MINE VAGANTI
regia Ferzan
Ozpetek
con Riccardo
Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi,
Ennio Fantastichini, Elena Sofia Ricci, Ilaria Occhini
sceneggiatura
Ivan Cotroneo, Ferzan Ozpetek
fotografia
Maurizio Calvesi
montaggio
Patrizio Marone
scenografia
Andrea Crisanti
costumi
Alessandro Lai
musica Pasquale
Catalano
produzione
Domenico Procacci
distribuzione
01 Distribution
durata 1h50m
Italia 2010
La trama:
Tommaso è il secondogenito di una benestante famiglia pugliese, titolare di uno
dei più importanti pastifici della regione. Trasferitosi a Roma per studiare
economia e commercio, il giovane è in procinto di rientrare a casa per
l'agognato passaggio di gestione dell'azienda a lui ed al fratello Antonio.
Tommaso però è deciso a rivelare finalmente la propria omosessualità e la sua
volontà di rimanere a Roma per tentare la carriera di scrittore. Ma i suoi piani
salteranno.
Il regista: Nato
a Istanbul nel 1959, Ferzan Ozpetek si trasferisce diciassettenne a Roma per studiare cinema.
Nell'82 inizia come assistente di regia per Troisi, Ponzi, Bava, Tognazzi, Nuti,
Citti e Risi. Debutta come regista nell'97 con Hamam - il bagno turco,
che partecipa alla Quinzaine des Realizateurs a Cannes. Seguono Harem Suare
('99), Le
fate ignoranti ('01),
La finestra di
fronte ('03), Cuore sacro ('05), Saturno contro ('07),
Un giorno perfetto ('08).
Il film:
Arrivato alla maturità dei cinquant'anni, il regista italo-turco Ferzan Ozpetek
abbandona in un certo senso il pathos drammatico e la serietà che aveva
caratterizzato praticamente tutta la sua produzione antecedente, per abbracciare
nel suo ultimo film i toni più ilari e leggeri della commedia.
Il racconto è quello corale di una famiglia italiana, una tipica, numerosa
famiglia del Sud, che seppur borghese e benestante resta legata a mentalità
arcaiche e d'altri tempi, a meccanismi di comportamento dettati non da volontà
individuali ma piuttosto dai ruoli che ogni componente familiare è chiamato a
giocare di fronte alla comunità. Le vere mine vaganti del titolo
sono ognuno di loro e non come potrebbe apparire ad una prima analisi, i vari
personaggi più eccentrici che man mano appariranno nel corso degli eventi.
Protagonista principale della storia è Tommaso, giovane rampollo di una
benestante famiglia del Salento, trasferitosi da anni a Roma dove vive
felicemente la propria omosessualità insieme al compagno Marco, e dove sogna di
intraprendere una carriera in campo letterario, piuttosto che prendere in mano
le redini dell'azienda di famiglia e far ritorno a Lecce.
All'inizio della storia vediamo Tommaso in procinto di tornare a casa per
confessare finalmente a tutti la sua vera identità ed i suoi progetti futuri.
Questo dovrebbe fare del suo personaggio un eroe forte, un uomo deciso a portare
avanti le sue ragioni ed a seguire i suoi sogni, anche a costo di perdere gli
importanti legami familiari con i suoi cari, ma non è così. Tommaso è un
personaggio passivo, che non agisce ma piuttosto reagisce a decisioni prese da
altri e che non riesce a combattere situazioni che lo vedono protagonista suo
malgrado di violenze e prevaricazioni forzate che vanno ben oltre la sua
volontà.
Intorno a lui vari personaggi si muovono con apparente tranquilla sinuosità;
Vincenzo, un padre antico e proiettato verso il passato, omofobo e fedifrago,
che non concepisce la felicità dei suoi figli che vede solo come un naturale
prolungamento di se stesso. Stefania, una madre affettuosa e centro della
famiglia, in realtà una donna autoritaria che vuole tutto sotto il suo
controllo, e che pur amando i suoi figli non riesce apertamente a mettersi dalla
loro parte. Luciana, la zia repressa e vogliosa di una vita diversa, schiacciata
dalle incombenze e responsabilità familiari, a cui non ha mai avuto il coraggio
di ribellarsi. Suo fratello Antonio, che malgrado sia il figlio perfetto,
volenteroso e lavoratore, nasconde un segreto che non riesce più a tenere per
sé. La nonna che ha creato l'azienda di famiglia insieme a suo cognato e che per
tutta la vita ha vissuto nel rimpianto di un amore non corrisposto. Anche
l'amica d'infanzia Alba, un po' innamorata di Tommaso, con un passato triste
alle spalle, non è del tutto in piena lucidità e compie atti non propriamente
logici ed equilibrati.
Tutto questo materiale sarebbe perfetto per un dramma esistenziale dalle tinte
forti ma il regista decide di raffigurare il perbenismo altoborghese e di
provincia della famiglia Cantone attraverso i toni leggeri e scherzosi della
commedia. Si ride comunque per esorcizzare l'omofobia del nostro tempo,
l'atteggiamento comunemente diffuso nella società di oggi di rifiuto verso certi
concetti, negativo, sostanzialmente razzista, retrogrado, superato e provinciale
riguardo temi come l'omosessualità, la libertà d'identità sessuale, l'idea di
famiglia allargata o composta da membri dello stesso sesso.
Melodramma, a cui il regista comunque non rinuncia in maniera definitiva, e
commedia all'italiana perfettamente coniugati insieme, con dei picchi
macchiettistici irresistibili, alternati a momenti toccanti e dolorosi.
Totalmente girato a Lecce nel corso di un torrido agosto, Mine vaganti
è il primo film del regista (dopo Harem suare) ad essere ambientato fuori
Roma, e vede fra i protagonisti diversi nomi noti del cinema italiano, a partire
da un sempre più bravo Riccardo Scamarcio, ad uno straordinario Ennio
Fantastichini, ad una preziosa e dolente Ilaria Occhini, per finire con Elena
Sofia Ricci, Alessandro Preziosi, Nicole Grimaudo e Lunetta Savino perfettamente
in ruolo.
Da non dimenticare i comprimari Daniele Pecci, Mauro Bonaffini e Gianluca De
Marchi nel ruolo degli amici di Tommaso, che costruiscono i personaggi più
divertenti della storia, regalandoci alcune delle migliori gag del film.
Come in tutti i film di Ozpetek non poteva mancare una notevole colonna sonora,
firmata in questo caso da Pasquale Catalano, già autore delle musiche de Le
conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino, fra cui spicca il brano
50mila, vero leitmotiv della pellicola reinterpretato per il film da Nina
Zilli, due canzoni di Patty Pravo, Pensiero stupendo e l'inedito
Sogno, e Una notte a Napoli dei Pink Martini, il tutto
mixato con brani tratti dalla tradizione canora spagnola, araba e turca.
Con tredici candidature ai David di Donatello (due vinti per la Occhini e
Fantastichini), il Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New
York, cinque Nastri d'argento, quattro Globi d'oro e una nomination agli
European Film Award, Mine vaganti è stato uno dei migliori successi
del regista venduto in oltre quindici paesi nel mondo.
V.M.
versione per la
stampa