NIENTE DA
NASCONDERE
regia Michael Haneke
con Daniel Auteuil, Juliette Binoche,
Maurice Bénichou,
Annie Girardot, Bernard Le Coq, Walid Afkir, Daniel Duval
sceneggiatura Michael Haneke
fotografia Christian Berger
montaggio Michael Hudecek, Nadine Muse
scenografia Emmanuel De Chauvigny,
Christoph Kanter
costumi Lisy Christl
produzione Veit Heiduschka, Michael
Weber, Valerio De Paolis
distribuzione BIM
durata 1h57m
Francia 2005
La trama: La
vita felice e borghese del giornalista televisivo Georges e di sua moglie Anne,
è scossa dall'arrivo di minacciose videocassette anonime che mostrano riprese
dell'esterno della loro casa. Mentre Georges ragiona su chi possa essere il
mittente, allo stesso tempo comincia a ripensare al passato, sentendo sempre più
forte la responsabilità di un atto che ha commesso da giovane e che aveva
rimosso dalla propria coscienza.
Il regista: Austriaco
ma nato a Monaco nel 1942, Michael Haneke lavora per la televisione
tedesca verso la fine degli anni sessanta. Il suo primo film è Il settimo
continente ('89), seguono Benny's video ('92), 71 frammenti di una
cronologia del caso ('94), Funny games ('97), Storie ('00),
La pianista
('01), Il tempo dei lupi ('04). Haneke è stato anche direttore dei teatri di Vienna, Berlino, Monaco,
Stoccarda, Dusseldorf, Francoforte e Amburgo.
Il film: Arriva
trionfante vincitore del Premio della Regia a Cannes 2005, questo ennesimo
ritratto contemporaneo, squarcio ancor più sintetico e istantaneo di una realtà
sfuggevole, mutevole e senza forma che è il cinema di Michael Haneke, ancora una
volta capace di sorprenderci e lasciarci senza parole davanti all'ennesima
dimostrazione di una visione di cinema personalissima e difficilmente
catalogabile.
Caché, questo il sintetico, bellissimo titolo originale, è un film
difficile, scomodo, fastidioso, dalla trama all'apparenza lineare di un thriller
psicologico, ma che nasconde come nel suo titolo, mille altre visioni, verità o
bugie di realtà quotidiane come potrebbe essere la nostra, o quella del nostro
vicino. Misterioso e irrisolto, il film mette tanta carne al fuoco, che alimenta
con sospetti e mezze verità, raccontate da personaggi defilati, che mai entrano
in scena di petto, da protagonisti, ma che spesso restano nascosti nell'ombra di
storie appena accennate e non rivelate. Haneke è così, si destreggia e si
compiace nel creare quel senso di scomodità che permea tutti i suoi film, non fa
mai riposare lo spettatore non permettendogli mai di adagiarsi ad una visione
lineare e rilassata, ma piuttosto aggredendolo con eventi improvvisi,
inaspettati che tolgono il fiato e che lo prendono a tradimento.
Niente è quel che sembra, fin dalla prima interminabile inquadratura, che ci
mostra l'esterno della bella casa signorile del protagonista, inquadratura fissa
e immobile salvo qualche sporadico passante; ma all'improvviso vediamo che
l'immagine comincia a correre veloce e capiamo che non è un'immagine in diretta
quella che stiamo guardando, ma solo la registrazione di una videocassetta. Lo
sgomento è quello dei protagonisti, lo spettatore stesso viene investito delle
loro ansie e inquietudini. Da questo punto il gioco del regista con lo
spettatore è iniziato, niente è quel che sembra, questo è l'avviso, saremo messi
di fronte ad incertezze costanti, a continue informazioni cifrate, quasi come in
una sfida che ci costringe a cercare una verità fino alla fine inesistente.
Attraverso il faccia a faccia del protagonista con il suo passato, la storia
affronta aspetti diversi come la responsabilità personale, i conti con la nostra
coscienza, gli errori dimenticati che tornano a tormentarci, e sfiora l'impegno
politico rievocando una delle più cupe pagine della recente storia francese,
quando il 17 ottobre 1961 centinaia di manifestanti algerini furono gettati
nella Senna dalla polizia, per concludersi con un'altra lunga inquadratura
fissa, che forse ci da la chiave di lettura risolutrice.
Algido, sferzante, glaciale, livido, scioccante; Niente da nascondere
è un film che non si lascia semplicemente guardare, ma che richiede una visione
attenta e partecipe, spingendo lo spettatore a confrontarsi anche con il proprio
senso di colpa.
Nel ruolo del protagonista un bravissimo Daniel Auteuil, sostenuto da una sempre
notevole Juliette Binoche, ma a regalarci la scena più bella del film è in un
breve, illuminato cameo, un'indimenticabile Annie Girardot.
V.M.
versione per la stampa