VOLVER

regia Pedro Almodovar
con Penelope Cruz, Carmen Maura, Lola Duenas,
Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave
sceneggiatura Pedro Almodovar
fotografia José Luis Alcaine
montaggio José Salcedo
scenografia Salvador Parra costumi Bina Daileger
musica Alberto Iglesias
produzione El Deseo
distribuzione Warner Bros.
durata 2h00m

Spagna 2006
 

La trama: Dopo la tragica morte del marito, Raimunda con la figlia adolescente Paula, torna per un breve viaggio nella sua città natale nella Mancha, dove rivede la sorella Sole. Insieme le tre  fanno visita ad un'anziana zia, accudita dalla vicina Augustina e si lasciano andare ad antichi ricordi di gioventù. Quando il fantasma di Irene, madre delle due sorelle, morta tragicamente in un incendio molti anni prima, riappare misteriosamente, lo scompiglio è generale.


Il registaNato a Calzada de Calatrava, Spagna, nel 1949, Almodòvar è considerato il più famoso e internazionale regista spagnolo. Inizia la sua carriera nel 1980 da outsider, quando ancora impiegato alle Poste spagnole, realizza il suo primo scandaloso film, Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio. Dei suoi sedici film ricordiamo Donne sull'orlo di una crisi di nervi ('87), La legge del desiderio ('88), Legami ('90), Kika ('93), Carne tremula ('97), Tutto su mia madre ('99 - miglior regia a Cannes e Oscar miglior film straniero), Parla con lei ('02 - Oscar miglior sceneggiatura), La mala education ('04).


Il film: Come spesso succede alla vigilia dei grandi Festival in cui vengono presentati, i film di Almodovar sono spesso annunciati come sicuri vincitori, ma poi non è mai così. Successe nel 1999 a Cannes quando era strombazzata a tutti i venti la sicura vittoria di Tutto su mia madre, che invece conquistò il premio per la regia mentre la Palma andò inaspettatamente a Rosetta dei fratelli Dardenne, ed è successo di nuovo nel 2006, sempre a Cannes dove il regista spagnolo era dato come il favorito, ma vinse "solo" il premio alla sceneggiatura e il premio comune a tutto il gruppo delle attrici del suo film, vedendosi soffiare di nuovo la Palma sotto il naso, questa volta dal bel film di Ken Loach, Il vento che accarezza l'erba.
Il film in questione questa volta era Volver, ultimo, folle, struggente viaggio cinematografico del regista catalano, questa volta dedicato al ricordo della sua terra natia, che affonda le radici verso le tradizioni tramandate e ascoltate da bambino, le storie di fantasmi e di morte raccontate dalle donne della sua famiglia, zie e comari di quartiere. Un ritorno al passato e all'infanzia (volver significa appunto tornare), ai miti che si creano nella mente di un bambino, al valore degli affetti familiari che rimangono la cosa più forte per tutta la vita.
Per raccontare questo suo percorso verso il passato, Almodovar si affida ad uno stuolo di personaggi femminili memorabili, unici, profondi e molto umani, che lasciano leggere suoi loro volti e trasparire dalle loro parole tutto il rispetto e il riconoscimento del regista nei confronti delle donne della sua famiglia, in un modo o nell'altro sempre presenti nel suo cinema.
Il film mescola fra loro generi diversi o addirittura opposti, come la commedia, il thriller, il melò o il puro cinema delle lacrime e dei sentimenti tanto caro al regista, e fa del vento della Mancha, un personaggio collaterale e presente durante tutto lo svolgersi dei complessi avvenimenti.
Ad interpretare due di questi personaggi il regista ha chiamato la sua Penelope Cruz, con cui non lavorava dai tempi di Tutto su mia madre, ed ha ritrovato dopo diciassette anni di separazione artistica, la musa dei suoi primi film, Carmen Maura. L'interpretazione delle cinque attrici del film è stata riconosciuta dal Festival di Cannes con un premio multiplo, mentre quella personale della Cruz le è valsa il premio come migliore attrice agli European Film Award, una nomination ai Golden Globes e ai Sag Awards e molto probabilmente la porterà alla sua prima nomination agli Oscar. Il film stesso è in prima linea per l'assegnazione dell'Oscar come miglior film straniero, che costituirebbe il terzo per Almodovar.
Attraverso il personaggio di Raimunda, il regista ha voluto rendere omaggio ai ruoli femminili sanguigni e veri del Neorealismo italiano, ispirandosi nel trucco, nell'andatura e nei gesti a quelli della Loren e della Magnani.
                                                                                                                     
Sito del film: www.volverfilm.it                                                                               V.M.


versione per la stampa