REVOLUTIONARY ROAD

regia Sam Mendes
con Kate Winslet, Leonardo DiCaprio, Kathryn Hahn,
David Harbour, Kathy Bates, Michael Shannon

sceneggiatura Justin Haythe
fotografia Roger Deakins
montaggio Tariq Anwar
scenografia Kristi Zea costumi Albert Wolsky
musica Thomas Newman
produzione John N. Hart, Scott Rudin, Sam Mendes, Bobby Coen
distribuzione Universal
durata 1h59m


Usa 2008
 

La trama: Nel Connecticut degli anni '50, Frank e April Wheeler sono una giovane coppia con due bambini, appena trasferitasi in un nuovo quartiere residenziale. Un po' eccentrici e anticonformisti, si sono sempre sentiti diversi dagli altri e destinati ad una vita fuori dal comune, sentono però il peso delle convenzioni sociali che li intrappolano in un'esistenza di routine. Un giorno April propone al marito di seguire il suo vecchio sogno di trasferirsi a Parigi.


Il regista: Nato (come sua moglie Kate Winslet) a Reading, in Inghilterra, nel 1965, Sam Mendes inizia in teatro negli anni novanta, fonda la Donmar Warehouse di Londra che dirige per dieci anni fino al 2002. Produce oltre sessanta rappresentazioni teatrali, anche per la Royal Shakespeare Company e per il National Theatre. Debutta nel cinema nel 1999 con American beauty, che vince cinque Oscar, fra cui miglior film e regia, seguito da Era mio padre ('02).
Nel 2005 ha diretto Jarhead.


