NO MAN'S LAND

regia di Danis Tanovic
con Branco Djuri, Rene Bitorajac, Filip Sovagovic, 
Georges Siatidis, Katrin Cartlidge
sceneggiatura Danis Tanovic
fotografia Walther van den Ende
montaggio Francesca Calvelli
produzione
Marc Bashet, Cedomir Kolar, 
Frédérique Dumas
distribuzione 01 distribution
durata 1h38m

Bosnia, 2001                                                                


La trama: Durante la guerra nella ex-Jugoslavia, il serbo Nino e il bosniaco Ciki si ritrovano intrappolati insieme in una trincea sulla linea di confine, fra i due fuochi contrapposti. Ciki ha con sé anche un compagno ferito e immobilizzato su una mina. Dopo l'iniziale scontro, alimentato dal rispettivo amor patrio per i loro Paesi, i due capiscono che per uscire vivi da quella "terra di nessuno" bisogna affidarsi al lavoro dei caschi blu dell'ONU, che sono nei paraggi. Ma qui inizia un'altra guerra, fatta di burocrazia e diplomazia politica che non porterà a nulla di buono.


Il regista: Danis Tanovic, giovane giornalista bosniaco, è qui alla sua prima opera cinematografica. In precedenza aveva realizzato solo documentari sulla guerra del suo Paese, sentendo in seguito l'esigenza di raccontare una storia sul conflitto; da questa necessità è nata l'idea del film.


Il film: Coproduzione europea fra Belgio, Francia, Bosnia, Slovenia, No man's land  ha visto fra i suoi produttori anche l'italiana Fabrica, che negli ultimi anni ha realizzato molti film di successo, vincendo svariati premi nei vari festival internazionali (Moloch, 17 anni, Il voto è segreto). Il film racconta in forma di farsa grottesca, cosa in cui i popoli slavi sono maestri, il conflitto nella ex-Jugoslavia, ed è pieno di momenti esilaranti di cui sono protagonisti i due soldati imprigionati. Il tono leggero e farsesco non nasconde però la vera anima del film, fondamentalmente un'opera di denuncia che si schianta contro le responsabilità, in primo luogo politiche, di tutte le guerre, accusando apertamente anche organismi di pace come l'O.N.U. e la stampa internazionale, e che emerge drammaticamente nel desolante e cinico finale. Il film è stato un successo di pubblico e critica in tutto il mondo, ed ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes, il Golden Globe e il premio Oscar come miglior film straniero, battendo sul filo del rasoio Il favoloso mondo di Amélie (in programmazione questo stesso mese).