LA BANDA BAADER MEINHOF

regia Uli Edel
con Martina Gedeck, Moritz Bleibtreu, Johanna Wokalek,
Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Heino Ferch

sceneggiatura Bernd Eichnger
fotografia Rainer Klausmann
montaggio Alexander Berner
scenografia Bernd Lepel costumi Birgit Missal
musica P, Florian Tessloffter Hinderthur
produzione Bernd Eichinger
distribuzione Bim
durata 2h30m


Germania 2008
 

La trama: I terribili anni di piombo della Germania dell'Ovest, raccontati attraverso le gesta della rinomata banda che prese il nome dai suoi fondatori, Andreas Baader e Ulrike Meinhof.
Insieme a Gudrun Ensslin, costituiscono un gruppo terroristico che vuole combattere il nuovo governo, colpevole di un'intesa troppo stretta con gli Usa e sottilmente colluso con i vecchi gerarchi nazisti. La storia dei loro attentati e degli sforzi della polizia per riuscire a catturarli.


Il regista: Uli Edel nasce in Germania, a Neuenburg am Rhein, nel 1947 e studia Letteratura e Drammaturgia Tedesca a Monaco per poi iscriversi all'Accademia di Cinematografia. Qui realizza i suoi primi corti, prodotti già da Bernd Eichinger. Il suo primo film rimane ad oggi il suo lungometraggio più famoso, Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berino ('81). Seguono Ultima fermata Brooklyn ('89), Body of evidence ('92), Purgatory ('99), Il mio amico vampiro('00), Il male non muore mai ('03), molti dei quali realizzati negli Usa.


Il film: Il racconto dei brevi ma sanguinosi anni di attività della RAF (Frazione Armata Rossa), organizzazione della estrema sinistra tedesca che sfociò negli anni settanta con attività terroristiche ricordate ancora oggi come il periodo più buio della Germania post seconda guerra mondiale. Alla base della nascita del movimento Andreas Baader e Ulrike Meinhof, da cui lo stesso gruppo armato prese il nome.
Nel 1968 Andreas Baader insieme alla sua compagna Gudrun Ensslin (altro nome di spicco all'origine del movimento) furono arrestati per aver fatto esplodere una bomba incendiaria presso un negozio di Francoforte. Due anni dopo, il 14 maggio 1970, durante un'intervista organizzata dalla polizia con la giornalista e attivista politica Ulrike Meinohf, Baader fu fatto evadere da un gruppo sovversivo organizzato ed armato, di cui faceva parte anche la Ensslin. La stessa Ulrike Meinhof, che aveva sostenuto e aiutato gli organizzatori dell'attacco, fuggì insieme ai terroristi entrando da quel giorno fra le fila del movimento.
Gli storici fissano con questo episodio la nascita delle attività della RAF, identificandolo come un movimento estremista nato dalla rivolta studentesca europea del '68, di cui ha condiviso l'ideologia antimperialista e antiamericana, esasperandone però il pensiero trasformandolo in una corrente estremista e rivoluzionaria. Il movimento è sempre stato molto ben organizzato, molto unito, formato da membri molto legati fra loro e collaborativi, lontano dall'idea di un gruppo armato improvvisato.
Il film non è giustificazionista ma piuttosto un'opera equilibrata che non prende posizioni né da una parte né dall'altra. Non ci dice che le gesta della Baader/Meinhof sono stati un atto di pura follia, di terrorismo cieco e spietato senza una motivazione, ma piuttosto ci racconta in maniera puntuale e realistica gli avvenimenti, la concatenazione di eventi che hanno portato dei tedeschi normali, anche borghesi e culturalmente elevati (come la Meinohf per esempio), a decisioni ed azioni di carattere rivoluzionario e terroristico.
Sotto questo aspetto La banda Baader Meinhof  lascia trasparire un'altra grande tragedia tedesca del dopoguerra, quella dello strappo fra la generazione dei padri che portava la colpa dell'olocausto e quella dei figli che non ha saputo accettarla e si è ribellata, anche attraverso atti e movimenti estremi. Il film infatti non si limita ad un mero e sterile racconto cronachistico di eventi storici noti a tutti, ma piuttosto cerca di avvicinarsi alla spiritualità ed agli ideali dei protagonisti, mettendone in rilievo sia la profonda, inamovibile fedeltà all'ideologia, sia le paure, le insicurezze e il vacillare delle certezze verso le loro teorie. Ed in questo il film sottolinea l'aspetto legato alla predestinazione dei protagonisti, al senso di presagio che aleggia nei loro sguardi e che dà loro il sapore della sconfitta annunciata, la rassegnazione ad una imminente e sospesa fine da martiri.
Di spicco la ricostruzione storica e la realizzazione delle scene di massa, di elevato impatto visivo e molto ben architettate, grazie anche ad un montaggio preciso e privo di sbavature.
Nel numeroso cast il meglio del nuovo cinema tedesco, da Martina Gedeck (Le vite degli altri, Le particelle elementari) nel ruolo della Meinohf, a Moritz Bleibtreu (Lola corre, Le particelle elementari, Soul kitchen) in quello di Baader, fino al veterano Bruno Ganz (The reader).
Presentato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Roma 2008, La banda Baader Meinohf  è stato accolto come uno dei migliori film europei dell'anno. Nominato agli European Film Award, ha  conquistato consensi anche oltre oceano, ed ottenuto candidature come miglior film straniero ai Bafta, Golden Globes e Oscar.
                                                                                                                       V.M.


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