THE SOCIAL NETWORK
regia David
Fincher
con Jesse
Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake,
Armie Hammer, Josh Pence, Max Minghella
sceneggiatura
Aaron Sorkin
fotografia Jeff
Cronenweth
montaggio Angus
Wall, Kirk Baxter
scenografia
Donald Graham Burt
costumi Jaqueline
West
musica Trent
Reznor, Atticus Ross
produzione
Rudin, De Luca, Brunetti, Chaffain
distribuzione
Sony
durata 2h00m
Usa 2010
La trama:
Mark Zuckerberg, studente diciannovenne ad Harvard, nell'autunno del 2003 dopo
aver rotto con la fidanzata in un bar, si ritira nella sua camera e crea un sito
in cui inserisce tutti i nominativi femminili del campus, in modo che possa
essere usato da chiunque come una sorta di database. In poche ore il sito riceve
migliaia di contatti da parte degli studenti. Inizia così un fenomeno che
porterà alla nascita del più diffuso social network nel mondo: Facebook.
Il regista: David Fincher nasce a Denver, Colorado, nel 1962 ma cresce in Oregon. Appena
diciottenne lavora per la Industrial Light and Magic di George Lucas, agli
effetti speciali de Il ritorno dello Jedi e Indiana Jones
e il tempio maledetto. Si afferma nel mondo della pubblicità e videoclip
e nel 1992 passa al cinema, dirigendo il suo primo film, Alien 3. Seguono il cult
Seven ('95), The game ('97),
Fight Club
('99), Panic
Room ('02),
Zodiac
('07) e Il
curioso caso di Benjamin Button ('09).
Il film:
Ci sono film che arrivano una volta ogni tanto nella storia del cinema, una
volta ogni molti anni, film che entrano subito nella consapevolezza generale
come lavori che influiranno sul cinema degli anni a venire, che ispireranno
altri registi, che metteranno dalla loro fiumi di pagine scritte di critica
cinematografica. Arrivano all'improvviso, inattesi, fortuiti e al tempo stesso
impellenti ed eloquenti, di un'urgenza chiarissima, lampante, esplicita. Film
che arrivano una volta ogni tanto appunto, film come Quarto potere, come
2001 Odissea nello spazio, come Taxi driver, come Blade runner,
Pulp fiction, o Apocalypse now, o E.T. o La dolce vita
e molti altri ancora essendo ormai il cinema un ultracentenario.
Provate a pensare a quante volte avete rivisto lo stile, il ritmo, la
personalità di questi film che hanno segnato un'epoca, in decine di altri venuti
dopo di essi. A quanto hanno influito nel futuro, a quanto sono stati copiati,
sfruttati, svuotati, prosciugati. Bene, The social network è
l'ultimo arrivato in questa distinta cerchia di opere assolute, da guardare e
riguardare, da considerare come altro cinema, da ammirare, copiare e addirittura
da odiare tanto alto e altro è il loro livello di perfezione. The social
network non è il film su Facebook, ma è soprattutto il film della
nostra epoca, è il film che ci parla di noi, di come siamo, di come pensiamo, di
come reagiamo alla vita del terzo millennio che ci scorre intorno, è il film di
più di una generazione, è il film di un fenomeno globale e planetario che, chi
più chi meno, ha toccato tutti. E' il film che ci guarda dritto negli occhi e
che ci fa capire da quale parte stiamo andando, quali sono le nostre necessità
più estreme, più basilari, quali sono le nostre paure, e quali certezze
chiediamo a noi stessi e alle nostre vite. E' il film dalle mille domande e
dalle zero risposte, è il film della messa in scena impietosa di questo momento
culturale e storico, delle insicurezze dell'uomo moderno, di questo homo
tecnologicus che sembra avere tutto ai suoi piedi, ma che è ancora tutto da
decifrare. The social network è l'oggi, e molto probabilmente,
molto vicino a quello che sarà il domani.
Diretto con piglio sicuro, fermo e rigoroso da uno dei più interessanti registi
dell'ultima era, The social network si districa con eccellenza fra
i meandri del thriller giudiziario e il resoconto più o meno attendibile dei
veri fatti che hanno portato alla nascita del più importante fenomeno globale
dei nostri anni. Grazie ad un montaggio dai tempi perfetti che nulla concede
alla noia o alla distrazione, ad una scrittura ad orologeria dai dialoghi
glaciali e sempre vigorosi, a degli attori tutti perfettamente in ruolo e come
già detto ad una regia magistrale, il film ha tutte le carte in regola per
essere considerato perfetto, se la perfezione non fosse un concetto troppo vacuo
ed evanescente per avere valore all'interno di un'entità magmatica spesso
inclassificabile, come quella del cinema.
Basato sul romanzo non ufficiale The accidental billionaire (Milionari
per caso), firmato da Ben Mezrich ma mai riconosciuto come reale dai veri
protagonisti, The social network prende vita dai veri arbori di
Facebook quando ancora nella sua versione embrionale si chiamava Facemash.
Nel film appaiono tutti i protagonisti di una vicenda che porta alla luce realtà
diverse, costruendo attraverso i loro contrastanti punti di vista, le loro
opposte dinamiche e reazioni, un poliedrico ritratto della vera essenza del
successo del ventunesimo secolo.
E quindi vediamo Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg in un ruolo camaleontico), lo
studente genio dell'informatica che nell'arco di una notte crea il sito che
condizionerà la vita di tutti nell'arco di pochissimi anni. L'amico fraterno
Eduardo Saverin (Andrew Garfield), poi suo nemico più agguerrito, che procura i
primi finanziamenti al progetto nascente. Sean Parker (Justin Timberlake), già
creatore di Napster, che porterà Facebook nella Silicon Valley, trasformandolo
in una realtà capitalista. I gemelli Winklevoss (Armie Hammer), che denunceranno
Zuckerberg e Saverin per aver rubato la loro idea.
Presentato in Italia durante il Festival del Film di Roma, The social network
è il film che nella storia del cinema ha collezionato il più alto numero di
riconoscimenti e premi, ed è stato riconosciuto dalla maggior parte dei
sindacati dei critici internazionali come uno dei migliori film di sempre. Oltre
al Golden Globe come miglior film, ha vinto tre Oscar per la sceneggiatura, il
montaggio e la colonna sonora.
V.M.
versione per la
stampa