DENTI
di Gabriele Salvatores
commedia italia '00 durata 1h38m
Gli Interpreti: Sergio Rubini (Antonio), Fabrizio Bentivoglio (lo zio), Paolo Villaggio (un dentista), Anita Caprioli (Mara), Anouk Grinsberg (la madre di Antonio).


La Trama: Antonio ha sempre avuto problemi con i suoi incisivi: enormi, impossibili da nascondere, imbarazzanti. Fin da piccolo ha provato a spezzarli riuscendo in realtà solo a scheggiarli, fino a quando durante una lite,  Mara la sua donna,  gli lancia un posacenere di cristallo, spaccandoglieli entrambi. Comincia per Antonio una discesa negli inferi, che lo porta da un dentista a un altro. Intanto si instaura uno strano contatto fra le gengive ferite di Antonio e la sua psiche: ogni volta che passa la lingua sugli alveoli vuoti affiorano dal passato ricordi e fantasmi che aveva dimenticato. Inizia così per Antonio un viaggio psichedelico nel proprio passato che lo porterà ad una nuova coscienza di se stesso.


Il Regista: dopo Nanni Moretti, l'altro vero autore del cinema italiano. Sviluppa in termini personalissimi i temi legati all'amicizia virile con grande finezza psicologica, utilizzando spesso lo stesso cast. Fra i suoi film ricordiamo Marrakech express ('89), Turnè ('90), Mediterraneo ('91 - Oscar come miglior film straniero), Puerto Escondito ('92), Sud ('93), Nirvana ('97).


Il Film: presentato a Venezia 2000 in concorso, non ha avuto un grande successo commerciale, pur essendo uno dei film italiani più originali e al di fuori di molti schemi. Sicuramente uno dei migliori e più personali film di Salvatores. Da non sottovalutare la notevole colonna sonora.

Approfondimento: Senza occhi in Nirvana e senza incisivi in Denti, Sergio Rubini fa pensare a un redivivo Frankenstein nelle mani del dottor Salvatores. Le modificazioni del corpo diventano un truculento éscamotage, per ribadire il legame con l'anima, il loro essere vasi comunicanti. E dunque se da un lato il film è una chicca - di interventi sui denti al cinema, infatti, ve ne sono ben pochi (Il maratoneta, L'inquilino del terzo piano, La piccola bottega degli orrori) - dall'altro Denti appare in linea con il surplus de Il corpo dell'anima di molto cinema recente: da Ferrario a Piscitelli, da Cronenberg a Lynch.
"Il nostro corpo è abitato" ha detto il regista premio Oscar per Mediterreneo,  "Quello che proviamo nella vita non si deposita nel cervello ma nei nostri organi. Tra i denti, nelle ossa, sotto la pelle. Vorrei che Denti fosse un film molto fisico, molto corporeo. Perfino patologico."
Due malattie simili dunque, i nervi scoperti per un'ossessione d'amore e quelli doloranti di due incisivi "falciati" dal posacenere lanciato da una donna gelosa. "Mi piacerebbe che anche il pubblico fosse a poco a poco preso dentro il meccanismo che imprigiona il personaggio di Rubini: grazie al suo problema con i denti e agli effetti dell'alcool e degli antidolorifici,  entra in una dimensione altra, dove passato e presente si mescolano, dove i morti tornano a parlare e lo zio (Fabrizio Bentivoglio) gli appare in un bicchiere di champagne."
Il film, tratto dal romanzo di Domenico Starnone, costato nove miliardi e girato tra Roma e Napoli, rappresenta l'anello di congiunzione tra il precedente Nirvana e il prossimo Cromosoma Calcutta (thriller scientifico tratto dal romanzo di Amitav Gosh).