ABOUT ELLY
regia Asghar
Farhadi
con Golshifteh
Farahani, Shahab Hosseini, Merila Zare'i,
Taraneh Alidoosti, Mani Haghighi, Peyman Moaadi
sceneggiatura
Asghar Farhadi
fotografia
Hossein Djafarian
montaggio Haydeh
Safi-Yari
scenografia
Asghar Farhadi
costumi Asghar
Farhadi
musica Andrea
Bauer
produzione
Asghar Farhadi, Simaye Mehr, Mahmoud Razavi
distribuzione
Mediaplex Italia
durata 1h59m
Iran 2009
La trama:
Un gruppo di ex compagni di università ormai adulti, si riunisce per un
finesettimana sulle rive del Mar Caspio, per festeggiare il ritorno in Iran di
uno di loro, da anni trasferitosi in Germania. All'insaputa di tutti gli altri
una delle componenti del gruppo di amici porta con sé la maestra della figlia,
Elly. L'intenzione della donna è quella di farla incontrare con l'amico tornato
dall'Europa, in profonda crisi dopo il fallimento del proprio matrimonio con una
donna tedesca.
Il regista: Nato
a Khomeini Shahr nel 1972, Asghar Farhadi è uno sceneggiatore e regista
iraniano. Dopo la laurea in teatro e arti drammatiche all'università di Teheran,
Farhadi inizia con la realizzazione di corti e la scrittura di sceneggiature
televisive e teatrali. Dopo varie regie televisive debutta al cinema nel 2003
con Dancing in the dust, seguito da The beautiful city ('04) e
Fireworks wednesday ('05). Nel 2009 realizza About Elly, il suo
quarto film che gli regala l'Orso d'argento per la regia a Berlino, seguito da
Nader e Simin, una separazione che nel 2011 sempre a Berlino vince l'Orso
d'oro.
Il film:
Definito da molti "Il grande freddo iraniano", About Elly è una
sorta di noir corale che vuole raccontare la generazione dei trenta/quarantenni
iraniani di oggi, divisi tra la modernità e i retaggi che li legano alle
tradizioni della loro cultura.
Quattro coppie di amici, ex compagni di università, si ritrovano con mogli e
figli per un fine settimana al mare. Una di loro ha in mente di far incontrare
l'amico Ahmar, appena rientrato dalla Germania con un matrimonio fallito alle
spalle, con Elly, la maestra di sua figlia. Questo l'incipit di una storia che
si dimostrerà ben più di un classico party conviviale.
Quarto film di Asghar Farhadi, giovane regista iraniano della nuova generazione,
lontano da quel cinema più classico che ormai quasi un ventennio fa ha portato
l'Iran alla ribalta dei più prestigiosi festival cinematografici internazionali,
grazie all'opera di registi considerati oggi maestri come Abbas Kiarostami,
Mohsen e Samira Makhmalbaf o Jafar Panahi, About Elly è
apparentemente un thriller misterioso che indaga sulla scomparsa di una persona,
ma che ci offre una doppia interpretazione della messa in scena, metafora di una
sottile e acuta critica verso i nuovi costumi e il pensiero "moderno" dei
persiani di oggi.
La feroce censura a cui tutti gli artisti in Iran devono sottostare e per cui il
già citato Panahi si trova in carcere (condannato a sei anni di reclusione e
bandito dal dirigere film, scrivere, rilasciare interviste per venti anni), è un
elemento che un cineasta iraniano non può non tenere in considerazione.
Conseguentemente Farhadi riesce in modo scaltro e sottile, attraverso il genere
noir in cui immerge il suo film, a nascondere dietro una intelligente ma amara
allegoria il suo aspro giudizio verso l'Iran di oggi che si finge moderno ed
emancipato, ma rimane legato indissolubilmente a valori e modi di pensare volti
al passato e da cui non riesce ma forse non vuole prendere distanza.
Sono principalmente i rapporti di coppia ad essere messi in primo piano da
Farhadi, quegli impercettibili meccanismi che regolano il divenire e il
progredire di un rapporto, in superficie aperto e moderno, ma sotto la maschera
di una finta apparenza combattuto fra rancori, sospetti, pensieri taciuti,
pregiudizi e tabù.
Non è quindi per caso se Ahmad, l'amico rientrato dalla Germania, cerca in primo
luogo il consenso degli amici più che quello di Elly stessa, o tutti gli altri
la approvano ma più per le sue qualità morali che per la sua bellezza, o il
presunto fidanzato si preoccupa molto del fatto che lei sia uscita con un altro
uomo e che gli abbia mentito, più che del fatto che sia svanita nel nulla. Ed
allo stesso modo tutti cercano la maniera per spiegare ai genitori della ragazza
che lei era lì, a passare un finesettimana fra sconosciuti senza aver detto loro
nulla, piuttosto che comunicar loro la sua scomparsa.
Bravissimi tutti gli attori, che compongono un cast molto ben costruito, a
passare attraverso le diverse anime del film che si dipana in parti molto ben
distinte fra loro. Da quella iniziale, gioiosa, scanzonata che ci mostra il
gruppo di compagni prepararsi in allegria a partire per il breve fine settimana
di vacanza, per continuare poi con il momento del dramma quando non c'è tempo
per riflettere perché tutto si può giocare in pochi minuti, fino a quello in cui
sono costretti a guardarsi veramente in faccia l'uno con l'altro, portando alla
luce le ambiguità, la diffidenza e le malsane supposizioni che realmente
aleggiano nelle loro menti.
Presentato in concorso al festival di Berlino 2009, il film ha vinto l'Orso
d'argento per la regia.
V.M.
versione per la
stampa