RICORDATI DI ME
regia Gabriele Muccino
con Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Silvio
Muccino,
Nicoletta Romanoff, Monica Bellucci, Gabriele Lavia
sceneggiatura Gabriele Muccino, Heidrun Schleef
fotografia Marcello Montarsi
montaggio Claudio Di Mauro
scenografia Paola Bizzarri musica
Paolo Buonvino
produzione Domenico Procacci
distribuzione Medusa
durata 2h00m
Italia 2003
La trama: Giulia e Carlo sono due quarantenni che hanno rinunciato ai loro sogni per dedicarsi alla famiglia e ai loro due figli, Paolo e Valentina. La voglia e determinazione di quest'ultima a diventare una velina a qualunque costo, risveglia nel resto della famiglia il desiderio sopito di realizzare i propri desideri. Giulia si butta a capofitto nella recitazione, innamorandosi del suo regista, mentre Carlo riscopre un amore di gioventù.
Il regista: il giovane cineasta romano inizia nel'96 con un episodio nel film collettivo Intolerance. Il suo primo film è Ecco fatto del 98, in concorso al Festival di Torino. Seguono Come te nessuno mai ('99) presentato a Venezia e il grande successo di pubblico e critica L'ultimo bacio ('01), che vince cinque David di Donatello e il Premio del Pubblico al Sundance.
Il film: continua
con Ricordati di me l'analisi della famiglia borghese italiana iniziata
da Muccino con i suoi due precedenti film, allargata in quest'ultimo a temi
quali l'importanza dell'individualità e il desiderio travolgente di valere
qualcosa e di dimostrarlo.
In una cultura dove tutto vanifica nell'apparire e nel valere soltanto in
relazione a quello che gli altri notano di noi, i personaggi di Muccino
rincorrono un'insopprimibile desiderio di esserci, di rappresentare qualcosa per
gli altri, di essere ricordati da chi li ama. In un turbinio di canzoni, di
onnipresenti programmi TV, anche solo accennati da un sottofondo sonoro in quasi
tutte le sequenze del film, Muccino ci regala un altro affresco di questa nostra
nuova cultura devota alla mediocrità dell'apparire;
soprattutto i personaggi femminili del film sono caparbiamente risoluti nel
volere e ottenere questo posto in prima fila e lottano affilando i denti per
questo, immolando in nome della soddisfazione dell'io, i legami più cari,
mettendo in discussione tutto.
Quelli maschili d'altro canto, più passivi e persi, si lasciano trasportare dal
mutamento che in qualche modo li trascina inconsapevolmente dentro di se, come
pezzi inerti di un mosaico che deve per forza prendere forma.
Quando tutto sembra tornato nei binari del controllo e della tranquillità, e il
cerchio sembra ormai chiuso, è lo sguardo lontano di Bentivoglio a dirci che
invece non è così, in un finale tra i più belli visti al cinema di recente.
Da grande direttore d'attori quale è, Muccino sa tirare fuori da tutti il
meglio di loro stessi, e li dirige rigorosamente in sequenze di rara
drammaticità scenica che controlla impeccabilmente, movendo la camera
vertiginosamente da una parte all'altra della scena, senza mai staccarla dai
personaggi.
Attesissimo dopo il successo de L'ultimo
bacio, che ha consacrato Muccino come uno dei giovani registi italiani
più dotati, e che da Entertainment Weekly è stato giudicato fra i dieci
migliori film usciti in America lo scorso anno (l'unico non americano), Ricordati
di me è stato uno dei maggiori incassi italiani dell'anno ed ha confermato
le grandi doti del regista.