THE MOTHER
regia Roger Michell
con Anne Reid, Daniel Craig, Steven Mackintosh, Peter
Vaughan
Cathryn Bradshow, Oliver Ford Davies, Anna Wilson Jones
sceneggiatura Hanif Kureishi
fotografia Alwin Kuchler
costumi Natalie Ward
montaggio Nicolas Gaster
scenografia Mark
Tildesley
musica Jeremy Sams
produzione Kevin Loader
distribuzione Lucky Red
durata 1h51m
G.B. 2003
La trama: May e Toots sono una coppia di anziani coniugi in visita ai figli a Londra. Durante il breve soggiorno Toots muore improvvisamente e May, disperata accetta l'invito dei figli di trascorrere un po' di tempo con loro, prima di tornare a casa. A poco a poco la donna sente di non essere pronta per la vecchiaia e non accetta l'idea della fine. Darren, il compagno della figlia di May, si dimostra sensibile a questo stato della donna e fra i due nasce una relazione non solo mentale.
Il regista: Inglese, dopo un'infanzia passata in Sudafrica, Siria e Cecoslovacchia, si stabilisce nel Regno Unito dove lavora in teatro e come aiuto regista nella Royal Shakespeare Company. Lavora anche per la televisione per cui dirige Il buddha delle periferie, sempre tratto da Kureishi. Il suo primo lungometraggio è Persuasione del 1995. Seguono Notthing hill ('98), Ipotesi di reato ('02), L'amore fatale ('04).
Il film: Dopo My
beautiful laundrette e
Intimacy, il cinema ancora una volta accinge ai romanzi di Hanif
Kureishi, autore ormai culto della nuova letteratura inglese, che con The
mother conferma la sua moderna visione della conflittualità del vivere
contemporaneo. Come sempre al centro dei suoi racconti, la sessualità è usata
come mezzo per raccontare i nostri contrasti, che siano essi religiosi,
culturali o appunto sessuali.
Il tema principale del film, la sessualità nella terza età, è interessantissimo
e scarsamente rappresentato al cinema, e ben si incastra in una storia di
incomprensioni familiari sopite o nascoste dall'egoismo o dalla rassegnazione.
Il ruolo di May, donna ultrasessantenne che inizia una relazione sessuale con un
uomo di trentacinque anni, è modernissimo e scardina il luogo comune che
identifica la figura di donna matura con quello di donna asessuata. Nel momento
in cui, causa la morte del marito, May viene costretta a guardare indietro alla
sua vita passata, fatta di rinunce, di accondiscendenza, di assuefazione, si
accorge di non aver avuto passioni nella sua vita, e rendendosi conto che gli
anni davanti a lei sono ormai pochi, si aggrappa con tutta la forza all'ultimo
guizzo di vitalità che la vita le sta offrendo, la passione per un uomo più
giovane, che la apprezza e la ama, e non la guarda come una persona ormai volta
alla fine, senza più niente per cui vivere. A questo punto il film diventa
provocatorio e si inoltra in una storia prevalentemente fisica, con scene sempre
più esplicite che enfatizzano ancora di più il contrasto fra l'esteriorità tutta
costruita della felice famigliola borghese, e la realtà dei rapporti fra i
componenti della famiglia stessa, congelati da incomunicabilità e cinismo.
A dirigere il tutto un ottimo Roger Michell, sorprendente indagatore dell'animo
umano dopo prove più leggere come Notthing hill, mentre fra l'eccellente
cast composto da attori tutti poco noti, ricordiamo Daniel Craig (Era
mio padre, e prossimo 007) nel ruolo di Darren, ma soprattutto una
intensissima Anne Reid, attrice inglese prevalentemente teatrale, che con il
personaggio di May, ci regala un ruolo di donna inconsueto e indimenticabile.
Il film è stato presentato alla Quinzaine des Realizateurs a Cannes 2003.