A HISTORY OF VIOLENCE

regia David Cronenberg
con
Viggo Mortensen, Maria Bello, William Hurt,
Ed Harris, Ashton Holmes
sceneggiatura Josh Olson
fotografia Peter Suschitsky
montaggio Ronald Sanders
scenografia Carol Spier costumi Denise Cronenberg
musica Howard Shore
produzione Chris Bender, J.C. Spink
distribuzione 01 Distribution
durata 1h37m

Usa 2005
 

La trama: Tom Stall è un tranquillo padre di famiglia che gestisce felicemente un piccolo bar in una cittadina di provincia dell'Indiana. Un giorno sventa un tentativo di furto nel suo locale uccidendo i due rapinatori, e diventa un eroe per la piccola comunità, finendo sulle pagine dei giornali e perfino in tv. Questo clamore richiama in città un misterioso individuo che asserisce di conoscere Tom, e di sapere molte cose sul suo passato.


Il regista: Canadese, classe 1943, David Cronenberg è considerato un maestro del cinema contemporaneo, avendo firmato la regia di veri e propri cult degli anni settanta e ottanta. Inizia la sua carriera nel 1975 dirigendo il film Il demone sotto la pelle, seguito da Rabid - Sete di sangue ('77), che lo impongono subito come uno dei nuovi riferimenti del cinema horror. Tra gli altri suoi film ricordiamo Brood ('79), Scanners ('81), Videodrome ('83), La zona morta ('83), La mosca ('86), Inseparabili ('88), Il pasto nudo ('92), Crash ('96), eXistenZ ('99), Spider ('02). Appare spesso come attore in piccoli ruoli in film di amici registi.


Il film: In un'era di cinema sempre meno cinematografico e sempre più fumettistico, a volte capita di imbattersi in un'operazione che riesce ad esaltare il plot e l'idea del fumetto, regalandogli un'anima cinematografica pura e indipendente, in una trasposizione su grande schermo indimenticabile e dai meccanismi perfetti. E' il caso di A history of violence, tratto dalla graphic novel omonima di John Wagner e Vince Locke (da cui però si discosta parecchio eliminando quasi completamente i personaggi di contorno e il lungo flashback in cui viene raccontata l'infanzia del protagonista), ennesimo grande film di un grande regista, che da tempo ci ha abituati a mondi minacciosi e personaggi da indagare, film in cui riesce a far collimare la suspense del thriller, il calore dell'erotismo e la cupezza del noir.
La violenza del titolo, mai gratuita o priva di significato, ci ricorda che la nostra società contemporanea ne è intrisa, nei gesti e nei rapporti, e nessuno ne è risparmiato, anche se la quotidianeità può sembrare tranquilla e lontanissima da ciò che si vede alla tv o si legge sui giornali, in qualsiasi momento tutto può crollare addosso, per ritrovarsi in una situazione inimmaginabile, in un giorno di ordinaria follia, proprio come succede al protagonista del film.
Il film indaga soprattutto su quanto un evento violento influisce sui rapporti personali, con sé stessi in primo luogo ma anche con i familiari. Il rapporto che si instaura fra padre e figlio dopo l'atto eroico di Tom è esemplare, e porta in superficie la violenza sopita del giovane, timido figlio adolescente che non vedrà mai più il padre con gli occhi con cui lo aveva visto fino ad ora. La violenza è innata in noi? Conosciamo mai gli altri? E noi stessi? Il film è un continuo interrogarsi su questi punti, sulla conoscenza profonda del proprio animo, del proprio passato, della propria famiglia, da cui non è possibile separarsi totalmente.
Il regista che in questo film si abbandona a trasformazioni d'identità più che a trasformazioni fisiche come nei suoi film precedenti, per il ruolo del protagonista cercava non una star ma un attore che ne avesse il carisma, trovando queste qualità in Viggo Mortensen, famoso re della trilogia tolkeniana de Il Signore degli Anelli, che dona al proprio protagonista il giusto tono sobrio e mite, velandone sottilmente lo sguardo con un'ombra di ambiguità. Come coprotagonista l'attrice Maria Bello, ex medico in E.R., sensuale e disperata come non mai, che ci regala due scene di sesso memorabili. In un piccolo cameo di poche scene, ma così notevoli da meritargli una nomination all'Oscar, ritroviamo un mai dimenticato William Hurt.
Ancora una volta il talentuoso regista ci meraviglia con un film mai gratuito, impeccabile, mai sopra le righe che indaga sul lato più oscuro dell'animo umano, chiudendolo con un finale ambiguo, confuso e interrogativo che sigilla alla perfezione un'opera di grande cinema.
A history of violence  è stato presentato in concorso a Cannes ed ha ricevuto una nomination ai Golden Globes come miglior pellicola drammatica.

Sito del film: www.ahistoryofviolence.com                                                               V.M.



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