SUNSHINE

regia Danny Boyle
con Cillian Murphy, Chris Evans, Rose Byrne,
Michelle Yeoh, Hiroyuki Sanada, Cliff Curtis
sceneggiatura Alex Garland
fotografia Alwin Kuchler
montaggio Chris Gill
scenografia Mark Tildesley costumi Suttirat Larlarb
musica Karl Hyde, John Murphy, Rick Smith
produzione Andrei MacDonald, Bernard Bellew
distribuzione Fox
durata 1h43m

G.B. 2007
 

La trama: Siamo nel 2057, il Sole si sta spegnendo e la Terra è ormai una landa ghiacciata. L'unica speranza per l'umanità è riposta nella missione dell'Icarus II che si sta dirigendo verso la stella con un ordigno nucleare in grado di riaccenderla. Ma durante il viaggio, l'equipaggio riceve un SOS da parte dell'Icarus I, scomparsa sette anni prima durante una missione gemella.


Il regista: Inglese di Manchester, classe 1956, Danny Boyle esordisce al cinema con il sorprendente Piccoli omicidi tra amici  nel 1994. Il suo talento è confermato da Trainspotting ('96), che lo lancia ad Hollywood. Seguono Una vita esagerata ('97), The beach ('00), 28 giorni dopo ('03). Ha continuato negli anni a lavorare anche per la BBC.


Il film: Se il Sole si spegnesse all'improvviso, cosa succederebbe sulla Terra? In primo luogo ci sarebbe una notte improvvisa, la temperatura scenderebbe in pochi minuti di almeno venti gradi, farebbe subito molto freddo, le nubi sparirebbero in poco tempo lasciando il posto ad una neve soffice e leggera fatta non di cristalli di ghiaccio ma di ossigeno e azoto congelati, ed in poche ore, forse giorni, tutti gli esseri viventi compreso l'uomo, morirebbero.
Più o meno questo sarebbe lo spaventoso scenario che apparirebbe agli occhi di qualche improbabile superstite, se mai ce ne fossero, secondo i calcoli fatti da studiosi di astrofisica di mezzo mondo, ed è lo stesso scenario che ci presenta il film Sunshine, dell'inglese Danny Boyle, qui alle prese per la prima volta nella sua carriera con un film di fantascienza.
Ambientato in un futuro non molto lontano dal nostro tempo, più o meno fra cinquanta anni, il film immagina una Terra desolata e dalla superficie ormai ghiacciata a causa dell'imminente morte della nostra stella. Un equipaggio di otto esperti scienziati, i migliori nei loro rispettivi campi, sono inviati nello spazio in un'ultima, disperata missione che ha lo scopo di provare a riaccendere il Sole, dopo che una spedizione analoga ha fallito lo scopo sette anni prima.
Il film conserva intatti i paradigmi caratteristici del proprio genere cinematografico, aprendo con una prima parte dai tempi molto dilatati in cui ci vengono presentati i vari componenti della missione spesso riuniti a tavola o durante un meeting importante, per poi acquistare un ritmo sempre più incalzante, trasformando il Sole stesso in uno dei principali e più carismatici protagonisti della storia, che vira sempre più verso l'action-thriller.
Per la prima volta nella storia della fantascienza cinematografica il Sole diventa il fulcro del racconto, acquisendo i connotati di un vero e proprio personaggio in carne ed ossa, per di più carismatico e mistico, che soggioga gli umani, attraendoli e ipnotizzandoli quasi come fosse una divinità. In questo senso il film è pervaso da un'ineluttabilità di fondo e da un sottile presagio di morte legato all'alta possibilità di non ritorno insita nella missione, che arma i personaggi di un profetico coraggio e li corona di un'aurea di eroismo e sacrificio annunciato.
Ipnotico, seducente e molto elegante nelle immagini, stranamente pur parlando del Sole, Sunshine è un film dai toni molto scuri che preferisce le ombre alla luce, sottolineando il nero dell'ignoto per meglio contrapporlo nelle sequenze dove il Sole diventa protagonista e dove la sua luce divina ed eterna invade lo schermo.
Gli omaggi a cult del genere fantascientifico sono innumerevoli e annunciati, e film come Alien, Solaris  o 2001 odissea nello spazio  sono celebrati dal regista in numerose sequenze. La voce calma e rassicurante dell'astronave Icarus, qui femminile (dell'attrice Chipo Chung, che ha "recitato" sul set insieme al resto della troupe), che ricorda quella di Al nel capolavoro di Kubrick, o il lussureggiante giardino verde che assicura cibo fresco e ossigeno agli astronauti, che con la sua pioggia risanatrice rievoca quella ben più tetra della saga di Ridley Scott, sono solo le citazioni più palesi e riconoscibili.
Essendo ambientato in un periodo non così lontano dal nostro, Boyle non ha voluto esasperare lo spettatore con una fantascienza molto futuribile, e quindi molti fattori come i comandi ancora manuali delle apparecchiature di bordo, o elementi propri della nostra vita quotidiana come mangiare o coricarsi, sono presentati in maniera non molto diversa da come sono oggi. Sono stati inseriti invece oggetti che fra poco entreranno a far parte della nostra vita (un po' come successo con Minority report  di Spielberg), come ad esempio dei vetri speciali che sono opachi a luci spente, ma che diventano trasparenti a luce accesa e che verranno messi sul mercato nei prossimi anni. Per la realizzazione delle tute spaziali invece, la costumista Suttirat Larlarb ha utilizzato uno speciale materiale sintetico chiamato Mylar, usato anche dalla NASA, molto leggero e quindi pratico nelle scene d'azione, che riflette la luce solare e che, contro il nero dello spazio, è risultato molto cinematografico sullo schermo.
Tutti gli attori del cast, fra cui Cillian Murphy (Il vento che accrezza l'erba), alla sua seconda collaborazione con Boyle dopo 28 giorni dopo, e Michelle Yeoh (Memorie di una Geisha), si sono dovuti sottoporre ad un duro allenamento fisico, e per provare la sensazione della mancanza di gravità, sono stati costretti ad effettuare dei voli ad alta quota su un piccolo bimotore, che poi veniva lasciato cadere nel vuoto a motori spenti.
Una curiosità: la sequenza di presentazione della 20th Century Fox, casa produttrice del film, che notoriamente si apre con l'inquadratura di un tramonto sulla città di Los Angeles e che poi si sposta lentamente sul logo della Fox, illuminato da riflettori cinematografici, è proiettata al contrario all'inizio del film, partendo cioè dal logo illuminato e finendo sul tramonto, il cui Sole si trasforma nella prima inquadratura della pellicola.
                                                                                                                    V.M.


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