CITY OF GOD
di Fernando Meirelles
con Matheus Nachtergaele, Seu Jorge, Alexandre Rodrigues
Leandro Firmino da Hora, Philippe e Johnathan Haagensen
sceneggiatura Braulio Mantovani
fotografia Cesar Charlone
montaggio Daniel Rezende
scenografia Tulé Peak
musica Antonio Pinto, Ed Cortés costumi
Bia Salgado
produzione Andrea Barata Ribeiro, Mauricio Andrade
Ramos
distribuzione Mikado
durata 2h00m
Brasile, 2002
La trama: Cidade de Deus, un sobborgo di Rio, anni '60. Buscapé è un bambino che sogna di diventare fotografo e di fuggire così alla miseria, e ad un futuro di malavita, droga e violenza a cui sembrano destinati tutti i giovani del luogo. Il suo coetaneo Dadinho invece, ambisce al ruolo di criminale numero uno della favela. Due modi diversi di relazionarsi con la realtà e la criminalità del posto, due diverse aspirazioni per emergere in una società appiattita dalla violenza e dal bisogno di sopravvivere.
Il regista: Fernando Meirelles nasce a San Paolo nel 1955 e, ancora studente di Architettura, fonda con alcuni amici la casa di produzione "Olhar Electronico", con la quale firma alcuni video. Agli inizi degli anni '80 inizia a lavorare in TV e i suoi programmi e spot pubblicitari diventano famosissimi in Brasile. Nei primi anni '90 fonda una nuova casa di produzione, la "OZ Filmes", e firma insieme ad altri registi, vari corti e lungometraggi. City of God è la sua opera prima.
Il film: tratto dal
romanzo fiume autobiografico di Paulo Lins (600 pagine con oltre 300 personaggi,
100 storie diverse più o meno lunghe, alcune collegate fra loro, altre che
durano soltanto poche righe), City of God è uno dei film più
interessanti giunti fino a noi dalla ultima produzione cinematografica
sudamericana, sempre più fertile di nuovi talenti e autori. L'avanzata latina
degli ultimi anni è stata massiccia e ricca di film memorabili, come Central
do Brasil, Amores
Perros o Y
tu mama tambien, solo per citare i più noti, a confermare un ritrovato
spirito cinematografico che ha trovato onori e riconoscimenti internazionali.
Anche City of God ha iniziato la sua fortuna in un Festival
Internazionale, Cannes che ha saputo riconoscere al film merito e attenzione.
Girato nella vera Cidade de Deus, fra mille difficoltà, con sorprendenti attori
non protagonisti presi nelle strade, con cui il regista e la sua assitente Katia
Lund hanno lavorato fianco a fianco per ben sei mesi prima delle riprese, il
film attraverso un ventennio di storia, racconta le vicende di Buscapé, un
ragazzino nato e cresciuto in una favela brasiliana, che attraverso
l'osservazione della realtà circostante, riesce in una sorta di redenzione a
trovare una via di affermazione di sé diversa dall'autodistruzione della droga,
della prostituzione o della criminalità organizzata, verso cui tutti sembrano
inesorabilmente spinti dal bisogno di sopravvivere, o di vivere meglio.
Grazie al ritmo sorprendente dell'efficace montaggio di Daniel Rezende, che dona
al film un inizio travolgente attraverso il quale lo spettatore viene gettato a
capofitto dentro la storia, una regia frenetica, moderna, e una fotografia dai
toni caldi, spesso sopraesposta, che ci regala bellissime inquadrature, City
of God si presenta come un riuscito film-verità sul degrado e la
violenza che imperano nelle favelas di Rio, dove non esiste legge se non quella
del più forte, e dove la pistola è la carta d'identità di bambini cresciuti
troppo presto, spietati forse più degli adulti; il ritratto di un'epoca, di una città e della sua
gente non molto cambiate
nel corso degli anni, in un piccolo ma spettacolare film.
Candidato dal Brasile come miglior pellicola straniera agli Oscar 2003 (ma non
rientrato nella cinquina dei finalisti), City of God ha
sorprendentemente ricevuto quattro importanti nomination agli Oscar 2004 nelle prestigiose
categorie di miglior regia, sceneggiatura, montaggio e fotografia.