LO SCAFANDRO
E LA FARFALLA
regia Julian
Schnabel
con Mathieu
Amalric, Emmanuelle Seigner, Anne Consigny,
Patrick Chesnais, Marie-Josée Croze
sceneggiatura
Ronald Harwood
fotografia Janus
Kaminski
montaggio
Juliette Welfing
scenografia
Michel Eric, Laurent Ott
costumi
Olivier Beriot
musica Paul
Cantelon
produzione
Kathleen Kennedy, Jon Kilik
distribuzione
Bim
durata 1h50m
Francia 2007
La trama:
Jean-Dominique è un pubblicitario felice e che ama la vita. Belle donne, vita
mondana ma anche una famiglia e dei figli. Quando tutto questo è spezzato da un
ictus improvviso, l'uomo si accorge che benché il suo cervello funzioni come
prima, il corpo è completamente paralizzato eccetto che per i movimenti
dell'occhio sinistro. Il doloroso racconto di come imparare a comunicare con il
mondo esterno, con il solo battere di un ciglio.
Il regista: Pittore,
scultore e regista, Julian Schnabel nasce a New York nel 1951. Dipinge il suo
primo quadro nel 1978. Da allora le sue opere sono esposte in tutto il mondo ed
oggi è considerato fra i più illustri artisti contemporanei. Esordisce come
regista cinematografico con Basquiat ('96), a cui segue
Prima che sia notte
('00), Gran Premio della Giuria a Venezia.
Il film:
Mai come in Lo scafandro e la farfalla il punto di vista di un film
ne costituisce l'anima e l'essenza vera donandogli vita propria e rendendolo
unico sotto diversi punti di vista.
Raccontare gli eventi reali della vita di un uomo di successo che
all'improvviso vede cancellato tutto da una malattia fulminea e irreversibile
potrebbe far correre il rischio di scadere in un didascalico noioso ed
eccessivo, in uno straziante pietismo caro a troppo cinema e televisione delle
lacrime, oppure nel migliore dei casi porterebbe di sicuro la memoria a qualcosa
di già visto. Ma l'estro visionario di un pittore/regista straordinario unito al
tocco della penna di un illuminato sceneggiatore hanno fatto sì che con Lo
scafandro e la farfalla nascesse un
film toccante, originale, poetico e travolgente.
Dopo il pittore di graffiti newyorchese Jean Michel Basquiat nel suo film d'esordio
Basquiat, e lo scrittore cubano Reinaldo Arenas in Prima che sia notte,
il terzo film di Julian Schnabel racconta ancora una volta la storia di un uomo
realmente esistito e della sua fuga verso la libertà. Era la libertà artistica e di
espressione per Basquiat, la libertà di pensiero e di stampa per Arenas, ed è la
libertà dalla costrizione della malattia per Jean-Dominuque Bauby nel suo ultimo
film.
Anche se non si dovrebbe raccontare la storia di un film in una recensione, in
questo caso non è possibile non tracciare almeno per sommi capi i fatti reali
che hanno ispirato il film, considerata anche l'unicità e la straordinarietà
degli eventi. Nel 1995 Jean-Dominique Bauby, giornalista e redattore capo della
rivista di moda Elle, un uomo che amava godersi la vita, all'apice del
successo sia nella sfera privata che professionale, viene colpito da un ictus
che, benché non intacchi le sue attività cerebrali, lo lascia totalmente
paralizzato ad esclusione della mobilità dell'occhio sinistro. Dopo settimane di
coma Bauby riuscirà a comunicare con il mondo esterno, imparando un singolare
alfabeto dettato dal movimento dei muscoli della palpebra, gli unici
che riusciva ancora a comandare, e in un anno e due mesi detterà un libro fatto
di ricordi, di sensazioni, di memorie e di speranza, Lo scafandro e la
farfalla appunto, che pubblicato all'inizio del 1997 diventerà un
best-seller internazionale.
