20 SIGARETTE
regia Aureliano
Amadei
con Vinicio
Marchioni, Giorgio Colangeli, Andrea Iaia,
Carolina Crescentini, orsetta De Rossi, Mauro Pescio
sceneggiatura
Amadei, Trento, Romoli, De Biasi
fotografia
Vittorio Omodei Zorini
montaggio
Alessio Doglione
scenografia
Massimo Santomarco
costumi Katia
Dottori
musica Louis
Siciliano
produzione R&C
Produzioni
distribuzione
Istituto Luce
durata 1h34m
Italia 2010
La trama:
Aureliano è un giovane romano con il sogno del cinema. In attesa di
un'opportunità, dirige filmini amatoriali nei centri sociali e fra il gruppo di
amici. Un bel giorno il regista Stefano Rolla, gli propone di fargli da aiuto
per un film che girerà in Iraq, prodotto dalla stessa madre di Aureliano. Al
settimo cielo e contro il parere di amici e parenti, il giovane prende un volo
per Baghdad ma il giorno dopo il suo arrivo, si troverà fatalmente nella base
militare di Nasiriyya.
Il regista: Aureliano
Amadei nasce a Roma nel 1975. Inizia come attore a cinque anni per la
televisione. Dopo il liceo si trasferisce a Londra dove studia recitazione e
lavora in teatro. Rientrato in Italia recita in film come
Il talento di Mr.
Ripley ('99), I cavalieri che fecero l'impresa ('01), La
rivincita di Natale ('04), mentre prosegue la sua attività in teatro, dove
nel 2001
debutta come regista nello spettacolo Unamunda. Inizia
inoltre un'attività di documentarista per la televisione. Dopo il coinvolgimento
nell'attentato di Nasiriyya, ha scritto il libro 20 sigarette a Nasiriyya,
da cui ha tratto il suo primo lungometraggio.
Il film:
L'attentato di Nasiriyya del novembre 2003 è stato per molti italiani un brusco
risveglio alla realtà, un evento diventato immediatamente mediatico prima che
drammatico che ha in un certo senso aperto un varco verso una verità che fino a
quel momento forse ci era stata nascosta o che molti non avevano voluto vedere.
Fino a quel 12 novembre 2003 ci hanno fatto credere che l'Italia non era in
guerra, che i soldati italiani in Iraq non erano in prima linea, che quei
soldati facevano solo del bene e che erano benamati dalla gente, forse per
rimanere fedeli all'immaginario dell'italiano "brava gente" amato ovunque nel
mondo e riconosciuto da tutti come un amico fraterno. Sappiamo tutti oggi che le
cose non stavano così e che l'Italia, al pari degli altri paesi che avevano
appoggiato Stati Uniti e NATO nell'attacco a Saddam Hussein, nel momento in cui
aveva sottoscritto quel trattato era ufficialmente entrata in guerra.
Chissà se quei diciannove morti ne erano consapevoli, chissà se a quei
diciannove uomini era stato detto che le difese nel campo di Nasiriyya (eretto
nel centro della città, senza alcun sbarramento lungo la via d'accesso) non
erano sufficienti per frenare un possibile attacco, per giunta previsto ed
atteso a breve dall'establishment delle forze degli agenti segreti.
E' stato un brusco risveglio quel 12 novembre 2003 e il bellissimo film di
Aureliano Amadei è un fedele resoconto dei fatti umani più che militari o
politici che presero atto quel terribile mattino d'autunno.
Unico sopravvissuto civile italiano all'attentato, Aureliano Amadei era lì quasi
per caso, ed arrivato in Iraq da un solo giorno, giusto il tempo necessario per
fumare appunto, venti sigarette.
All'epoca Amadei era un giovane sinistroide e antimilitarista, proveniente da
una benestante famiglia borghese romana, i cui genitori erano "ex hippies che
hanno finito per convogliare tutte le esperienze accumulate nei tanti viaggi in
giro per il mondo, semplicemente in un amore per la bella vita"
(dichiarazioni del regista, ndr). Aureliano aveva ventotto anni ed un passato da
attore con la passione per la regia. L'occasione si era manifestata quando
l'amico di famiglia Stefano Rolla gli propone di fargli da aiuto regista per uno
sceneggiato che avrebbe girato in Iraq, per raccontare il lavoro svolto per la
popolazione locale dai soldati di stanza nella base militare di Nasiriyya. Il
giovane accetta con entusiasmo malgrado il parere contrario della famiglia e
dell'amica del cuore Claudia, e parte verso il suo destino.
Il giorno dopo il suo arrivo in Iraq, durante il primo sopralluogo nella base
militare, gli eventi lo mettono al centro della Storia con la S maiuscola. Unico
sopravvissuto dell'intera troupe cinematografica, Amadei uscirà da questa
esperienza dopo due anni di ospedale, dieci interventi chirurgici, centinaia di
schegge nel corpo, zoppo e quasi sordo ad un orecchio.
Durante i lunghi mesi della convalescenza, i ricordi dell'attentato tornano alla
mente del futuro regista come singole immagini, flash della memoria istantanei e
fissati in precisi momenti. Questi ricordi troveranno spazio nella pubblicazione
nel 2005 di un libro intitolato 20 sigarette a Nasiriyya, che trova
immediatamente un grande successo di critica e di pubblico. Da lì alla
trasposizione cinematografica il passo è stato naturale.
Così come il libro, il film non è una celebrazione di eroi, non è l'ennesima
parata ufficiale di fronte ad un dolore nazionale, ma è il resoconto di
un'esperienza intima e personale, è il racconto delle amicizie nate nelle poche
ore spese in Iraq con gli uomini che sono morti, il racconto delle loro
debolezze, dei loro desideri e della loro vera vita nel campo. 20 sigarette
è un film che parla soprattutto dell'esperienza personale, improvvisa, inattesa,
travolgente di un uomo qualsiasi di fronte ad un evento molto più grande di lui,
della paura enorme, immensa che ha provato, del dolore lungo e profondo che lo
ha torturato. E' un film fortemente emotivo, travolgente, che non lascia
possibilità allo spettatore se non quella di lasciarsi coinvolgere dalla storia
umana, personale del protagonista. Un film dal linguaggio unico, diretto, che
parla a tutti nello stesso modo, al di là di posizioni politiche o ideologiche.
Ma 20 sigarette è anche un film di rabbia, un film di denuncia
verso la strumentalizzazione della tragedia da parte dei media e della politica,
un grido di dolore che il regista lancia contro l'impotenza manifestata dalle
istituzioni, dimostratesi del tutto impreparate ad un attentato annunciato, e
contro tutti quei giornalisti che hanno alterato le sue dichiarazioni per
metterle al servizio di una voluta spettacolarizzazione retorica del dolore.
Coprodotto con un cospicuo budget anche da Rai Cinema e distribuito da Cinecittà
Luce, 20 sigarette è stato girato nell'estate del 2009 a Roma e per
due mesi in Marocco, dove è stata ricostruita fedelmente l'intera base di Nasiriyya.
La lunga, impressionante sequenza dello scoppio del camion carico di esplosivo è
stata girata totalmente in soggettiva e con lunghi piani sequenza, in modo tale
da coinvolgere maggiormente il pubblico con le sensazioni, il senso di
smarrimento e la paura provate in prima persona dal regista.
Fra le più apprezzate al Lido, la pellicola ha vinto il premio per il miglior film nella sezione Controcampo
Italiano a Venezia 2010, e il premio nella stessa sezione per l'intensa
interpretazione di Vinicio Marchioni, volto celebre del "Freddo" nella serie
televisiva Romanzo criminale.
V.M.
versione per la
stampa