PRECIOUS

regia Lee Daniels
con Gabourey Sidibe, Mo'Nique, Mariah Carey,
Lenny Kravitz, Paula Patton, Sherri Shepherd

sceneggiatura Geoffrey Fletcher
fotografia Andrew Dunn
montaggio Joe Klotz
scenografia Rochelle Berliner costumi Marina Draghici
musica Mario Grigorov
produzione Lee Daniels, Sarah e Gary Siegel-Magness
distribuzione Fandango
durata 1h49m

Usa 2009                                                              
    
 

La trama: Claireece Precious Jones non ha altro che desideri nella sua vita. Ha sedici anni ed è incinta per la seconda volta, abusata dal padre. Vive con una madre violenta, nullafacente, che la sottopone a violenze continue sia fisiche che psicologiche. Pur frequentando il secondo anno di liceo è ancora quasi analfabeta. Grazie ad una fervida fantasia, rifugge dalla propria condizione immaginandosi una cantante pop di successo. Ma Precious è tenace, e spera ancora.


Il regista: Lee Louis Daniels è un regista e produttore americano. Nasce a Filadelfia nel 1959 e inizia nel mondo del cinema come responsabile di casting. Nel 2001 produce il film Monster's Ball  che lancia la stella di Halle Berry e nel 2004 The Woodsman  con Kevin Bacon. Debutta nella regia nel 2006 con Shadowboxer, dove dirige Mo'Nique per la prima volta. Precious è la sua seconda acclamata regia, per cui ottiene sei candidature e due Oscar.


Il film: Rosse scritte stentate appaiono durante i titoli di testa del film Precious. Fitte di errori di ortografia che a tratti le rendono quasi incomprensibili, sembrano quelle incerte di un bambino. Ma quelle righe non sono scritte da un bambino ma da una adolescente, una ragazza di sedici anni ancora quasi analfabeta, intrappolata in un mondo dove non ha conosciuto altro che  violenza, sopraffazione e brutalità. Si chiama Claireece Precious Jones, vive nella Harlem degradata e impietosa degli anni ottanta, oppressa da una madre padrona e abusata dal proprio genitore, che l'ha già resa madre due volte.
Precious ha anche un altro problema che la mostra diversa agli occhi di tutti: è obesa. Questo essere lontana da canoni estetici imposti da una società che vuole tutti simili, condizionati a standard fisici convenzionali ed impersonali, la rende oggetto della derisione dei compagni di classe, degli altri ragazzi del quartiere e delle continue umiliazioni della sua stessa madre.
Ma come dice il suo nome, la giovane è preziosa e malgrado la mancata educazione, ad una mente fervida e piena di stimoli, risponde con fughe verso scenari fantastici in cui si immagina nei panni di una celebre cantante pop mentre canta, balla e si esibisce con tutti i suoi chili sotto i riflettori di svavillanti palcoscenici.
Precious, tratto dal libro della poetessa e scrittrice Sapphire, racconta una storia brutale, diretta, un duro pugno che colpisce dritto allo stomaco, ma è soprattutto la storia di una rivalsa, di una rinascita e di una presa di coscienza che trasforma la protagonista da ragazza impaurita e abusata a persona consapevole della propria bellezza interiore, rendendola cosciente che la  forza della sua volontà è più grande e più potente di tutte le brutture e le violenze che la vita l'ha obbligata a sopportare.
Il film è vibrante e vivo, forte non solo dal punto visivo, ma soprattutto da quello spirituale, e riesce nel far emergere la vitalità e lo splendore di una mente illuminata. La regia sporca, palpitante, frenetica di Daniels vola alta e porta il film verso picchi di lirismo e astrazione insoliti in una pellicola amara e disincantata come è Precious.  Il regista ci accompagna senza indugio attraverso le abiezioni che il destino ha riservato a questa giovane, ma nello stesso tempo ci mostra una possibilità, una speranza in un possibile futuro diverso, aprendo per Precious un esile spiraglio di luce. L’ambientazione autentica, la fotografia ruvida e sovraesposta, i volti precisi e veritieri dei personaggi di contorno, sono la giusta cornice alle interpretazioni di due attrici fantastiche, che creano un’interazione fra loro, un flusso recitativo che diventa quasi un balletto, un duello fitto di rancori repressi, risentimenti soffocati, livori feroci espressi in assalti sia verbali che fisici fra le due donne, che fanno accapponare la pelle per brutalità e autentico realismo, sprigionando un’energia che stordisce. Mai sullo schermo si era vista una madre così abietta e insensibile come quella portata in vita da Mo’Nique, laida, sguaiata, immorale, sporca nella voce e nel fisico, verso la quale comunque si riesce perfino a provare un po’ di pietà, come nella scena del confronto finale con l’assistente sociale, interpretato da Mariah Carey. L'intensità dell'interpretazione ha garantito all'attrice, cantante e conduttrice televisiva Mo'Nique un consenso tale da portarla a vincere tutti i premi cinematografici nella categoria miglior attrice non protagonista, fra cui il Golden Globe, il Bafta, il Sag fino ad arrivare all'Oscar.
Nulla da togliere all'interpretazione della giovanissima
Gabourey Sidibe che veste i panni di Precious, anch'essa nominata, alla sua prima esperienza cinematografica, a tutti i suddetti premi come migliore attrice. Nata a Brooklyn ma cresciuta ad Harlem, figlia di una cantante gospel afroamericana e di un tassista senegalese, diventa attrice quasi per caso quando si presenta ad un provino dopo aver letto un annuncio che recitava: "Cercasi donna afroamericana oversize, di età compresa tra i 18 e i 25 anni". Nel pomeriggio dello stesso giorno viene scelta come protagonista del film.
Presentato al Sundance 2009, Precious  riceve un'accoglienza inattesa da parte di critica e pubblico, vincendo il premio come miglior film. In seguito viene presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e successivamente raccoglie molti altri riconoscimenti finendo per essere candidato a sei premi Oscar, tra cui miglior film, regia e attrici, vincendone due, quello per Mo'Nique e per la sceneggiatura di Geoffrey Fletcher.
Distribuito molto male da Fandango parecchi mesi dopo la sua uscita americana, in Italia il film è passato purtroppo quasi inosservato.
                                                                                                                     V.M.


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