consueto, prezioso lavoro fatto sugli ambienti dal fedele
scenografo Dante Ferretti, che ricrea l’interno dell’ospedale criminale come un
dedalo di scale e corridoi infiniti, dando l’idea del labirinto del cervello e
della mente umana, mentre il ritmo incalzante e adrenalinico di un montaggio
perfetto è quello della storica montatrice scorsesiana Thelma
Schoonmaker.
Quarto film del regista con il suo nuovo attore feticcio (dopo De Niro) Leonardo
DiCaprio (il quinto, in pre-produzione sarà quello su Sinatra), qui in una delle
sue prove più impegnative, che confermano la versatilità e la maturità di un
attore sempre più notevole con il passare degli anni. Nel resto del
preziosissimo cast troviamo i veterani Ben Kinsley e Max von Sydow, a fianco di
nomi fra i più in vista del nuovo panorama cinematografico inglese e americano
come Mark Ruffalo, Michelle Williams, Emily Mortimer, Jackie Earle Haley,
Patricia Clarkson.
V.M.
versione per la stampa