MUNICH

regia Steven Spielberg
con Eric Bana, Daniel Craig, Ciaran Hinds, Mathieu Kassovitz,
Hanns Zischler, Geoffrey Rush, Michael Lonsdale
sceneggiatura Tony Kushner, Eric Roth
fotografia Janusz Kaminski
montaggio Michael Kahn
scenografia Rick Carter costumi Joanna Johnston
musica John Williams
produzione Kathleen Kennedy, Barry Mendel
distribuzione Uip
durata 2h44m

Usa 2005
 

La trama: Durante le Olimpiadi di Monaco del 1972, un commando di estremisti palestinesi fa irruzione nel villaggio olimpico e prende in ostaggio undici atleti israeliani, che rimarranno uccisi durante un blitz della polizia tedesca. A seguito del tragico evento, il primo ministro israeliano Golda Meir, decide di costituire un gruppo di vendicatori che avrà il compito di trovare i mandanti dell'attentato e di sterminarli.


Il regista: Steven Spielberg nasce a Cincinnati nel 1946 e rappresenta uno dei registi e produttori americani più celebri e importanti. Fra i suoi quaranta lungometraggi, molti dei quali  entrati a far parte della storia del cinema, ne ricordiamo alcuni: Duel ('71), Lo squalo ('75), Incontri ravvicinati del terzo tipo ('77), I predatori dell'Arca perduta ('81), E.T. l'Extraterrestre ('81), Il colore viola ('85), Jurassic Park ('93), Schindler's List ('93, vincitore di sette Oscar), Salvate il soldato Ryan ('98, cinque Oscar), A.I. Intelligenza Artificiale ('01), Minority Report ('02), Prova a prendermi ('02), La guerra dei mondi ('05).


Il film: Ci sono voluti otto anni di ricerche, e un altro anno e mezzo per la stesura della sceneggiatura, basata sul romanzo Vengeance di George Jonas, per raccontare le conseguenze dell'attentato che costò la vita a undici atleti israeliani durante le olimpiadi di Monaco del '72.
A dirigere un'operazione tanto articolata, quanto pericolosa non poteva esserci che Steven Spielberg, il cineasta ebreo più impegnato nel raccontare la storia della sua gente (Schindler's List), che alterna da sempre film di impegno sociale e civile ad altri di mero intrattenimento.
Il film, come il romanzo da cui è tratto, affronta il complicato susseguirsi degli eventi scaturiti dall'attentato di Monaco, e racconta la storia di una missione di vendetta, voluta in primis dal primo ministro israeliano dell'epoca Golda Meir, che si assunse tutta la responsabilità dell'estrema e ardita decisione di trascinare uno Stato a livello di mandante di una lunga serie di brutali assassinii. Per questa operazione, battezzata "Ira di Dio", furono scelti cinque uomini che non erano killer di professione, ma persone normali specializzate ognuna in settori diversi  utili alla pianificazione degli omicidi, di diversa nazionalità (Sud Africa, Germania, Francia e naturalmente Israele), uomini integri e moralmente integerrimi, che pian piano cominciano ad avere dei dubbi sulla legittimità delle loro azioni. A capo del gruppo c'è Avner, giovane ufficiale del Mossad, i servizi segreti israeliani, che più di tutti rappresenta la divisione morale e il senso di colpa comune a tutti i componenti la missione.
Gli archivi dell'inchiesta sugli eventi di Monaco sono coperti dal segreto di Stato, quindi sia il romanzo che il film sono in gran parte frutto di finzione pur basandosi su almeno tre fatti conclamati e realmente accaduti: l'attentato stesso architettato dagli estremisti palestinesi di Settembre Nero, la decisione di Golda Meir di istituire l'operazione "Ira di Dio", e il fatto che molte delle persone coinvolte nell'attentato furono uccise nei mesi successivi. Tutto quello che vediamo nel film, i dettagli, le ricostruzioni, i momenti degli assassini sono opera di finzione, ma tutto sembra essere successo in una maniera molto vicina a quella raccontata in Munich, e nel romanzo Vengeance, attaccato duramente sia dal Mossad che da uno dei terroristi di Settembre Nero, ma mai smentito o screditato.
Munich si impone come uno dei migliori film della passata stagione, soprattutto come un eccellente thriller dai numerosi risvolti psicologici, che crea una suspence in alcuni momenti quasi insostenibile (l'episodio della bambina e del telefono bomba), sorretto da attori perfettamente in ruolo, montato e fotografato in maniera spettacolare.
Uno dei film più riusciti di Spieberg attraverso il quale il regista apre una questione fondamentale nei rapporti fra i popoli che lo ha reso obiettivo di molte polemiche da parte di Israele, e cioè la violenza usata come risposta alla violenza. In Munich non ci sono buoni, ma solo uomini accecati dal bisogno di vendetta che rispondono al sangue con altro sangue; Ebrei e Palestinesi sono posti sullo stesso piano e il regista non prende posizioni, ma bensì si interroga sui risultati che otteniamo dalle nostre azioni, sul fatto che siano o no veramente quello che vogliamo e che spesso gli esiti imprevisti sono quelli che più tormentano le nostre coscienze.
Girato in Israele e in mezza Europa, fra cui anche Roma, il film pur accompagnato da molte polemiche da parte degli Ebrei, ha ottenuto cinque candidature all'Oscar, fra cui miglior film, regia e sceneggiatura.

Sito del film: www.munichmovie.com                                                                      V.M.


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