FISH TANK

regia Andrea Arnold
con Katie Jarvis, Kierston Wareing, Michael Fassbender,
Rebecca Griffiths, Carrie-Ann Savill, Toyin Ogidi

sceneggiatura Andrea Arnold
fotografia Robbie Ryan
montaggio Nicolas Chaudeurge
scenografia Christopher Wyatt costumi Jane Petrie
musica Liz Gallacher
produzione Kees Kasander, Nick Laws
distribuzione One Movie
durata 2h00m

G.B. 2009                                                              
    
 

La trama: Mia è una quindicenne isolata e solitaria che vive in una zona suburbana dell'Essex, insieme alla sorella minore e ad una madre single assente e noncurante delle figlie. Mia non ha amici e l'unico suo interesse è la musica hip-pop, sul cui ritmo balla da sola in un appartamento disabitato. Quando la madre porta a casa Connor, il suo nuovo fidanzato, la ragazza manifesta ostilità verso l'uomo che è comunque gentile con lei e cerca di instaurare un rapporto sincero.


La regista: Andrea Arnold nasce nel Kent nel 1961 ed è un'attrice, sceneggiatrice e regista britannica. Inizia come attrice televisiva per programmi per bambini nei primi anni ottanta, per passare alla regia nel 1998 con il corto Milk. Nel 2003 vince il premio Oscar con il suo secondo cortometraggio, Wasp. Realizza il suo primo lungometraggio, Red road, nel 2006 con cui vince il premio della giuria al Festival di Cannes, premio che bissa nel 2009 con Fish tank.


Il film: Spaccato dell'Inghilterra del terzo millennio, che affonda le sue radici in un cinema loachiano ma anche e soprattutto dardenniano, questo Fish tank  della pluripremiata regista anglosassone Andrea Arnold. Specchio glaciale di un'umanità persa raccontato attraverso le vicende di Mia, una moderna Rosetta che sembra destreggiarsi svogliatamente fra una madre assente, un patrigno fin troppo presente, l'amore disperato per una cavalla malata e il sogno nel cassetto di diventare una ballerina hip-pop.
La Arnold si conferma un'artista attenta al proprio tempo, capace di raccontare nei suoi film la realtà di una nuova generazione di inglesi che ha superato gli anni del Thatcherismo, ma che ora si confronta col degrado e l'imbarbarimento delle nuove classi sociali, sempre abbandonate dallo stato e dalla società come lo erano quelle raccontate dal primo Loach, ma che ora devono confrontarsi anche con la perdita totale di un senso morale verso valori come la famiglia, la solidarietà e l'aggregazione, punti forti del proletariato dei loro padri.
Gli adulti che ci racconta la Arnold in Fish tank  sono persone immerse in una sorta di limbo dove responsabilità e maturità sembrano essere elementi a loro lontanissimi. Madri assenti e perse in un disperato, fallimentare tentativo di rimanere per sempre delle adolescenti, distratte, non consapevoli del loro fondamentale ruolo verso i propri figli; uomini che rifuggono dalla responsabilità di una famiglia, nascondendosi in relazioni fugaci e senza fondamenta; altri uomini e donne che vediamo in sottofondo che non si scandalizzano nell'aprire la strada a ragazzine appena affacciatesi alla vita, verso il mondo fatuo e senza scrupoli dei night club, degli spogliarelli e degli spettacoli per soli adulti.
Lo stato e la chiesa che nei primi film di Ken Loach erano elementi forti, punto di riferimento per i suoi personaggi, qui sono totalmente assenti, o defilati a ruolo di comparse (l'incontro con l'assistente sociale a casa di Mia).
E' un'umanità immorale, inerte quella che ci racconta la Arnold, smarrita in un mondo buio, squallido, impassibile ed indifferente, dove gli adolescenti sembrano avere più senso pratico degli adulti. Almeno Mia, la protagonista quindicenne del film, che distratta e distaccata sembra riuscire a trovare la propria strada ed a riuscire a scuotersi da una vita altrimenti destinata a risucchiarla ed intrappolarla come un pesce in un acquario, senza via di fuga.
Il sentimento vero che prova per la cavalla morente non servirà a salvarla, ma le darà lo spunto per guardare altrove e prendere coscienza dell'importanza della propria vita e della propria persona. Fugge quindi da un mondo chiuso su se stesso dove le persone per dirsi "ti voglio bene" dicono "ti odio", dove non riuscendo a stringersi in un abbraccio preferiscono trovare un contatto ballando gli stessi passi di un pezzo musicale (il saluto con la madre).
Impeccabili tutti gli interpreti dalla giovane Katie Jarvis, al suo primo ruolo al cinema nei panni di Mia, la cui interpretazione è stata riconosciuta con plauso unanime, a Kierston Wareing, lanciata da Ken Loach con In questo mondo libero..., perfetta nel ruolo della madre assente e svanita, fino all'anglotedesco Michael Fassbender nel ruolo ambiguo di Connor, già apparso in pellicole come Bastardi senza gloria  e Hunger.
Presentato in concorso a Cannes 2009, il film ha vinto il premio della giuria, già conquistato  dalla regista nel 2006 con il suo precedente lavoro Red road.
                                                                                                                      V.M.



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