Nella trasposizione cinematografica, tutto nasce dall'intuizione geniale dello sceneggiatore Ronald Harwood (Oscar per
Il pianista)
nel far sì che il punto di vista del film diventi quello di Bauby e di
immedesimare il pubblico con lo sfortunato protagonista. Lo spettatore si trasforma in Bauby stesso,
vivendo la sua paura, la sensazione dell'immobilità, dell'impotenza, di essere
intrappolato in un corpo che non risponde più, e la macchina da presa diventa il
suo occhio, registrandone i battiti della palpebra, la rotazione verso i vari angoli
della stanza, diventando il punto di vista dell'intero film. Il pubblico diviene
il confidente del protagonista e il detentore di tutti i suoi pensieri più
intimi, l'unico a conoscere cosa passa per la sua testa al contrario di tutti
gli altri personaggi che non hanno questo privilegio. Bauby, impossibilitato nei
movimenti del corpo, imprigionato nello scafandro della sua malattia, si
rifugia nell'immaginazione, nei ricordi, e nelle sensazioni che ne derivano,
abbandonandosi come una farfalla, all'unica possibile libertà che gli è
concessa, quella della mente. Grazie alla regia personalissima di Schnabel il
film si alza e vola alto in un'esperienza sì dolorosa e tragica, ma poetica,
illuminata, ottimista e mai priva di speranza.
Le inquadrature del regista non sono mai convenzionali ma ardite, ispirate,
amabilmente strutturate e forse per la prima volta nella sua carriera
cinematografica, trasportate dall'ispirazione visionaria del pittore piuttosto
che del regista. Oltre alle bellissime immagini legate all'aspetto più etereo ed
onirico del film, che ci trasportano attraverso i desideri, i ricordi e le sensazioni di Bauby, Schnabel ci regala impressionanti punti di vista che ci mostrano quello
che un uomo impossibilitato al movimento può vedere dall'unica ottica a lui
consentita, mettendoci di volta in volta di fronte a primi piani molto ravvicinati di un
lato del suo
naso, o di una lente dei suoi occhiali, o dei visi delle persone che gli parlano. Per meglio
rendere l'idea della visione di un solo occhio, sono state usate speciali
apparecchiature basculanti o lenti dalla messa a fuoco limitata, e si sono
scelti punti di vista della macchina da presa molto azzardati come il pelo
d'acqua all'interno della vasca da bagno o il passaggio attraverso capi
d'abbigliamento per descrivere in maniera realistica operazioni di routine
quotidiana come l'essere lavato o l'essere vestito.
Pur essendo la produzione in larga parte americana, il regista ha voluto girare
il film in francese, con attori francesi, e nello stesso ospedale dove è stato
ricoverato Bauby, a Berck sur mer, nel nord della Francia, ed ha voluto
incontrare le persone che gli sono state vicine in quel periodo come i dottori,
altri malati ed i familiari.
Fra gli attori bisogna ricordare l'immenso Mathieu Almaric che nei panni di
Bauby offre un'interpretazione magistrale, forse la migliore della sua carriera,
e le diverse attrici che impersonano le numerose donne della vita del protagonista
come Emmanuelle Seigner, Marie-Josée Croze, Anne Consigny.
Dopo il premio per la miglior regia vinto a Cannes, Lo scafandro e la
farfalla ha avuto un grosso successo internazionale ed ha ricevuto altri numerosi
riconoscimenti soprattutto in America, accumulando candidature in varie
categorie dalle associazioni dei critici di Boston, Los Angeles, Dallas, New
York, per approdare ai prestigiosi Directors, Writers, Producers Guilds Awards,
vincendo ai Bafta per la miglior sceneggiatura, agli Spirit Awards per il
miglior film, ai Golden Globes per la miglior regia e concludendo la stagione
con quattro nominations agli Oscar per fotografia, sceneggiatura, montaggio e
regia.
V.M.
versione per la
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