BOYS DON'T CRY
di Kimberly Pearce
Gli Interpreti:
Hilary Swank (Brandon/Teena), Chloe Sevigny (Lana Tisdel), Jeanetta Arnette
(Lisa Lambert), Peter Sargaard (John Lotter), Brendan Sexton III (Tom Nissen).
La Trama: Nella notte del 30 gennaio 1993, lo sceriffo di Falls City, Nebraska, scopre in una fattoria i corpi di tre persone assassinate. Sono Lisa Lambert, proprietaria della casa, Phillip De Vine, che quella notte aveva fatto visita alla donna, e Brandon Teena, 19 anni, ospite di Lisa. Potrebbe essere l'ennesima storia di violenza della provincia americana, se dietro gli omicidi non fosse nascosto un incredibile segreto. Brandon Teena, capelli a spazzola, aria tenera alla Di Caprio, vita nomade e spericolata alla James Dean, si chiamava in realtà Teena Brandon, una ragazza della vicina città di Lincoln.
La Regista: Kimberly Pearce legge per la prima volta un articolo su Brandon/Teena nel '94 sul Village Voice (la storia è tratta da un fatto realmente accaduto). Realizza prima un documentario su Brandon, The Brandon Teena Story, poi trovati i fondi per trarne un film, realizza Boys Don't Cry che presenta come tesi di laurea alla Columbia University.
Il Film: Film a bassissimo costo (2 milioni di dollari), è diventato
l'emblema dei film indipendenti schierati contro l'indifferenza e la non
accettazione del diverso. Hilary Swank si è sottoposta ad un tour de force
degno di un attore dell'Actors Studio per trasformarsi in Brandon: capelli
cortissimi, fascia elastica per nascondere il seno, due ore di palestra al
giorno, dieta ferrea per far risaltare gli zigomi. I premi dei critici di New
York, Los Angeles e Boston, il Golden Globe, l'Indipendent Spirit Award e
naturalmente l'Oscar sono stati i giusti riconoscimenti.
Sito ufficiale del
film: http://www.boysdontcry.com:boysdontcry/index.html
Approfondimento
"Era generoso,
affettuoso, dolce, molto carino. Quando ti baciava, ti regalava momenti
straordinari. Sapeva come le donne vogliono essere trattate". Sono solo
alcune osservazioni raccolte dalla regista 31enne Kimberly Peirce per la
realizzazione del suo primo film Boys don't cry basato su un fatto di
cronaca nera: "Nell'aprile 1994 studiavo alla Columbia University: Stavo
lavorando a una tesi su una spia che, durante la guerra di Secessione, si era
fatta passare per uomo. Vengo a conoscenza di una tragedia a Falls City, un
piccolo paese del Nebraska, dove, alla fine del 1993, due ex detenuti uccidono
varie persone". A colpire l'attenzione della Peirce è che tra le vittime
c'è Brandon Teena, un giovane che si era da poco trasferito nella cittadina e,
in poco tempo, era diventato un idolo tra gli amici e le ragazze del luogo.
Nessuno ha mai saputo, però, che dietro quei panni maschili, si nascondeva il
corpo di una donna: "Brandon è prima di tutto una ragazza che desidera
essere un altro. In uno scenario di provincia americana chiusa e bigotta,
cambiare identità è un'autentica rivoluzione. In fin dei conti Brandon ha
reinventato se stessa nel fantasma del ragazzo ideale".
Per realizzare Boys don't cry, Kimberly Peirce ha impiegato cinque anni,
dalla documentazione al casting: "Più i giorni, i mesi e gli anni
passavano, più mi sentivo completamente avvinta alla vicenda. Ho cercato di
dare al film un taglio realistico, raccontare i nudi fatti, ma nello stesso
tempo trovare delle cause scatenanti per tutto ciò che era avvenuto. Sono stata
fortunatissima anche con gli attori: da Hilary Swank nel delicato ruolo di
Brandon a Chloe Sevigny, che ho cominciato a seguire sin dal suo debutto, Kids
('97). Qui interpreta Lana, la ragazza di Brandon".
Laureata in letteratura giapponese e inglese, due anni trascorsi in Giappone a
fotografare lottatori di sumo, geishe e yakuza, amica di registi trasgressivi
come Harmony Korine e Alison Maclean, Kimberly Peirce non nasconde un certo
entusiasmo sulla sua opera prima: "Boys don't cry mi ha aiutato a
conoscere e ad accettare meglio i miei lati più oscuri. Mi sono chiesta qual è
stato il motore scatenante di una reazione così violenta nei confronti di una
persona che ha deciso di cambiare identità. Forse, è il desiderio che ci
spinge a innamorarci di quella precisa persona, ci rende ciechi, assetati di
amore. Basta una sola stonatura e tutta la nostra illusione va in crisi. Non
tutti sono disposti ad accettare questa disillusione facilmente".