LA GUERRA DI MARIO

regia Antonio Capuano
con Valeria Golino, Marco Grieco, Andrea Renzi,
Rosaria De Cicco, Anita Caprioli, Nunzio Gallo
sceneggiatura Antonio Capuano
fotografia Luca Bigazzi
montaggio Giogiò Franchini
scenografia Lino Fiorito costumi Daniela Ciancio
musica Pasquale Catalano
produzione Domenico Procacci, Nicola Giuliano
distribuzione Medusa
durata 1h40m

Italia 2005
 

La trama: Mario è un bambino di nove anni che viene affidato ad una nuova famiglia, dopo i soprusi e le violenza subite dalla madre sbandata. Giulia e Sandro, i genitori affidatari, borghesi e lontani dalla realtà in cui è vissuto il piccolo fino ad allora, sono pronti ad accoglierlo al meglio, ma si scontreranno con il mondo alieno e distaccato della vita da strada a cui il bambino è abituato, che li travolgerà.


Il regista: Il napoletano Antonio Capuano, 65 anni, al cinema ha sempre raccontato la sua città, soprattutto attraverso le storie di bambini e adolescenti, fin dal suo film di esordio Vito e gli altri ('91). Tra gli altri suoi film ricordiamo Pianese Nunzio, 14 anni a maggio ('94), I Vesuviani ('97), Polvere di Napoli ('97), Luna Rossa ('01).


Il film: Film invisibile uscito nella primavera 2005 nelle sale italiane ma visto da pochissimi, tra l'altro entusiasti spettatori, La guerra di Mario è una pellicola che merita di essere riscoperta per la forza della storia viscerale e travolgente, per la spontaneità di interpreti veri e illuminati e per la realtà intima e drammatica che racconta, rubata dal cinema che trasfigura e rende fruibile a tutti sul grande schermo.
Storia di soprusi e infanzia rubata ancora una volta protagonista in un film di Antonio Capuano, che da sempre racconta il quotidiano di una Napoli nascosta nei vicoli dei Bassi, i cui protagonisti sono spesso i più giovani, i più indifesi. Il Mario che fa la guerra del titolo è un bambino difficile come ce ne sono tanti a Napoli ma non solo, figlio di una famiglia sbandata, che lo sfrutta e lo violenta sotto diversi aspetti; un bambino che è in guerra da quando è nato, conosce la strada, e come i cani di strada sfrutta come meglio può i nuovi genitori adottivi, ricchi e borghesi, ne usa le emozioni e i soldi, e poi volta loro le spalle tradendoli, senza scrupoli, senza ritegno, freddo e insensibile, di nuovo solo, abbandonato da adulti che non riescono ad entrare in contatto con il suo mondo e tradito dalle istituzioni, come sempre immobilizzate da una distaccata e asfittica burocrazia.
Ispirato da una storia vera, il film vede ruotare tutti gli eventi attorno alla relazione che si instaura fa la madre adottiva Giulia, una donna infelice alla ricerca della maternità, tema predominante della storia, e il bambino di strada, appartenenti a due realtà lontanissime fra loro, che non riescono a comunicare; quella alto borghese, distaccata, che si rintana negli appartamenti di lusso e nei quartieri bene, e quella delle strade e dei vicoli, sostenuta dallo spirito di sopravvivenza. Due mondi opposti che nella Napoli di tutti i giorni, non riescono ad avere un contatto e rimangono separati da un divario insormontabile.
Impreziosito da un cast di attori impeccabili su cui svetta la performance straordinaria di una rinata Valeria Golino, ancora una volta, dopo Le acrobate e Respiro, interprete di un  personaggio di donna al limite e fuori dagli schemi, premiata con il David di Donatello, e che si riscopre napoletana dopo anni di lavoro ramingo, il film annovera la scoperta di un bambino di rara sensibilità e schiettezza, cristallino e verace come solo un vero guitto napoletano può essere, Marco Grieco, selezionato dal regista fra 1500 altri bambini.
Da ricordare anche l'immorale disperazione del personaggio di Nunzia, la madre naturale, interpretato da una notevole Rosaria De Cicco (Le fate ignoranti ).
Presentato al Festival di Locarno, La guerra di Mario  è stato lungamente applaudito, riscontrando il plauso di pubblico e critica.                                     
                                                                                                                      V.M.


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