GRAN TORINO
regia Clint
Eastwood
con Clint
Eastwood, Christopher Carley, Bee Vang,
Ahney Her, Brian Haley, Geraldine Hughes
sceneggiatura
Nick Schenk
fotografia Tom
Stern
montaggio Joel
Cox, Gary D. Roach
scenografia James
J. Murakami
costumi Deborah
Hopper
musica Kyle
Eastwood, Michael Stevens
produzione Robert
Lorenz, Bill Gerber, Clint Eastwood
distribuzione
Warner
durata 1h56m
Usa 2008
La trama:
Walt Kowalski, operaio in pensione ed ex soldato della guerra in Corea, vive
un'esistenza solitaria senza molti rapporti con il resto del mondo. Scontroso e
sempre di cattivo umore, odia la comunità di immigrati dal Sud Est asiatico che
ha ormai colonizzato il quartiere. Un giorno sorprende il timido adolescente
Thao, figlio dei vicini della casa a fianco, mentre cerca di rubare dal suo
garage la Gran Torino del '72, a cui l'uomo è affezionatissimo.
Il regista: Clint
Eastwood nasce a San Francisco nel 1930 e inizia la sua fortunata carriera di
attore in Italia, con il film Per un pugno di dollari ('64) di Sergio Leone.
Il suo volto rimane per sempre legato a quello dell'eroe di tanti western e
polizieschi americani. Dà vita al personaggio dell'Ispettore Callaghan di cui
veste i panni in una lunga serie di film. All'inizio degli anni Settanta passa
dietro la macchina da presa con il film Brivido nella notte ('71). Ha
diretto una trentina di film ed oggi è considerato uno dei registi più importanti
del cinema americano. Fra le sue regie ricordiamo Il texano dagli occhi di
ghiaccio ('76), Bird ('86), Gli spietati ('92), Oscar per film
e regia, Un mondo perfetto ('93),
Mystic river
('03), Million
dollar baby ('04), Oscar per film e regia,
Flags of our fathers
e Lettere da Iwo Jima,
entrambi del 2006 che raccontano la stessa storia rispettivamente dal punto di vista americano e
giapponese. La sua ultima regia è stata
Changeling, mentre per il 2009 è molto atteso il suo film su Nelson Mandela,
Invictus.
Il film:
Tornato davanti alla
macchina da presa anche in qualità d'attore da cui mancava dai tempi di
Million dollar baby, con il suo ultimo film Gran Torino Clint Eastwood
contribuisce a guarnire di un ennesimo capolavoro, una cinematografia
invidiabile nel panorama dei cineasti americani di oggi.
Dagli anni settanta quando prese la decisione di passare dall'altra parte della
macchina da presa, Eastwood, fra i registi più anziani ancora in attività, non
ha mai smesso di realizzare opere d'impegno sociale, spinto da un forte
attaccamento ai valori ed alle tradizioni del proprio paese, che non ha mai
smesso di criticare ed analizzare in maniera rigorosa sotto diversi aspetti, da
quello morale a quello civile, politico e religioso, costruendo nel corso dei
decenni un insieme di opere filmiche che oggi sono punti di riferimento per i
nuovi cineasti e per tutta la comunità di attori americani, che fanno
letteralmente la fila per poter lavorare in un suo film.
In Gran Torino, che naturalmente non è un film su di un'auto sportiva,
racconta il nuovo razzismo che seppur non manifesto e demonizzato da tutti,
pervade gli animi degli americani di fronte alle mai definitivamente integrate
comunità etniche provenienti da diversi paesi del mondo. Nel film Eastwood
interpreta Walt Kowalski (il cognome che sottolinea origini non americane non è
casuale), un anziano veterano della guerra di Corea, appena vedovo, che non
riconosce più il mondo che lo circonda, in un repentino e continuo mutamento
troppo veloce per lui. Vive in un quartiere periferico di Detroit, la città
dell'industria delle auto, da dove tutti i suoi vecchi vicini di casa si sono
trasferiti, lasciando posto a famiglie di immigrati dal Sud Est asiatico che
sono ormai in tutto il quartiere.
L'uomo vive solo e isolato da tutti, incattivito e scontroso verso il prossimo,
chiuso in un mondo del passato che non esiste più, con l'unica compagnia della
cagnetta Daisy. Fino a quando una notte, qualcuno tenta di rubare la sua
amatissima Gran Torino parcheggiata in garage, auto che l'anziano tiene come una
reliquia. Questo evento sarà cruciale nel riaprire nell'animo congelato di Walt
sentimenti e interessi che credeva ormai sepolti e destinati a non essere più
vissuti, e gli permetterà di instaurare un nuovo, bellissimo rapporto con Thao,
adolescente coreano che vive nella casa affianco, e con la sua famiglia.
E il film è anche questo, il racconto di due mondi lontani che pian piano
imparano a conoscersi ed a scoprire similarità e punti in comune insospettati.
Gran Torino nasce dalla sceneggiatura di
Nick Schenk,
al suo primo script per il cinema, in cui racconta esperienze personali vissute
con la comunità coreana Hmong durante i molti anni passati come operaio in una
fabbrica di auto. Per i ruoli dei personaggi coreani del film, il regista ha
voluto veridicità assoluta e lunghe audizioni sono state fatte in diverse
comunità coreane in California, Minnesota e Michigan per trovare i volti giusti
per il film, fra cui Bee Vang, il sedicenne che interpreta Thao, alla sua prima
esperienza cinematografica.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico del film, il regista si affida al solito
gruppo di collaboratori che ormai lo segue da diversi anni, dalla costumista
Deborah Hopper, allo scenografo James J. Murakami, al montatore Joel Cox, al
mitico fotografo Tom Stern per concludere col produttore ormai storico Robert
Lorenz.
V.M.
versione per la stampa