RIFLESSI SULLA PELLE
regia Philip
Ridley
con Viggo
Mortensen, Lindsay Duncan, Jeremy Cooper,
Sheila Moore, Duncan Fraser, David Longworth
sceneggiatura
Philip Ridley
fotografia
Dick Pope
montaggio Scott
Thomas
scenografia
Andrea French
costumi Joanne
Hansen
musica Nick
Bicat
produzione
Dominic Anciano, Ray Burdis
distribuzione
Academy Picture
durata 1h39m
G.B. 1990
La trama:
Nel paesaggio rurale dell'Idaho degli anni cinquanta, il piccolo Seth vive con
curiosa spensieratezza i suoi nove anni. Quando
alcuni compagni del bambino scompaiono senza la minima traccia, la sua
fervida immaginazione lo convince
che la vicina di casa sia una vampira responsabile di queste sparizioni. Ma la
realtà è molto più atroce dell'immaginazione del piccolo che si rifugia sempre
più nel suo mondo fantastico per sfuggire un'incalzante consapevolezza.
Il regista: Philip
Ridley nasce a Londra nel 1964, studia pittura presso la St. Martin's School of
Art e comincia ad esporre subito in tutta Europa, ma ben presto si afferma come
scrittore. La sua prima novella risale a quando aveva sette anni, mentre a
diciannove pubblica il primo libro. Lavora molto per il teatro per cui
ottiene molti premi e riconoscimenti. Dopo due corti del '87 e '88, ottiene
molto successo per la sceneggiatura di The krays ('90) diretto da Peter
Medak. Riflessi sulla pelle, che scrive e dirige, ottiene undici premi
internazionali e viene inserito nella lista dei dieci migliori film dal L.A.
Times. Cinematograficamente poco prolifico, per il cinema ha realizzato soltanto
altri due film, Sinistre ossessioni nel 1996 e Heartless
nel 2010.
Il film:
Considerato alla sua uscita come uno degli esordi cinematografici più
abbaglianti della storia del cinema, a venti anni di distanza l'opera prima di
Philip Ridley ha mantenuto intatto nel tempo il suo altissimo valore artistico,
che negli anni ha contribuito a far acquisire al film ancor più fama e
considerazione, tanto che oggi Riflessi sulla pelle è considerato come una
mitica ma semi-dimenticata pietra miliare del nuovo cinema moderno.
Purtroppo infatti, pur essendo annoverato fra i film più interessanti di tutti i
tempi, Riflessi sulla pelle ha seguito il destino di altri capolavori
scomparsi del nuovo cinema internazionale (un titolo su tutti Toto le héros
di Jaco Van Dormael, altro gioiello prezioso svanito del 1991) e risulta ad oggi un
film introvabile per l'home video, poco visto dalle nuove generazioni e di
difficile reperibilità anche su pellicola.
Fra i più toccanti e lirici film sull'infanzia infranta e sulla perdita
dell'innocenza, al pari di altre meraviglie cinematografiche come Kes
di Ken Loach (1969) o I quattrocento colpi di Francois Truffault
(1959), Riflessi sulla pelle prende atto nell'America rurale dell'Idaho
arcaico e primitivo degli anni cinquanta, regolato da tradizioni e insegnamenti
antichi che si perdono in tempi remoti, e che agli occhi di un bambino appaiono
in tutto il loro misticismo, acuendo la percezione di mistero e di ambiguità di
leggende tramandate da generazioni.
Protagonista del racconto il piccolo Seth Dove, nove anni appena, che si perde
nella vastità dei campi di grano arsi dal sole e nell'immensità ancora più
smisurata della sua immaginazione di bambino, curioso verso tutto, monello
quanto richiede la sua età, ansioso di scoperte sempre più al centro del
suo interesse sconfinato.
Ma attorno a lui cominciano ad accadere fatti
inspiegabili, e i suoi compagni di giochi iniziano a sparire. E' a questo punto
che l'infinita fantasia del piccolo si erge a sua difesa, elaborando in maniera
inconscia scenari onirici, mitici, leggendari, densi dell'immaginazione pura e
limpida dell'infanzia, a mo' di protezione verso una realtà cruda e glaciale,
che a poco a poco tuttavia comincia a far capolino nella sua coscienza, in
procinto di dischiudersi verso una consapevolezza adolescenziale.
Fitto di simbolismi ed allegorie (il gioco dei cognomi dei protagonisti, Dove/colomba
e Blue/blu che sottolineano la purezza di spirito di Seth e Dolphin,
ma anche il neonato nel fienile, il fuoco, il finale al tramonto), Riflessi
sulla pelle ostenta un'eleganza e compiutezza di inquadrature che si
trasformano in quadri di incantevole bellezza visiva. L'occhio
del regista che spesso scruta i suoi personaggi da lontano, includendoli in
cornici formali che esaltano la bellezza degli spazi naturali, la fotografia
luminosa e scintillante di Dick Pope (fotografo prediletto di
Mike Leigh) che mette in
rilievo i cieli carichi di nubi scosse da un vento incessante e il mare
dorato di grano in perenne movimento, la musica potente, maestosa di Nic Bicat,
ineguagliabile sottofondo all'ineluttabilità degli eventi, in
perfetta in sintonia con le immagini, un finale indimenticabile,
straziante, accecante, di un fascino evocativo senza paragoni, costituiscono un
connubio di arti visive e recitative altamente ispirato, che confluiscono insieme in un risultato eccellente
ed elevatissimo.
Complessivamente il film ha vinto undici importanti premi internazionali fra cui
il Pardo d'Argento al Festival di Locarno del 1990.
Nel cast spicca un giovane Viggo Mortensen a inizio carriera, che apparirà anche
nella seconda pellicola di Ridley, Sinistre ossessioni.
V.M.
versione per la stampa