ACROSS THE UNIVERSE
regia Julie
Taymor
con Evan Rachel
Wood, Jim Sturgess, Joe Anderson,
Dana Fuchs, Martin Luther McCoy, T.V. Caprio
sceneggiatura
Dick Clement, Ian La Frenais
fotografia Bruno
Delbonnel
montaggio
Francois Bonnot
scenografia Mark
Friedberg
costumi Albert
Wolsky
musica Elliot
Goldenthal
produzione
Suzanne e Jennifer Todd, Matthew Gross
distribuzione
Sony
durata 2h10m
Usa 2007
La trama:
Nell'America della contestazione alla guerra del Vietnam, dell'esplosione della
controcultura e del rock and roll, l'amore contrastato fra Jude, operaio navale
nei cantieri di Liverpool appena emigrato a New York, e Lucy, americana della
buona borghesia che si appassiona alle lotte civili. Con la musica dei Beatles a
fare da colonna sonora alla storia, i due giovani dovranno lottare per mantenere
accesa la fiamma del loro sentimento.
La regista: Julie
Taymor nasce a Newton, Massachusetts, nel 1952. Apprezzata regista teatrale,
debutta in Giappone nel 1992 con l'opera Oedipus Rex. Ha portato sui
palcoscenici di Broadway numerosi successi come Il flauto magico ('93),
Salomé ('94), L'olandese volante ('95), Il Re Leone ('96).
Passa alla regia cinematografica nel 1999 con il film
Titus,
interamente girato a Roma, seguito nel 2002 da
Frida.
Il film:
Across the Universe è qualcosa più di un musical, una festa
psichedelica per gli occhi e per le orecchie, un viaggio visionario, metaforico
e surreale che rilegge in maniera
personalissima la musica dei Beatles, trasformandola, reinterpretandola e
sfruttandola come strumento di narrazione per raccontare una storia d'amore
universale sullo sfondo di eventi reali avvenuti nel mondo.
Grazie alle vicende del britannico Jude e dell'americana Lucy, il film si
riappropria degli anni sessanta e li racconta trasformando le esperienze
personali dei due personaggi, in quelle di una intera generazione messa a
confronto con i fatti della Storia, rileggendo sia le canzoni d'amore che quelle
politiche del celebre gruppo di Liverpool.
Il film è ambientato in un preciso e molto importante periodo della storia non
solo degli Stati Uniti, quello alla fine degli anni sessanta dell'esplosione
della controcultura hippy, della contestazione alla guerra in Vietnam, della
nascita dei diritti civili per i neri e le donne, del movimento dei figli dei fiori, della
sperimentazione delle droghe allucinogene e di un intero modo di pensare e
di vedere il mondo che avrebbe profondamente influenzato tutti gli anni settanta
e il resto delle generazioni a venire. Pur raccontando una generazione di quarant'anni fa, i personaggi del film acquistano un valore contemporaneo e
universale, e la loro forza e determinazione, la passione e il fervore politico,
sono vivi e attuali come se si riferissero alla nostra contemporaneità, alla
guerra in Iraq ed alla politica dell'America di oggi.
Al contrario dei musical classici, i pezzi musicali non sono fini a se stessi,
ma diventano un espediente fondamentale attraverso cui il pubblico viene
introdotto ai personaggi, alla storia ed all'epoca di un'intera generazione, che
spesso il film descrive soltanto attraverso il testo delle canzoni correlato
dalle immagini, non aggiungendo alcuna supplementare descrizione
tradizionale di carattere narrativo cinematografico, ma sfruttando solamente il notevole impatto visivo amalgamato alla
musica.
Per il film sono state selezionate trentatrè canzoni fra oltre duecento, ed ogni
pezzo è stato analizzato e riletto, anche in considerazione dell'attore che lo
avrebbe interpretato sullo schermo, del suo contenuto, della sua valenza
temporale e di cosa avrebbe dovuto esprimere nel film, creando dei nuovi,
interessanti ed originali arrangiamenti di pezzi ormai storici della musica di sempre,
curati dal compositore Elliott Gondenthal (Oscar per le musiche di
Frida).
Molti personaggi sono nati grazie ai testi delle canzoni, come ad esempio quello
di Prudence che viene direttamente dalle parole di I want to hold your hand,
che presentano al pubblico il personaggio, la sua vita e le sue sensazioni in
maniera dettagliatissima, fornendo tutti gli elementi utili allo spettatore per
conoscere la giovane, senza bisogno di ulteriori dettagli narrativi.
Ma oltre a quello musicale è sicuramente l'aspetto visivo di Across the Universe
che colpisce l'occhio dello spettatore, rendendolo uno dei film più
sensazionali, travolgenti e carichi d'estro creativo di sempre, che riunisce
talenti visionari e fantasiosi senza pari a partire da quello della stessa regista Julie
Taymor per passare a quello del costumista Albert Wosky (Oscar per Bugsy),
a quello dello scenografo Mark
Friedberg (Lontano
dal Paradiso), del fotografo Bruno Delbonnel (Il
favoloso mondo di Amelie), per arrivare a quello dei tanti artisti
famosi che appaiono nel film in piccoli camei, come Bono (per la prima volta al
cinema), Salma Hayek (Frida),
Eddie Izzard e Joe Cocker.
A parte i due protagonisti principali Evan Rachel Wood (Thirteen,
Correndo con le forbici in mano, il prossimoThe wrestler) e Jim
Sturgess, alla sua prima prova cinematografica ma che ha già realizzato altri
importanti film come L'altra donna del re e 21, ricordiamo
nel ruolo di Sadie, la cantante Dana Fuchs, il cui personaggio è stato scritto
dalla regista appositamente per lei, dalla voce impressionante e personalissima,
anche lei al debutto al cinema, ma famosa sui palcoscenici newyorchesi
soprattutto per l'interpretazione di Janis Joplin in Love, Janis.
Presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma 2007, dove ha
avuto un'accoglienza travolgente (un'intera platea che ballava assieme a regista
e attori al ritmo del film, ndr), Across the Universe è stato girato in due mesi
quasi interamente a New York e dintorni (la parte inglese è stata girata a
Liverpool), in oltre
cinquanta location reali che hanno dovuto rappresentare sullo schermo luoghi
diversissimi e lontani fra loro come Detroit, il Vietnam, Washington, la
periferia borghese del Massachusets, il circo della fattoria Muscoot, oltre
naturalmente a tutta la coloratissima zona del Village e di Rivington Street nel
South Manhattan.
V.M.
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