IO NON HO PAURA

di Gabriele Salvatores
con Giuseppe Cristiano, Mattia Di Pierro, Diego Abatantuono,
Aitana Sanchez Gijon, Dino Abbrescia, Antonella Stefanucci
sceneggiatura Niccolò Ammaniti e Francesca Marciano
fotografia Italo Petriccione
montaggio Massimo Fiocchi
musica Ezio Bosso e Pepo Scheman
scenografia Giancarlo Basili
produzione Totti, Tozzi, Stabilini, Chimenz
distribuzione Medusa
durata 1h45m

Italia, 2003


La trama: Estate 1978, entroterra pugliese. Michele è un bambino di dieci anni che vive la spensieratezza dei suoi anni giocando libero fra i campi dorati di grano, rincorrendosi in infinite scorribande con la sorellina e gli altri bambini del paese. Un giorno casualmente, Michele si avvicina ad una casa abbandonata nella campagna, dove fa una drammatica scoperta che spezza la gioia del gioco e lo catapulta in un mondo di interrogativi a cui il bambino non riesce a dare risposta.


Il regista: Salvatores nasce a Napoli nel 1950 ma si trasferisce giovanissimo a Milano dove si diploma all'Accademia d'Arte drammatica del Piccolo Teatro. E' fondatore nel 1972 del Teatro dell'Elfo che nel corso degli anni diventa punto di riferimento per una nuova generazione di giovani registi e spettatori. Tra i suoi film ricordiamo Marrakech Express ('89), Turnè ('90), Mediterraneo ('91 - Oscar come miglior film straniero), Puerto Escondito ('92), Sud ('93), Nirvana ('97), Denti ('00). Amnèsia ('01).


Il film: Salvatores è forse il regista italiano attualmente più incline al voler raccontare nei suoi film storie diverse, affrontando generi e argomenti lontani fra loro, e che dopo essere passato per il filone dei film generazionali, i film sulla fuga dalla società, la fantascienza, addirittura per lo sperimentale, intimista e sfortunato Denti, approda con il suo ultimo, splendente film, ad un ennesimo inedito capitolo della sua filmografia, che ci apre una nuova porta dell'immaginario filmico del regista: il mondo dei bambini, visto e sentito dal loro punto di vista, sia fisico che emozionale. 
La forza del film infatti, sta nel riuscire a riportare lo spettatore adulto ad un livello di percezione dei fatti del mondo, puramente fanciullesco, sensazioni che sono sedimentate dentro ognuno di noi, forse dimenticate o sopite, ma mai scomparse. Questo percepire attraverso gli occhi dei bambini è una sensazione che si avverte subito, fin dalle prime folgoranti, abbaglianti sequenze del film, in cui la macchina da presa fluttua fra immensi campi di grano dorato, ad altezza dello sguardo dei bambini che vi corrono in mezzo. 
La ripresa a "livello bambino" è un elemento costante del film e ne crea l'effetto più fisico e palpabile; su un secondo piano di lettura più spirituale, l'ingenuità e la purezza mentale dei bambini che non riescono a comprendere l'agire degli adulti, a volte non capiscono neppure le loro parole, i loro discorsi, è rimarcato in vari momenti della vicenda; come quando, non capendo il significato di "rapimento", non riescono a spiegarsi il motivo per cui uno di loro debba essere segregato in una buca, e confondono la singolarità di questo agire degli adulti, addirittura con la morte (Filippo crede di essere morto).
Un altro elemento fondamentale del film è la sfavillante natura dei luoghi, splendidamente fotografata da Italo Petriccione (candidato agli EFA 2003), che diventa protagonista assoluta come impassibile testimone degli eventi, accecando lo spettatore con la luce delle infinite coltivazioni di grano bruciate dal sole, o rinchiudendolo dentro il nero assoluto e claustrofobico del sottosuolo, o ancora abbracciandolo nel buio di una notte senza luna, assordante dello stridio dei grilli e il latrare lontano dei cani.
Presentato in concorso al Festival di Berlino 2003 e candidato dell'Italia agli Oscar, il film è tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammanniti, che ha collaborato anche alla stesura della sceneggiatura. I bambini protagonisti sono dei debuttanti scelti dopo centinaia di provini, mentre ritroviamo l'attore feticcio di Salvatores, Diego Abantuono, in un ruolo da cattivo indimenticabile. 

Sito ufficiale del film: www.iononhopaura.it