N   IO E NAPOLEONE

regia Paolo Virzì
con Elio Germano, Daniel Auteuil, Monica Bellucci,
Valerio Mastandrea, Sabrina Impacciatore, Francesca Inaudi
sceneggiatura Scarpelli, Bruni, Virzì
fotografia Alessandro Pesci
montaggio Cecilia Zanuso
scenografia Francesco Frigeri costumi Maurizio Millenotti
musica Paolo Buonvino, Juan Bardem
produzione Cattleya
distribuzione Medusa
durata 1h43m

Italia 2006
 

La trama: 18 maggio 1814, Napoleone è esiliato sull'Isola d'Elba. Martino Papucci, maestro elementare  patriottico e idealista, odia la figura dell'imperatore e sogna di ucciderlo. Quando gli viene offerta la possibilità di diventare il traduttore dell'ex re di Francia, coglie subito l'occasione di essere così vicino alla sua vittima predestinata ed accetta senza esitazioni, fiutando la preziosa opportunità.


Il regista: Paolo Virzì nasce a Livorno nel 1964 e studia sceneggiatura presso il Centro Sperimentale. Esordisce alla regia nel 1994 con La bella vita  che lo mette subito in risalto come uno dei nuovi registi italiani più interessanti, e che lancia la stella di Sabrina Ferilli. Seguono Ferie d'agosto ('95), Ovosodo ('97), Premio Speciale della Giuria a Venezia, Baci e abbracci ('99), My name is Tanino ('02), Caterina va in città ('03).


Il film: E' un grandioso e spettacolare affresco d'epoca, allo stesso tempo divertente ed ironico, il primo film in costume di Paolo Virzì, che pur maneggiando materiale a lui non consono, non tradisce l'illuminata tradizione toscana goliardica e irriverente che non è mai mancata come caratteristica di riferimento del suo cinema, pur avendo affrontato negli anni tematiche diverse, sociali (La bella vita, Ferie d'agosto), politiche (Ovosodo), o generazionali (Caterina va in città) che siano state.
Il film prende spunto dal libro N  di Ernesto Ferrero, romanzo di fantasia che si basa però su un documentato fatto storico, i trecento giorni passati in esilio a San Martino, piccola comunità di contadini e pescatori dell'Isola d'Elba, dall'imperatore Napoleone Bonaparte. L'idea del romanzo venne allo scrittore durante la visita ad una mostra di libri portati con sé dallo stesso Napoleone a San Martino, e scelti la sera immediatamente precedente il viaggio forzato in Italia; libri molto diversi l'uno dall'altro, che spaziavano fra i generi, da trattati di apicoltura e mineralogia, a saggi, a libri di storia. La figura di Napoleone costituisce l'unico personaggio realmente esistito sia del romanzo che del film, mentre quella del patriottico maestro elementare Martino, pieno di sogni di gloria, che ama la poesia e la libertà, pur riflettendo in un certo senso i personaggi del giovane Werter (e dei suoi dolori) o dello Jacopo Ortis foscoliano  e antinapoleonico, è immaginaria.
Il film di Virzì pur essendo colto e non mancando di autorevolezza, ironizza molto sulla figura dell'imperatore, non raccontando le sue gesta di stratega e grande uomo politico che conoscono tutti, ma soffermandosi soprattutto sulle sue debolezze, sui suoi difetti, sui tic maniacali, mostrandolo spesso con l'aria stanca, abbattuta ed anche infelice, mostrando in sintesi il suo lato più umano e più vicino alle persone comuni, come Martino.
Il film si avvale di grandi performance tecniche, dalla fotografia d'altri tempi di Alessandro Pesci, ai minuziosi costumi del grande Maurizio Millenotti fino scenografie imponenti e sontuose di Francesco Frigeri. Le scene del porto dell'Elba, fra cui quella spettacolare dello sbarco di Napoleone, sono state girate nel porto di Piombino, per l'occasione radicalmente trasformato e riportato al secolo scorso, mentre per altre location sono stati scelti luoghi come l'oasi incontaminata di Baratti, Campiglia, o paesini dell'entroterra toscano come Populonia e Suvereto, che hanno mantenuto intatto il loro aspetto antico.
In alcune sequenze appare anche l'Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina italiana.
Illuminato il gruppo di attori da Daniel Auteuil, l'unico non italiano, ai non toscani Elio Germano (Mio fratello è figlio unico), Valerio Mastandrea, Sabrina Impacciatore e Francesca Inaudi, che sembrano del tutto a loro agio con un accento a loro non familiare, ad un pacato ma non troppo Massimo Ceccherini, fino ad una divertita, sboccata Monica Bellucci nelle vesti di Emilia, baronessa burina ma molto scaltra.

                                                                                                                      V.M.


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