DONNE SENZA UOMINI

regia Shirin Neshat
con Shabnam Toloui, Pegah Ferydoni, Arita Shahrzad
Orsolya Tòth, Mehdi Moinzadeh, Mina Azarian

sceneggiatura Shirin Neshat, Shoja Azari
fotografia Martin Gschlacht
montaggio Cragg, Lambertz, Rabinowitz, Schertenleib, Wiedwald
musica Ryuichi Sakamoto costumi Thomas Olàh
scenografia Shahram Karimi, Katharina Wopperman
produzione Essential Filmproduktion
distribuzione Bim
durata 1h35m

Germania/Francia/Iran 2009                                                              
    
 

La trama: Tehran. Nell'estate 1953 un colpo di stato appoggiato dagli americani e dagli inglesi depone il Primo Ministro Mossadegh, democraticamente eletto dal popolo, riportando lo Shah al potere. Le storie di quattro donne si intrecciano fra loro sullo sfondo dei tumulti politici; Fakhri
è intrappolata in un matrimonio finito, Zarin decide di fuggire dal bordello in cui lavora, Munis è un'attivista politica sottomessa al fratello fondamentalista, mentre Faezeh è innamorata di lui.


La regista: Shirin Neshat è un'artista iraniana famosa soprattutto per il suo lavoro nella video arte e nella fotografia. Nata nel 1957 a Ghazvin, vicino Tehran, a diciassette anni si trasferisce negli Stati Uniti dove studia presso la Berkeley University of California. In tutti i suoi lavori la Neshat analizza i conflitti della cultura islamica contemporanea e il difficile ruolo della donna al suo interno. Prima di Donne senza uomini, il suo acclamato esordio al cinema, ha diretto moltissimi cortometraggi e videoclip.


Il film: Nell'opera prima di un'artista visiva conosciuta a livello internazionale al di fuori dei confini del suo paese natale, l'Iran, le storie di quattro donne di estrazione sociale e cultura diverse si intrecciano sullo sfondo dei tumulti politici che hanno travolto il paese mussulmano nell'estate del 1953, quando durante un golpe militare appoggiato da Stati Uniti e Inghilterra, il Primo Ministro Mossadegh democraticamente eletto, viene deposto e messo agli arresti, restaurando il potere dello Shah.
Ad ogni modo non soltanto film politico, Donne senza uomini  riesce ad andare oltre la barriera dei confini dettati dai generi cinematografici e al tempo stesso spicca come una storia di riscatto sociale, di solidarietà femminile, di raggiungimento di una felicità superiore, descritta in maniera molto personale, elegante, che sa affondare con garbo le radici nel mondo del sogno, della favola e della magia.
Gli eventi prendono atto durante un delicato e importantissimo momento della storia dell'Iran, per lo più sconosciuto a molti, che ha segnato una drammatica involuzione e battuta d'arresto nella democrazia e nella società del paese.
All'epoca infatti, il benvoluto dalla popolazione Mohammad Mossadegh, che era riuscito nel 1951 a nazionalizzare i giacimenti petroliferi iraniani, unica risorsa naturale del paese, ed a toglierli al monopolio degli inglesi, aveva portato democrazia e libertà nella società mussulmana iraniana. Mossadegh è ricordato per essere stato un esponente politico di elevata integrità morale, onestà e sincerità, e il suo governo l'unico veramente eletto democraticamente in un periodo in cui in Iran esisteva libertà di espressione, culturale, politica e religiosa. Dopo la caduta di Mossadegh e il ritorno dello Shah al potere, il paese è ripiombato nel fondamentalismo più radicale facendo enormi passi indietro sul piano delle libertà sociali, e catapultando la società iraniana indietro di millenni.
La regista Shirin Neshat sceglie di raccontare la sua prima storia al cinema sullo sfondo di questi cruciali e catastrofici eventi storici, trasfigurando il destino del suo paese nelle vicende e nelle sfortune di quattro personaggi femminili, lontani tra di loro per educazione, interessi ed estrazione sociale, che in cerca di fuga dalle miserie delle loro vite riusciranno a svincolarsi dalle loro catene ed a trovare indipendenza, solidarietà e conforto in un lussureggiante, esotico, mistico giardino fatato (metafora del Giardino dell'Eden), in cui ogni dolore svanisce per lasciar spazio ad una vita diversa, superiore, forse sospirata e immaginaria, ma reale non solo per lo spirito delle quattro eroine, ma anche per il sogno di libertà e democrazia dell'Iran stesso.
Attraverso la presa di coscienza delle quattro donne ed il compimento del loro destino, la Neshat racconta il tragico corso della storia del suo paese, quando le speranze di un'intera nazione e delle sue generazioni future furono soffocate nella repressione e nel sangue, le cui conseguenze sono evidenti ancora oggi (la Rivoluzione del 1979 fino al Movimento Verde del 2009, a cui la regista dedica il film).
Tratto dal romanzo omonimo del 1989 di Shahrnush Parsipur (che nel film appare nel cameo della tenutaria del bordello), Donne senza uomini  rappresenta con coraggio quello che è stato di un paese che ha visto le proprie aspirazioni di libertà soffocate dalla repressione dettata da interessi economici e politici. Un film coraggioso che con sofferta onestà non rinuncia a mostrare corpi nudi di donne, scene di sesso o realtà ostiche alla cultura iraniana repressiva odierna come quelle del bordello in cui lavora il personaggio di Zarin.
Girato ovviamente non in Iran ma in Marocco, a Casablanca, con attrici e attori iraniani di seconda generazione, tutti residenti in Europa, il film mostra con leggera eleganza, toni poetici e mistica trasposizione della realtà, un'Iran sconosciuto ai più, un paese dove le donne erano libere di scegliere se indossare il chador o vestire con abiti moderni, dove esisteva la libertà di pubbliche riunioni, di libere letture e libero pensiero.
Riconosciuto unanimemente come uno dei migliori titoli presentati in concorso a Venezia 2009, Donne senza uomini  ha vinto il Leone d'Argento per la miglior regia.
Il film non è mai uscito in Iran.
                                                                                                                       V.M.


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