IL VENTO CHE ACCAREZZA L'ERBA

regia Ken Loach
con Cillian Murphy, Padraic Delaney, Liam Cunningham,
Gerard Kearney, William Ruane, Sabrina Barry
sceneggiatura Paul Laverty
fotografia Barry Ackroyd
montaggio Jonathan Morris scenografia Fergus Clegg
costumi Eimer Ni Mhaoldomhnaigh
musica George Fenton
produzione Rebecca O'Brien
distribuzione Bim
durata 2h04m

Gran Bretagna 2006
 

La trama: Irlanda, anni Venti. Damien è un promettente giovane medico irlandese che sta per trasferirsi a Londra. Quando decide di restare per lottare a fianco del fratello Teddy contro l'occupatore inglese, abbraccia la causa totalmente, diventando uno dei personaggi più rappresentativi della guerra per l'indipendenza d'Irlanda.


Il regista: Il regista più proletario del cinema inglese, nasce a Nuneaton, Inghilterra, nel 1936 e in quarant'anni circa di attività ci ha regalato una ventina di film, molti memorabili. Il suo esordio è nel 1967 con Pour Cow, seguono Family Life ('71), Fatherlands ('85), L'agenda nascosta ('90), Riff-Raff ('91), Piovono pietre ('93), Ladybird, Ladybird ('94), Terra e libertà ('95), La canzone di Carla ('96), My name is Joe ('98), Bread and Roses ('00), Paul, Mick e gli altri ('01), Sweet sixteen ('02), Un bacio appassionato ('04).
Ha firmato uno degli undici capitoli del film collettivo 11 settembre 2001 ('02).


Il film: L'impegno politico nel cinema di Ken Loach si respira sempre, forte e delineato, costituendo un aspetto peculiare di tutti i suoi film, che siano di carattere più proletario (la maggior parte) o storico (Terra e libertà), e naturalmente non esula da questa classificazione Il vento che accarezza l'erba, Palma d'Oro a Cannes, elegiaca ed universale cantata inneggiante alla libertà, grido di dolore contro l'oppressione, attuale e clinico, non consolatorio e mai compiaciuto, come del resto tutto Loach.
Attraverso la figura del mite e democratico Damien, interpretato da un sempre più bravo Cillian Murphy, che presta tutta la delicatezza del suo fisico esile e la lucentezza trasparente del suo sguardo al personaggio, il regista racconta una storia appassionante, di amore per la Patria, di sacrificio, di eroismo, lealtà, amore fraterno e senso civico, passando attraverso i vari stadi dell'entusiasmo, della consapevolezza fino al conflitto non solo militare, ma soprattutto spirituale, dove non ci si riconosce più, persi in un ideale che a mano a mano diventa sempre più grande, lasciando sfumare via le vere ragioni della ribellione. Nucleo della vicenda è proprio la trasformazione intima del protagonista che da piccolo medico pacifista di provincia, pronto a lasciare casa per la grande metropoli, si trasforma poco a poco in un idealista che crede fortemente nei diritti del suo popolo e nella rivendicazione della libertà verso l'oppressore inglese, rimanendo però schiacciato dell'idea stessa della causa, che lo porterà a non accettare compromessi ed a trasformersi ironicamente agli occhi dei compatrioti in un nemico. Quando una parte dei combattenti siglerà un trattato con gli Inglesi, Damien sarà ormai perduto nelle foschie dell'idealismo estremo e del massimalismo, che lo renderà cieco e impietoso di fronte ai suoi stessi fratelli. Un film forte, emozionante, epico, sulle scelte che siamo costretti a prendere che nostro malgrado ci plasmano trasformandoci in qualcun'altro che nemmeno noi riusciremmo più a riconoscere.
Girato nella contea di Cork, contrapponendo alla bellezza del paesaggio e alla purezza incontaminata della natura sequenze molto dure, in cui l'orrore e la sopraffazione della guerra non vengono risparmiati allo spettatore, il film è stato presentato il secondo giorno del concorso a Cannes, e da subito ha cominciato a far parlare di sé, garantendo al regista dopo otto altre presenze sulla Croisette e vari premi vinti come regia, sceneggiatura e agli attori, finalmente il riconoscimento più importante, la Palma d'Oro.
Il titolo originale The wind that schakes the barley (l'orzo), è tratto da un'antica ballata irlandese.
                                                                                                                     V.M.


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