FROST/NIXON
regia Ron Howard
con Michael
Sheen, Frank Frangella, Sam Rockwell,
Kevin Bacon, Toby Jones, Oliver Platt
sceneggiatura
Peter Morgan
fotografia
Salvatore Totino
montaggio Daniel
P. Hanley, Mike Hill
scenografia
Michael Corenblith
costumi Daniel
Orlandi
musica Hans
Zimmer
produzione
Imagine, Working Title
distribuzione
Universal
durata 2h00m
Usa 2008
La trama:
Siamo nel 1977 e sono
passati tre anni dallo scandalo Watergate che costrinse l'allora presidente
degli Stati Uniti Richard Nixon alle dimissioni, screditandolo di fronte a tutta
l'America. Il giornalista televisivo inglese David Frost, in cerca della
definitiva consacrazione mediatica, organizza un'intervista con l'ex-presidente
caduto in disgrazia che passerà alla storia. Di fronte a milioni di spettatori
Nixon, subirà il processo che non aveva ancora ricevuto.
Il regista: Popolare attore negli anni '70, dove ha recitato nel serial TV Happy days
e in American graffiti di Lucas, Ron Howard, nato nel 1955 in
Oklahoma, abbandona ben presto la carriera d'attore per intraprendere quella di
regista. Fra le sue pellicole ricordiamo Attenti a quella pazza Rolls-Royce ('77),
suo film d'esordio, Splash - Una sirena a Manhattan ('84), Cocoon
('85), Willow ('88), Parenti, amici e tanti guai ('89), Cuori
ribelli ('92), Cronisti d'assalto ('94), Apollo 13 ('95), Ransom
('96), ED tv ('99), Il Grinch ('00),
A beautiful
mind ('01), che vince quattro Oscar, The missing ('03),
Cinderella man ('05), Il codice Da Vinci ('06), Angeli e Demoni
(09).
Il film:
Forse non tutti sanno che è ad un piccolo pezzo di nastro adesivo che si deve
l'esplosione di uno degli scandali politici più eclatanti della storia
americana; lo scandalo Watergate che portò alle altrettanto eclatanti dimissioni
di Richard Nixon dalla carica di presidente del più potente paese del mondo.
Siamo a Washington ed è il 17 giugno 1972 quando presso l'hotel Watergate, la
guardia di sicurezza Frank Willis nota un pezzo di nastro adesivo sulla
serratura di una porta secondaria del complesso alberghiero. Pensando che fosse stato messo lì da qualcuno dell'impresa di
pulizie per impedire alla porta di chiudersi, lo rimuove, ma ripassando qualche ora più
tardi si accorge che il nastro è di nuovo lì. Insospettito chiama la polizia e da quel
momento tutto il resto diventa storia.
All'interno dell'hotel, negli uffici del quartier generale del Partito
democratico vengono smascherati cinque uomini che cercano di sistemare delle
microspie. Si scoprirà presto che quegli uomini facevano parte dell'entourage del Presidente Nixon e che lui stesso era al corrente delle loro azioni illegali. Dopo due anni
di insabbiamenti, depistaggi e false verità, il 9 agosto 1974 Richard Nixon, a
seguito dell'impeachment (stato d'accusa) votato dal Congresso, è costretto alle
dimissioni che chiuderanno definitivamente la sua carriera politica.
Il film di Ron Howard prende il via proprio da questo punto. E' il 1977, Nixon
ha passato tre anni lontano dalla scena pubblica, in completo silenzio.
Accetterà un'intervista con il giornalista inglese David Frost, secondo lui
poco esperto in politica estera, per cercare quel riscatto di fronte
all'opinione pubblica che aspettava da tempo. Quell'intervista passerà invece alla
storia come una leggendaria sfida televisiva seguita da milioni di americani,
che portò alla confessione pubblica dell'ex presidente di tutte le sue colpe e
che consacrò Frost come il nuovo Mida della televisione americana.
L'intervista fu articolata in tre dirette tv a cominciare dal 23 marzo 1977,
quando Frost sborsando dalle proprie tasche duecentomila dollari e mettendo a rischio la
sua intera carriera, si reca a casa dell'ex presidente a Washington, insieme a
tre fidati collaboratori, John Birt, Bob Zelnick e Jim Reston per la prima
intervista. Il secondo incontro ebbe luogo qualche giorno dopo, il 28 marzo, ma
come durante la prima intervista, Nixon ha la meglio sul giornalista
anglosassone, che esce sconfitto dal duello televisivo. Quando però durante
l'ultima diretta del 22 aprile, Frost riesce a mettere alle strette l'ex capo di
stato, che sembra essere sul punto di confessare le sue colpe davanti a tutta
l'America, l'intervista viene interrotta dallo staff del presidente, ma per
volere dello stesso Nixon la trasmissione viene subito ripresa, trasformando la
sfida televisiva in una storica confessione. E' diventata quasi un cult la
sequenza in cui un ormai rassegnato Nixon risponde all'ennesima carica sulle
responsabilità di un presidente partita da Frost, dicendo "... se è il
presidente a farlo, vuol dire che non è illegale ...", mettendo così in
maniera definitiva la parola fine al suo percorso politico.
