INSOMNIA
di
Christopher Nolan
con Al
Pacino, Robin Williams, Hilary Swank,
Maura Tierney, Martin Donovan, Nicky Katt, Paul Dooley
sceneggiatura
Hillary Seitz
fotografia
Wally Pfister
montaggio
Dody Dorn
scenografia
Nathan Crowley
musica
David Julyan
produzione
Witt, McDonnell, Johnson, Kosove
distribuzione
Medusa
durata
1h58m
Usa 2002
La trama: Will Dormer, abile detective di Los Angeles dal recente passato non cristallino, si reca in Alaska per indagare sul brutale omicidio di una giovane. I sospetti ricadono sullo scrittore Walter Finch, conosciuto dalla vittima, che inizia un pericoloso gioco psicologico con il poliziotto. Quest'ultimo, in preda a forti sensi di colpa per un incidente accaduto al collega Hap, e tormentato dal perenne sole di mezzanotte della stagione artica che gli impedisce di recuperare sonno e stabilità mentale, cerca con ogni mezzo anche illecito, di far cadere in trappola il criminale.
Il regista: nato a Londra nel 1970, Christopher Nolan è il giovane, geniale regista che con tre film ha saputo creare un mito e schiere di appassionati. Dopo gli studi in Letteratura Inglese al University College di Londra e vari corti giovanili, nel 1996 presenta il corto Larceny al Cambridge Film Festival. Il suo primo film è Following ('98), piccolo ma abbagliante thriller psicologico, girato in estrema economia in bianco e nero con tre soli attori. E' subito un tripudio di riconoscimenti nei festival di mezzo mondo tra cui Newport, Rotterdam, Slamdance International Film Festival, Hong Kong, Toronto. Il film successivo è Memento ('00), già entrato nella storia del genere come un cult e che gli fa ottenere nomination agli Oscar per montaggio e sceneggiatura. Insomnia è il suo terzo film, il primo a grosso budget e con grandi star hollywoodiane.
Il film: recarsi in
un luogo dalla natura selvaggia, incontaminata e mozzafiato è qualcosa che
sicuramente molti hanno provato almeno una volta nella vita; ma se questi luoghi
fascinosi e in un certo senso esotici, non venissero mai raggiunti dal buio
della notte ma fossero costantemente, ventiquattro ore al giorno abbagliati da
una luce solare accecante, pura e inesauribile, l'equilibrio psicofisico di
ognuno ne sarebbe sicuramente destabilizzato. E' questo l'elemento centrale del
nuovo, atteso film di Christopher Nolan, geniale regista britannico che ogni
volta è capace di rinnovarsi e al momento stesso di progredire nella sua
personalissima idea di cinema cerebrale, di spaesamento dell'io e di perdita
d'identità. Lo straniamento del protagonista (un'eccellente Al Pacino) è
vissuto dallo spettatore attraverso la fredda e glaciale estraneità della
natura del posto, sensazione enfatizzata dalla perenne luce del giorno,
abbagliante e continua, mai affievolita, a cui gli abitanti del posto sembrano
sottostare con rassegnata partecipazione e complicità.
Pacino è capace di caricare sulla propria pelle, oltre il progressivo
cambiamento psichico del personaggio, una sorta di mutazione fisica in cui lo
vediamo piano piano sprofondare, fino a trasformarsi nel relitto umano che si
trascina come un automa nella parte finale del film.
Da non sottovalutare l'importanza degli altri due personaggi protagonisti della
vicenda, splendidamente descritti nei più minuti aspetti psicologici; lo
scrittore Walter Finch, che uccide per sbaglio ma che poi si trova a proprio
agio nella sua nuova veste di omicida (e questo segna il secondo grande spunto
del film), e la poliziotta locale Ellie Burr, giovane ed inesperta, ma molto
intelligente ed astuta, dall'animo puro e completamente rivolto verso la ricerca
ideale della giustizia.
Nei due ruoli troviamo un rinnovato ed inedito Robin Williams che, abbandonate
melassa e film per famiglie che lo hanno reso celebre, per la seconda volta
quest'anno (dopo One Hour Photo) si cimenta in un ruolo negativo, e
Hilary Swank, oscar per Boys
don't cry, che fra i tanti personaggi malati, perversi e corrotti,
disegna un candido ritratto di bontà e apparente semplicità di provincia.
Il film, remake dell'omonima pellicola norvegese del 1997 di Erik Skjoldbierg,
è stato girato non in Alaska ma nella Columbia Britannica Canadese, il cui
clima piovoso ha duramente provato la troupe durante i quasi due mesi di
riprese.