L'ORA DI RELIGIONE

regia Marco Bellocchio
con Sergio Castellitto, Jacqueline Lustig,
Chiara Conti,
Gigio Alberti, Toni Bertorelli, Piera Degli Esposti
sceneggiatura
Marco Bellocchio
fotografia Pasquale Mari montaggio Francesca Calvelli
scenografia
Marco Dentici costumi Sergio Ballo
musica Riccardo Giagni
produzione Filmalbatros, Rai Cinema
distribuzione Luce
durata
1h 42m

Italia 2002


La trama: Ernesto, pittore di successo, separato dalla moglie e padre di un bambino, viene improvvisamente coinvolto nel processo di beatificazione di sua madre, uccisa molti anni prima da un altro figlio, Egidio, psicolabile; a sua insaputa la propria famiglia sta orchestrando la santificazione della donna, cercando di sfruttarne il potenziale economico, e questo entra in pieno conflitto con lo spirito libero e ateo di Ernesto, che si ritrova da solo a combattere contro lo schieramento dell'intera famiglia.


Il regista: Marco Bellocchio nasce a Piacenza nel 1939, ed esordisce con un film entrato nella storia del cinema italiano I pugni in tasca ('65) che lo caratterizza subito come uno dei registi più singolari e fuori dagli schemi della sua generazione. Fra gli altri suoi film ricordiamo La Cina è vicina ('67), Nel nome del padre ('71), Matti da slegare - nessuno o tutti ('75), realizzato con Agosti, Rulli e Petraglia, Marcia trionfale ('75), Salto nel vuoto ('80), Il diavolo in corpo ('86), La visione del sabba ('88), La condanna ('91), Il sogno della farfalla ('94), Il principe di Homburg ('97), La balia ('99).


Il film: Uscito stranamente senza censura, visto l'argomento e il contesto del racconto apertamente critico verso la Chiesa, L'ora di religione segna una splendida conferma nella carriera di Marco Bellocchio, collocandosi come uno dei suoi migliori film; asciutto, diretto e quasi chirurgicamente preciso nel focalizzare il retrogusto di una nuova ondata di cattolicesimo che, come un grosso battage pubblicitario da spettacolo di prima serata, da un po' di anni sta invadendo usi e costumi italici. Il film rappresenta alcuni degli aspetti più biechi e commerciali legati al merchandising che sta dietro alla santificazione dei santi e alla rappresentazione della Chiesa stessa. E' sostenuto da un compatto nuvolo di grandi attori, tutti eccellenti, sui quali si eleva un ottimo Sergio Castellitto, qui forse nella sua migliore interpretazione. Nella scena della festa il regista si ritaglia un brevissimo cameo, quando il conte Bulla (Toni Bertorelli) sfida a duello Ernesto. La pellicola è rimasta lungamente nelle sale italiane, ottenendo un buon successo sia di pubblico che di critica ed è stata presentata in concorso al Festival di Cannes, dove si è ritrovata protagonista di un fatto curioso: durante la proiezione nella sala Lumière del Palais du Cinema, la bestemmia urlata nitidamente e ripetutamente da uno dei personaggi, non è stata doppiata, incuriosendo la stampa italiana ed internazionale. Che il puritanesimo d'oltralpe sia più fervente di quello nostrano?