L'intervista Frost/Nixon ha cambiato il modo di fare giornalismo televisivo e il
rapporto tra politica e stampa, consacrando il nuovo e potentissimo ruolo della
televisione. Pur essendo una trasmissione andata in onda oltre trenta anni fa, è ancora
attualissima (i riferimenti alla presidenza Bush non sono celati) e ci ricorda
che abbiamo il diritto e il dovere civile di poter chiedere a chi eleggiamo.
Il film nasce dall'opera teatrale omonima rappresentata per diversi anni al
Donmar Theatre di Londra, di Peter Morgan (The
Queen,
L'ultimo re di
Scozia) che ne firma anche la splendida sceneggiatura, ed è costruito
come un vero e proprio duello verbale, una sorta di incontro di box a parole, tra il
Davide Frost e il Golia Nixon. Al contrario della
rappresentazione teatrale comunque, che basa le fondamenta del suo successo su
innumerevoli ore di prove, durante il film si è provato pochissimo e molti
spettacolari momenti di vero acting che vediamo sullo schermo, sono dovuti alle
incredibili improvvisazioni degli attori.
Il budget del film non altissimo, ha comunque permesso la ricostruzione di set
accuratissimi come un intero piano dell'hotel Plaza di New York, enormi aree
comuni dell'aeroporto Heathrow di Londra, o gli interni della prima classe di un
volo transatlantico che hanno riportato sullo schermo il gusto esatto degli anni
settanta. David Frost, che era in quel periodo all'apice della carriera
televisiva e lavorava attivamente a livello internazionale, si spostava continuamente fra Londra, Stati Uniti,
Australia, sempre presente sui jetset di mezzo mondo. Questo aspetto
professionale del giornalista inglese è stato inserito nel film per dare più
energia alla natura teatrale del testo, ma le varie scene che lo vedono sui
palinsesti televisivi internazionali, sempre per una questione di low budget,
sono state girate tutte in studio a Los Angeles utilizzando enormi sfondi
fotografici.
La produzione del film ha avuto il permesso di girare nella vera residenza
californiana di Nixon, Casa Pacifica, e nella sua biblioteca, per tre giorni. Questi luoghi
appaiono durante un pranzo all'aperto fra Nixon e Swifty Lazar, in alcune
riprese in esterni e in quella in cui Nixon saluta dall'elicottero dopo le
dimissioni, sequenza girata sul veivolo originale conservato nel giardino della residenza.
Girato in appena trentotto giorni e sicuramente il miglior film ad oggi del
regista, Frost/Nixon è una pellicola dallo stile asciutto, quasi da
thriller, che pur mantiene un'identità intima e casalinga. Facendo largo uso
della camera a mano, si concentra molto sui primi piani degli attori, ripresi da
angolazioni diverse, spesso visti attraverso oggetti in primo piano ma fuori
fuoco, che ostacolano la vista perfetta dell'attore, oppure seguiti da dietro,
in maniera quasi ossessiva, a sottolineare il sospetto e il mistero del
materiale trattato.
Pur non essendo due star, per i ruoli dei protagonisti sono stati scelti gli
stessi attori che hanno lavorato a teatro, Frank Langella (Good night, and
good luck) nel ruolo di Nixon,
che è stato nominato all'Oscar, e Michael Sheen (The
queen) in quello di Frost, entrambi
superbi. Da non dimenticare lo stuolo di attori di contorno tutti perfettamente
in ruolo, da un sempre più bravo Sam Rockwell (Confessioni
di una mente pericolosa), ad un gelido
Kevin Bacon (Mystic
river), a perfetti Toby Jones, Oliver Platt,
Matthew Macfadyen, fino all'unico personaggio femminile del film, una sempre più
bella e affascinante Rebecca Hall (Vicky
Cristina Barcelona,
The prestige).
Frost/Nixon è stato candidato a cinque Oscar nelle prestigiose
candidature di miglior film, sceneggiatura, regia, montaggio e attore.
V.M.
versione per la stampa