TWO LOVERS

regia James Gray
con Joaquin Phoenix, Gwyneth Paltrow, Vinessa Shaw,
Isabella Rossellini, Elias Koteas, John Ortiz

sceneggiatura James Gray, Richard Menello
fotografia Joquin Baca-Asay
montaggio John Axelrad
scenografia Happy Massee costumi Michael Clancy
produzione Donna Gigliotti, James Gray,
Anthony Katagas, Couper Samuelson, Mike Upton

distribuzione Bim
durata 1h50m


Usa 2008
 

La trama: Leonard è appena uscito da una storia finita. Depresso, è tornato a vivere temporaneamente dai genitori, che lo spingono fra le braccia della rassicurante Sandra, figlia di amici di famiglia. L'uomo però è diviso fra il seguire il buon senso o abbandonarsi all'attrazione che sente per la nuova vicina di casa Michelle, bella e disinvolta, ma che ha una relazione clandestina con un uomo sposato. Decisioni estreme gli faranno trovare la giusta strada.


Il regista: Newyorchese nato nel 1969, James Gray studia televisione e cinema presso la California University. Debutta nella regia cinematografica a soli venticinque anni con il sorprendente Little Odessa ('94), che vince il Leone d'Argento alla Mostra del Cinema di Venezia. Dopo una lunga pausa, nel 2000 scrive e dirige The yards, che è in concorso al Festival del Cinema di Cannes. Passano altri sette anni prima del suo prossimo film che è I padroni della notte ('07), presentato sempre in concorso al Festival di Cannes.


Il film: L'ambientazione è quella del quartiere urbano popolare, consueta del suo cinema metropolitano e notturno, ma il tono e i personaggi di questa nuova storia del regista newyorchese James Gray, si aggirano piuttosto dalle parti della love story romantica e tormentata, più che da quelle noir di ambienti familiari sorretti da rapporti non limpidissimi o da quelle di trame tentacolari immerse in traffici clandestini di organizzazioni criminali, che hanno caratterizzato tutta la sua produzione precedente.
Il cinema di Gray, il cui esordio nella regia ad appena venticinque anni aveva fatto esultare alla nascita di un nuovo autore, è stato sempre caratterizzato da racconti che in un certo qual modo sono andati ad analizzare famiglie disfunzionali, rapporti tormentati tra fratelli, tra padri e figli, tra tradizioni familiari e voglia di fuga, sempre immersi in un background di bassa criminalità cittadina, dove droga, prostituzione e gangs di quartiere erano corollari imprescindibili. Abbastanza sorprendentemente arriva quindi questo Two lovers, che già dal titolo sembra tradire le intenzioni e l'ormai tipica caratterizzazione del cinema del regista.
La storia è quella di un triangolo amoroso, al cui centro troviamo Leonard, un uomo nei suoi mid thirties, incapace di superare il dolore di un amore finito, tornato a vivere a casa dei genitori e che sembra voler affogare il suo relazionarsi con gli altri in un insieme di autocommiserazione, depressione e volontaria reclusione dal mondo.
I genitori preoccupati per il suo stato vorrebbero spingerlo fra le braccia di Sandra, figlia di conoscenti e da sempre innamorata di lui, mentre l'uomo si sente intrigato da Michelle, una sconosciuta appena trasferitasi nel palazzo. Da una parte la rassicurante figura di Sandra rappresenta tutto quello che Leonard conosce, il suo mondo, le sue origini, la serena stabilità della vita che ha vissuto fino a quel momento, dall'altra quella di Michelle, sofisticata e aliena al mondo reale di Leonard, che rappresenta la possibilità di una fuga definitiva verso l'ignoto di un altro tipo di amore possibile. Al centro del turbinio passionale, un disorientato, vulnerabile, emotivamente toccato e a tratti infantile Leonard, travolto da sensazioni ed emozioni mutevoli ma fortissime.
Il tema centrale del racconto è l'ossessione, preminente ed esasperata al punto tale da rendere ciechi verso le reali qualità di chi ci è vicino e ci ama veramente. Ossessione che afferra sia Leonard, che spera di fuggire da una vita predefinita, sia Michelle, accecata dalla passione per un uomo che non è però quello giusto. Due personaggi fondamentalmente molto simili quelli di Leonard e Michelle, vulnerabili ed emotivamente instabili, che convogliano tutte le loro aspettative di una vita diversa, verso il profondo dei loro tumulti amorosi, come fossero due adolescenti.
Un altro aspetto interessante del film è infatti quello dell'incognita dell'essere divisi fra libero arbitrio e destino, che in questo il film si riallaccia a tematiche già presenti nei precedenti tre film del regista. Gray, infatti sembra dirci che la rilevanza che diamo al libero arbitrio sia eccessivamente stimata, e che noi siamo quello che la nostra cultura, la nostra famiglia, le nostre ideologie, la nostra storia ci rendono essere. Siamo in effetti un prodotto del nostro background sociale e rappresentiamo essenzialmente quello che il nostro posto nella società ci impone di essere. Da qui è indiscutibile il fatto che le nostre decisioni siano prevedibili ed in un certo senso "forzate" da quello che siamo e rappresentiamo nella vita sociale.
Questo aspetto dona al film quel senso di scomoda amarezza che lo rende speciale, e regala al pubblico un finale nebbioso ed aperto.
Grandi le interpretazioni di Joaquin Phoenix, qui alla sua terza partecipazione con Gray dopo The yards  e I padroni della notte, e di Gwyneth Paltrow, tornata ad un grande ruolo dopo svariate apparizioni deludenti. In sottotono, ma questo richiedeva il personaggio, la terza protagonista Vinessa Shaw.
Anche Two lovers  come gli ultimi due film di Gray, è stato presentato in concorso al Festival di Cannes.
                                                                                                                       V.M.


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