LA PRIMA COSA BELLA
regia Paolo Virzì
con Valerio
Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Stefania Sandrelli,
Claudia Pandolfi, Marco Messeri, Fabrizia Sacchi
sceneggiatura
Francesco Bruni, Francesco Piccolo, Paolo Virzì
fotografia Nicola
Pecorini
montaggio Simone
Manetti
scenografia
Tonino Zera
costumi
Gabriella Pescucci
musica Carlo
Virzì
produzione
Motorino Amaranto, Indiana Production
distribuzione
Medusa
durata 1h58m
Italia 2010
La trama:
Bruno, quarantenne depresso, vive lontano dalla famiglia d'origine livornese
oppresso
dal ricordo ingombrante di una madre bellissima, Anna, guardata sempre da tutti,
frivola e volubile. L'uomo che conduce una relazione non definita con
Sandra, viene rintracciato dalla sorella Valeria che gli comunica la notizia
della malattia
terminale della madre e lo costringe ad un forzato ritorno a casa, fra i ricordi
agrodolci dell'infanzia e l'amara accettazione del presente.
Il regista: Paolo Virzì nasce a Livorno nel 1964 e studia sceneggiatura presso il Centro
Sperimentale. Esordisce alla regia nel 1994 con La bella vita che
lo mette subito in risalto come uno dei nuovi registi italiani più
interessanti, e che lancia la stella di Sabrina Ferilli. Seguono Ferie
d'agosto ('95), Ovosodo ('97), Premio Speciale della Giuria a
Venezia, Baci e abbracci ('99), My name is Tanino ('02),
Caterina va in città ('03),
N - Io e Napoleone
('06), Tutta la
vita davanti ('07).
Il film:
Si piange e si ride nell'ultimo
film di Paolo Virzì, il suo più maturo, compiuto e adulto, da molti definito
come l'omaggio di un regista alla propria donna.
Ed è infatti il personaggio di una donna, su cui ruotano le vicende strambe e
bizzarre della pellicola, che rimane più impresso nella memoria dello
spettatore, una donna prorompente, che prende la vita di petto, che non si
abbatte, un po' leggera, con la testa sempre per aria, ma viva, trascinante e
sincera fino in fondo. Il personaggio è quello di Anna, interpretato sullo
schermo da due attrici superbe, divise da due generazioni diverse ma accomunate
da un talento vero quanto raro, Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli.
In quarant'anni di storia livornese, dai settanta ai giorni d'oggi, La prima
cosa bella racconta la vita di Bruno, rovinata dalla frivolezza di una
madre bellissima, di cui riuscirà a comprendere veramente la vivacità e la
verità soltanto alla fine, una donna che eletta reginetta ad una sagra di rione
nell'estate del 1971, scatenerà la gelosia incontenibile di un marito fin troppo
italiano, e l'imbarazzo di un figliolo quasi adolescente che condizionerà tutta
la sua vita.
Dopo aver raccontato l'Italia dell'arrivismo economico e sociale, gli italiani
in vacanza, la lotta politica e sindacale, la fuga verso altri lidi non italici,
lo sbocciare dell'adolescenza di una bambina, l'essersi confrontato con il film
storico, senza però perdere la sua verve leggera, e dopo aver guardato in
faccia, con ironia da maestro, il mondo dei call-center, Paolo Virzì ha il
coraggio di tornare alle origini, di cancellare tutto il suo background di
regista affermato, tutto quello che ha fatto fino ad ora e ritrovare la capacità
di guardarsi indietro rivolgendosi al passato, alle origini, agli inizi, quando era un giovane studente
del Centro Sperimentale, costruendo una storia fatta di sentimenti puri,
semplici, universali, in cui chiunque riesce ad identificarsi. Il suo è un film
sincero, spontaneo, che parla di noi, della famiglia, di quei rapporti
salutarmente malsani che a volte ci rovinano la vita, ci spingono verso strade
che non avremmo voluto intraprendere, ma che costituiscono il nostro humus
personale, che sono alla base di noi stessi, e che restano, malgrado a volte ne
siamo inconsapevoli, dei fari di riferimento nel corso della vita, su cui far
rotta sempre, per ritrovare sicurezza e stabilità.
Raccontato con la gentilezza ruvida della gente qualunque, dipinto attraverso
veri e propri quadri di inquadrature che rievocano sprazzi di vita passata ma
vissuta, La prima cosa bella è un film diretto, che parla senza
mezze misure, che racconta di impulsi, emozioni, affetti e passioni, amori,
dolori, sensazioni e consapevolezze a volte amare.
Rubato il titolo ad una celebre canzone, un evergreen nostalgico e nei geni di
tutti gli italiani, è con naturalezza e contemplato abbandono che, dopo aver
pianto tanto e riso un po' di meno, non ci meravigliamo di sorprenderci a
canticchiare nella mente ancora per giorni, le parole de La prima cosa bella.
Fotografato con tocco nostalgico da Nicola Pecorini, genio internazionale della
steadicam, vestito dai costumi dettagliati e precisi del premio Oscar Gabriella
Pescucci, recitato da attori comodamente a loro agio nei panni dei personaggi,
dalle già citate Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli, mai così brave, ad un
perfetto depresso cronico Valerio Mastandrea, ad una comprensibilmente isterica
Claudia Pandolfi, fino ai caratteristi livornesi Marco Messeri e Dario
Ballantini, La prima cosa bella ha incassato la ragguardevole cifra
di sette milioni di euro in Italia, ha vinto quattro Nastri d'Argento, tre David
di Donatello e si è incamminato verso l'ispida strada dell'Oscar.
V.M.
versione per la stampa