Il film: Ad un grande esperto di rappresentazioni su grande schermo di relazioni matrimoniali malate come Mike Nichols, ricordiamo i suoi Chi ha paura di Virginia Woolf?, Conoscenza carnale, e il più recente Closer, sicuramente possiamo avvicinare oggi il nome di Sam Mendes che in una delle migliori pellicole della scorsa stagione, Revolutionary Road, offre un ritratto agghiacciante di quanto può esserci di sbagliato e malsano in un matrimonio.
Pur essendo ambientato negli anni cinquanta, il film non è una rappresentazione di quel periodo ma racconta piuttosto una storia attuale, universale e molto contemporanea, vera oggi quanto poteva esserlo quaranta o cinquant'anni fa.
Un film sulla complessità del matrimonio, una storia d'amore tragica tra due persone che si amano, che sentono di dover stare insieme ma che non ci riescono, divise fra quello che sono gli insegnamenti ricevuti dai genitori e dalla società (famiglia, lavoro, stabilità), e quello che sono invece le loro aspirazioni e desideri.
April e Frank sono un uomo e una donna un tempo felici, che si ritrovano a vivere in una bella casa residenziale, con dei figli, con la sicurezza di un lavoro, ma che arresisi ai compromessi della vita che tutti o quasi accettiamo, si rendono conto di quanto siano intrappolati in un'esistenza che non era quella che desideravano, costretti in una piccola casa di periferia nel mezzo dei boschi del Connecticut, in un circolo claustrofobico che li condurrà verso l'inevitabile esplosione. Il film è sostanzialmente il racconto delle loro due solitudini.
Frank, diviso tra l'accettare il conformismo in cui vive o il rifiutarlo rincorrendo i suoi ideali, è sempre solo, anche quando si trova fra decine di persone, al lavoro o sul treno che lo porta ogni giorno in città. April che rimpiange un possibile passato da attrice, è ugualmente sola, rinchiusa in una casa che diventa sempre più una prigione (significative le inquadrature che la riprendono spesso dall'esterno della casa, attraverso le grate delle finestre).
Il percorso dei due all'interno della crisi matrimoniale è tuttavia opposto. Lei non rimane inerme ma agisce, prende una decisione ed anche se compirà cose orribili, si ribella, si muove in una direzione sì estrema, grave e irrazionale, ma che in un certo senso la giustifica.
Il marito al contrario resta immobile, impossibilitato a qualsiasi azione, intrappolato anch'egli dalle proprie paure, timoroso di un futuro insicuro, bloccato in una sorta di limbo d'indecisione da cui viene scosso, travolto e trascinato via dalla decisione presa dalla moglie.
Per questo Revolutionary Road  non è solo un film sulla delusione, l'inappagamento, l'infelicità che si prova nei confronti della propria vita, ma è soprattutto un film che ci interroga su chi siamo e chi vogliamo essere, su quanto veramente siamo disposti a mettere in gioco di noi stessi per essere felici, per essere chi vogliamo, con chi vogliamo e nel modo in cui vogliamo, e su quanta paura abbiamo di diventarlo veramente, su quanti rischi siamo pronti a correre per esserlo. Forse si ha una sola opportunità nella vita per essere felici con la persona giusta, e se non siamo pronti a prenderla, tutto ci può crollare attorno.
L'aspetto visivo della pellicola contribuisce a sottolineare il senso d'inesorabilità e di claustrofobia della storia, e l'ineluttabilità del destino dei suoi protagonisti.
Nessuna scena del film è stata girata in studio, bensì su set reali e con luce naturale. Mendes ha voluto vere location, una vera casa e un vero quartiere residenziale dove poter far immergere gli attori in un background familiare e realistico. Ha voluto inoltre avere la possibilità di poter passare senza interruzione di continuità temporale da riprese in interni ad altre in esterni e viceversa, cosa piuttosto anomala (e costosa) da realizzare in termini tecnici.
Le case degli anni cinquanta erano piuttosto piccole per poter ospitare un'intera troupe cinematografica, ma la fedeltà alla storia ed ai personaggi, imponeva che la casa fosse di quel periodo. Per trovare la casa giusta per il film di conseguenza, sono state ispezionate oltre duecento abitazioni. Alla fine si è scelta una casa costruita leggermente dopo il 1955, anno in cui prende vita la storia, un po' più grande di quello che sarebbe dovuta essere, ma ridotta in dimensioni sullo schermo, grazie a particolari accorgimenti tecnici utilizzati in fase di ripresa e in post-produzione.
Gli arredamenti ricercatissimi della scenografa Kristi Zea (Quei bravi ragazzi, Il silenzio degli innocenti) contribuiscono a creare un'atmosfera di autenticità e di vita vissuta sia nella casa dei Wheeler, che nei luoghi pubblici come la sede della Knox dove Frank lavora, ricostruita all'interno di un palazzo di soli uffici di Manhattan, con ancora le architetture originali degli anni cinquanta, sia nelle scene del quotidiano viaggio in treno di Frank, dove i pendolari hanno in mano addirittura copie ristampate dei giornali di quegli anni.
Il film ci offre due grandi scene in ampi spazi aperti entrambe realizzate a New York. La prima è un'inquadratura della strada fuori dell'ufficio di Frank, per le cui riprese è stato necessario chiudere per mezza giornata un'intera strada di Tribeca, l'altra è l'arrivo dei pendolari alla Central Station a Manhattan. Per queste da un punto di vista visivo, spettacolari riprese sono state utilizzate oltre duecento comparse vestite in ogni minimo dettaglio anche con costumi originali, ventiquattrore e cappelli a falda larga d'epoca, e decine di automobili e automezzi vari, sempre originali di quegli anni.
Tratto da un romanzo di Richard Yates, il film prende vita dall'interesse del produttore John Hart, che ne fa trarre una sceneggiatura dallo scrittore Justin Haythe. Kate Winslet, che aveva già letto il libro, si dimostra subito interessata alla parte ed è la prima ad entrare nel progetto. La decisione del marito a dirigerlo arriva circa un anno dopo, essendo il regista ancora piuttosto impegnato nella post-produzione di Jarhead, mentre Leonardo DiCaprio ha impiegato due anni e mezzo per decidere di fare il film, a causa degli innumerevoli impegni dell'attore. Revolutionary Road  è il primo film dopo Titanic  che rivede insieme sullo schermo la coppia Winslet/DiCaprio, ed anche il primo che la Winslet gira diretta dal marito.
I due attori sono in scena due animali da palcoscenico e riescono a far vivere sullo schermo, in un duello recitativo da cui non escono vincitori, la spontaneità e l'autenticità di un rapporto di coppia ferito, umiliato, martoriato da reciproche crudeltà, manipolazioni e meschinità. L'energia sprigionata negli scontri fra i due sullo schermo, la violenza e la spietatezza con cui l'uno attacca l'altra nei numerosi climax che la bellissima sceneggiatura offre ai due attori, fa delle loro prove recitative il fiore all'occhiello di un film perfetto, altresì le loro migliori interpretazioni ad oggi. La Winslet ha vinto entrambi i Golden Globes come miglior protagonista per Revolutionary Road  e come miglior non protagonista per The reader, sua altra grande interpretazione della passata stagione.
Da non dimenticare il bravissimo Michael Shannon, candidato all'Oscar per il ruolo dello schizzato John Givings, unico personaggio del film a non mentire a se stesso e agli altri, pur nei vaneggiamenti della sua mente malata.
                                                                                                                     V.M.


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