IL REGISTA DI MATRIMONI

regia Marco Bellocchio
con
Sergio Castellitto, Donartella Finocchiaro, Sami Frey,
Bruno Cariello, Maurizio Donadoni, Gianni Cavina
sceneggiatura Marco Bellocchio
fotografia Pasquale Mari
montaggio Francesca Calvelli
scenografia Marco Dentici costumi Sergio Ballo
musica Riccardo Giagni
produzione Filmalbatros, Dania Film, Surf film, Rai Cinema
distribuzione 01
durata 1h40m

Italia 2006
 

La trama: Il regista Franco Elica, in piena crisi creativa e finanziaria, fugge da tutti rifugiandosi in uno sperduto paesino sulle coste siciliane. Qui fa vari e curiosi incontri: con un suo fan che sbarca il lunario girando filmini ai matrimoni, con un altro regista che si finge morto per vincere un agognato David di Donatello, con un principe folle che gli commissiona il film delle nozze della figlia Bona. Ma quando Franco si innamora della giovane e decide di sottrarla ad un matrimonio di convenienza, le cose si complicano.


Il regista: fra i registi italiani più impegnati, personali e interessanti della sua generazione, Bellocchio (Piacenza, 1939) firma la sua prima regia nel '65 con un film che rimane nella storia del cinema italiano, I pugni in tasca. Fra i suoi film ricordiamo La Cina è vicina ('67), Nel nome del padre ('71), Marcia trionfale ('75), Salto nel vuoto ('80), Enrico IV ('84), Il diavolo in corpo ('86), La visione del sabba ('88), La condanna ('91), Il sogno della farfalla ('94), Il principe di Homburg ('97), La balia ('99), L'ora di religione ('02), Buongiorno, notte ('03).


Il film: Per la sua ventitreesima regia il celebre regista italiano lascia i temi politici e impegnati dei suoi due film precedenti, e si abbandona ad una profonda, illuminata e fervida riflessione sul rapporto fra artista e industria cinematografica, artista e società, mettendo al centro del suo suo nuovo film il personaggio di un regista, attraverso cui filtrano riferimenti biografici fin troppo malcelati. In una sorta di eccentrica, intelligente commedia dei misteri, delle falsità e delle menzogne, Bellocchio si prende gioco della società italiana, dei suoi teatrini provinciali e presuntuosi, degli intrecci e degli agganci costruiti per arrivare dove da soli non si può, e si prende gioco anche della nostra industria cinematografica, dei personaggi che la popolano, delle loro complicità, approfondendo l'analisi del rapporto con un cinema amato e odiato allo stesso tempo, tanto vituperato quanto ricercato e necessario (il personaggio del regista Smamma, finto morto per avere un David di Donatello che "non si nega mai ad un defunto", è irresistibile).
Il film affronta varie tematiche dalla crisi dell'autore, alla mancanza d'ispirazione, alla contaminazione del linguaggio cinematografico, ai rapporti fra autore e industria, tutto raccontato attraverso l'occhio stralunato e critico di un annoiato, disilluso, ma non rassegnato Sergio Castellitto, che come sempre con Bellocchio dà elevate prove recitative. Il tono è quello della commedia intelligente e illuminata, con inquadrature sempre molto originali, che sostengono una pellicola fresca, geniale che apre molte porte, lasciandone alcune spalancate all'interpretazione dello spettatore.
Nel ruolo di Bona ritroviamo una sensuale, misteriosa e malinconica Donatella Finocchiaro, giovane attrice siciliana, scoperta qualche tempo fa nel film Angela.
Il regista di matrimoni, che è stato uno dei più grandi successi di pubblico del regista, è stato presentato al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard.
                                                                                                                      V.M.


versione per la stampa