CARNAGE

regia Roman Polanski
con Jodie Foster, Kate Winslet,
John C. Reilly, Christoph Waltz

sceneggiatura Roman Polanski, Yasmina Reza
fotografia Pawel Edelman
montaggio Herve De Luze
scenografia Dean Tavoularis costumi Milena Canonero
musica Alexandre Desplat
produzione Said Ben Said
distribuzione Medusa
durata 1h19m

Francia, Germania, Polonia 2011                                                              
    
 

La trama: Due coppie benestanti dell'Upper East Side newyorchese si incontrano per discutere delle conseguenze di una scaramuccia avvenuta tra i loro figli adolescenti, che ha lasciato uno di loro con un labbro gonfio e un dente rotto. L'incontro nato sotto i migliori auspici di buoni propositi e convenevoli di rito, si trasformerà in breve tempo in una carneficina al vetriolo in cui i falsi moralismi e la facciata di perbenismo dei quattro, verranno alla luce senza alcun riserbo.


Il registaAttore, sceneggiatore, regista, uno dei grandi maestri del cinema, Roman Polanski nasce a Parigi nel 1933, da genitori polacchi. Sopravvissuto da bambino al ghetto di Varsavia, studia cinema a Lodtz e dopo vari corti, debutta nel lungometraggio nel 1962 con un film ormai entrato nella storia del cinema, Il coltello nell'acqua. Lavora nel cinema tra Europa e Stati Uniti e tra i suoi numerosi film ricordiamo Repulsione ('65), Cul de Sac ('66), Per favore non mordermi sul collo ('67), Rosemary's baby ('68), Che? ('72), Chinatown ('74), L'inquilino del terzo piano ('76), Frantic ('88), Luna di fiele ('92), La morte e la fanciulla ('94), La nona porta ('99), Il pianista, con cui vince la Palma d'oro e l'Oscar per la regia nel 2001, Oliver Twist ('05), L'uomo nell'ombra, miglior film agli EFA 2010..


Il film: Alexandre Desplat, note in crescendo. Tasti premuti sull'immobilità voluta da Roman Polanski in un piano lungo con una banda di ragazzini sullo sfondo. Resterà l'unica inquadratura in esterni, preludio ad un gesto che scatena la furia del dio della carneficina. Presentato in abiti inoffensivi: "Grazie per essere venuti, è molto meglio risolverla così che con un atteggiamento ostile", il meccanismo della pièce di Yasmina Reza, pubblicata in Italia da Adelphi, prevede un esile appiglio di partenza (un bambino ne colpisce un altro e i genitori vanno a scusarsi con la sua famiglia) che tira dentro implicazioni sempre più estese sulle convenzioni sociali, i rapporti interpersonali, l'educazione e i rapporti di coppia (le quattro persone si confrontano prima superficialmente poi in modo sempre più intimo).
In Carnage, Polanski fomenta schermaglie che da leggere diventano insanabili, enfatizzando gesti banali (Christoph Waltz, che ne
è un maestro, si esibisce nell'ossessione del cellulare) e spaziando stilisticamente dal rigido campo/controcampo da interni alla profondità trovata negli scorci di un corridoio e di uno specchio posto dietro gli attori.
Sembra cos
ì di trovarsi nella versione comico-teatrale di In un mondo migliore, con un soggetto quasi più cattivo di quello scritto da Susanne Bier, perché in Carnage ognuno dei quattro protagonisti difende una compostezza di facciata che cede sotto i colpi dell'infelicità e della frustrazione.
La versione originale
è un saggio di tecniche di recitazione in cui all'eleganza di Waltz si contrappongo gli isterismi appena celati di Jodie Foster, la compostezza prossima alla crisi di Kate Winslet e la sprovveduta genuinità difesa da John C. Reilly. Sono loro, anche più del taglio dato da Polanski, a rendere possibili sequenze dai particolari demenziali, come a dimostrare che è la forma è non l'oggetto l'eventuale valore artistico di una forma di racconto.
Cose che inevitabilmente si perdono nelle voci italiane, come nel terribile tono da ubriaca dato alla Winslet da Chiara Colizzi. Ma sotto c'
è pur sempre la sceneggiatura, che regge alla grande i settanta minuti del film ed esorcizza con risate amare un senso di colpa in cui lo spettatore si può riconoscere.
Perch
é "tutti si interessano solo a se stessi, anche se vogliamo illuderci di fare qualcosa anche per gli altri". Mediocrità e rancori vestiti a festa, per la fame del dio della carneficina.

                                                                                                                       M.Z.


versione per la stampa