RACHEL STA PER SPOSARSI

regia Jonathan Demme
con Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Bill Irwin,
Tunde Adebimpe, Debra Winger, Mather Zickel

sceneggiatura Jenny Lumet
fotografia Declan Quinn
montaggio Tim Squyres
scenografia Ford Wheeler costumi Susan Lyall
musica Suzana Peric
produzione Jonathan Demme, Neda Armian, Marc Platt
distribuzione Sony
durata 1h53m


Usa 2008
 

La trama: Dopo una degenza ospedaliera seguita ad un tentato suicidio, Kym torna a casa per il matrimonio della sorella Rachel. La famiglia si prepara a passare un finesettimana di festa e musica fra amici e parenti, ma la fragilità e l'irrequietezza di Kim portano a galla dissapori e dolori sopiti ma mai affrontati. Per poter andare avanti, i membri del gruppo familiare saranno costretti dagli eventi a guardarsi in faccia con sincerità ed a confrontarsi con realtà dimenticate.


Il regista: Jonathan Demme nasce a Long Island nel 1944 ed è un apprezzato documentarista oltre che regista di fama. A trent'anni dirige il suo primo film Femmine in gabbia ('74) che non ha molto successo. Il passo successivo è Il segno degli Hannah ('79) che vince il New York Film Festival, seguito da Una volta ho incontrato un miliardario ('80) che bissa il premio del film precedente. Seguono Qualcosa di travolgente ('86), Una vedova allegra... ma non troppo ('88), Il silenzio degli innocenti ('91) che vince cinque Oscar fra cui Film e Regia, Philadelphia ('93), Beloved ('98), The manchurian candidate ('04). Tra i suoi notevoli documentari ricordiamo The agronomist ('03) e Jimmy Carter man from plains ('07).


Il film: Dopo anni dedicati al documentario, passione mai dimenticata dal regista de Il silenzio degli innocenti, Jonathan Demme torna al cinema con un piccolo film indipendente, raccontando l'amore e il dolore che unisce i membri di una famiglia allargata e multirazziale americana, durante gli ultimi due giorni di preparativi per un matrimonio.
L'atmosfera che si respira è naturalmente quella di festa ed eccitazione per l'avvicinarsi del gioioso evento e tutti sono presi e coinvolti dai preparativi. Chi è più calmo e sereno, chi più agitato, chi pensa all'organizzazione pratica delle cose, chi favoleggia sul futuro radioso della nuova coppia. Tutto sembra perfetto nell'idilliaco universo dei Buchman.

Apparentemente chiunque è trasportato da un sentimento di gioia ed amore reciproci; genitori, figli, i numerosi amici, fino ai parenti del neo-sposo, accolti all'interno del rumoroso, eccentrico, gioviale, affollato gruppo familiare.
Ma le apparenze sono soltanto degli esili veli che malamente celano dissapori, dolori repressi, drammi nascosti ma mai dimenticati, e l'arrivo della sorella minore della sposa Kym, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, strapperà la tenue resistenza di questa flebile apparenza riportando a galla, sotto gli occhi di tutti, verità che nessuno nella famiglia ha mai avuto il coraggio di affrontare apertamente.
Tutta la gioia, la felicità, l'amore genuino di ciascuno dei membri della famiglia Buchman, stride e si scontra con la difficoltà, il senso di disagio e il dramma che brucia nell'animo di Kym, che non accetta l'apparente equilibrio riacquistato dai congiunti. La famiglia sembra aver voltato pagina, sembra aver ritrovato i binari della felicità e della serenità, mentre la giovane è finita relegata in un mondo di fobie, rabbia e spinta verso l'autodistruzione. Kym non riesce ad accettare tutto questo e cerca disperatamente un nuovo contatto con i suoi cari, che le permetta una nuova accettazione di sé all'interno della famiglia, portandola verso la cognizione del fatto che lei non è l'unica a soffrire. Il cuore del film è tutto qui, racchiuso nella rappresentazione della ricerca di un nuovo equilibrio fra la felicità e l'amore di una famiglia, e la capacità di sopravvivere ad un dramma che l'ha segnata per sempre.
Nelle intenzioni del regista c'era la voglia di presentare allo spettatore un film che avesse il ritmo del documentario ed allo stesso tempo il gusto di un caloroso ed amabile filmino casalingo. A tal proposito Demme ha voluto girare tutto il film con camere digitali, alcune delle quali sono state affidate agli attori stessi in modo tale da avere punti di vista diversi dal proprio, che riflettessero sullo schermo nello stesso tempo il sentimento di comunione e l'aspetto corale che animano la pellicola.
Naturalezza e veridicità sono stati gli elementi basilari per il regista che ha creato una vera e propria lista di invitati fra attori e persone comuni di sua conoscenza, ripresi poi mentre interagivano e facevano conoscenza sul set, proprio come succede ad un matrimonio nella vita reale. Ha anche costituito un gruppo di musicisti provenienti da diverse parti del mondo, fra cui Palestina ed Iraq, e con cui aveva già lavorato durante la realizzazione del documentario Jimmy Carter man from plains, lasciandoli liberi di improvvisare durante le riprese, portando alla realizzazione di una colonna sonora, scritta e interpretata nello stesso tempo durante le riprese. Tutto questo a beneficio di una narrazione che sembrasse il più vicino possibile alla vita vera. Come in un grande film dal respiro corale alla Altman, ogni personaggio ha avuto il suo spazio e la sua opportunità di libera espressione, trovando l'armonia giusta in un film veramente costruito in comune.
Dall'ispirato e spontaneo gruppo di attori, tutti perfettamente in parte, spicca la notevole interpretazione di Anne Hathaway, giovane promessa della nuova generazione di attrici americane, scoperta in Il diavolo veste Prada  e I segreti di Brokeback Mountain, candidata all'Oscar per il ruolo di Kym. Una segnalazione a parte per il cameo indimenticabile di Debra Winger, finalmente tornata al cinema dopo anni di assenza.
Scritto da Jenny Lumet, figlia di Sidney, e fotografato da Declan Quinn, figlio di Anthony, il film è stato presentato in concorso al Festival di Venezia 2008.
                                                                                                                      V.M.


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