L'ISOLA

regia
Kim Ki-duk
con Jung Suh, Kim Yoo-suk, Park Sung-hee,
Cho Jae-hyung, Jang Hang-sun
sceneggiatura Kim Ki-duk
fotografia Whang Suh-shik
montaggio Kyung Min-ho
scenografia
Oh Sang-man costumi Joo Eun-jung
musica Jeaon Sang-yoon
produzione Myung Film
distribuzione FMM
durata 1h25m

Corea del Sud 2000
 

La trama: Hee-Jin vive sulle sponde di un lago dove di giorno affitta delle case galleggianti e rifornisce gli ospiti di cibo e acqua, mentre di notte vende il suo corpo ai pescatori. Quando arriva sul posto un ex poliziotto, Hyun-Shik, in fuga dopo aver ucciso la propria donna in preda ad un attacco di gelosia, fra i due scatta un'attrazione irrefrenabile che li porterà alla perdita di tutti i valori.


Il regista: Kim Ki-duk nasce il 20 dicembre 1960 a Bonghwa, Corea, e a nove anni si trasferisce con la famiglia nella capitale Seul. Da giovane è stato operaio in una fabbrica, poi si arruola in marina ed in seguito segue perfino la carriera ecclesiastica per due anni. Si avvicina al cinema piuttosto tardi, quando trentenne si trasferisce in Francia. Il suo primo film è Wild animals del 1996, seguito da altri undici lungometraggi che attraverso i festival internazionali dove sono stati presentati, hanno fatto conoscere il regista a livello mondiale. Piuttosto prolifico, fra i suoi film ricordiamo The crocodile ('98), Adress unknown ('01), Bad guy ('02), The coast guard ('02), Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera ('03), La samaritana ('04 - miglior regia a Berlino), Ferro 3 ('04), L'arco ('05), Time ('06).


Il film: Film shock della 57a Mostra del Cinema di Venezia, L'isola  è l'opera estrema e inquietante, rivelazione dell'autore coreano al grande pubblico internazionale, che ha fatto molto discutere, dividendo critica e pubblico fra estimatori e detrattori, e creando una vera e propria scuola di seguaci del film che ha contribuito a costruirne il mito nel corso degli anni, benché la pellicola non sia mai uscita nelle sale italiane, e sia stata distribuita solo per l'home video.
Quando nel settembre del 2000 questa produzione coreana dal titolo originale di Seom, firmata da tal Kim Ki-duk, un allora emerito sconosciuto al pubblico dei festival cinematografici internazionali, venne presentata al Lido, preceduta da voci di film dal contenuto erotico molto alto, nessuno immaginava che quel film avrebbe segnato la storia di quell'edizione del festival, e che avrebbe spalancato le porte ad uno dei registi orientali più visionari, estremi e personali della sua generazione. L'abbandono della sala durante le proiezioni del film, o l'interruzione delle stesse per via del malore che ha colto più di uno spettatore, è ormai leggenda e fa parte del mito che si è costruito nel corso degli anni intorno al film e all'insostenibilità di alcune sequenze.
Il film è sostanzialmente la storia di una fuga, in apparenza da responsabilità oggettive, ma sostanzialmente da sé stessi, alla ricerca dell'isola che ognuno di noi spera nel profondo del proprio io, di poter raggiungere prima o poi; l'isola dell'abbandono, della pace, del riposo e della serenità verso sé stessi e verso gli altri.
Elemento fondamentale del film è l'acqua che divide fra loro gli uomini e le loro piccole case galleggianti, ma che è l'elemento primario a cui tutti si rivolgono, per pescare, per defecare, per ritrovarsi nel suo scorrere come la vita stessa.
I due protagonisti sono come due isole separate l'una dall'altra dalla solitudine, dal senso di colpa, dalla disperazione, che troveranno un punto di contatto e di fusione nell'attrazione, nel sesso e infine nell'amore, passando attraverso gli estremi dell'autolesionismo e del masochismo, della gelosia, del senso di colpa e dell'omicidio.
Film molto sanguigno L'isola, viscerale, violento, a tratti ripugnante, ma poetico e sublime allo stesso tempo, che mostra l'amore quando diventa ossessione, rabbia e irrazionalità.

Da una dichiarazione del regista
"...l'isola è il luogo cui tutti aneliamo, ma che rifuggiamo quando ci giunge a noia. Così l'isola di un uomo è una donna, e l'isola di una donna è un uomo..."              
                                                                                                                     
V.M.


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