OASIS
regia Lee
Chang-dong
con Sol Kyung-gu, Moon So-ri, Ahn Nae-sang,
Ryoo Seung-wan, Chu Gui-jeong
sceneggiatura Lee Chang-dong
fotografia Choi Young-taek
montaggio Kim Hyun
scenografia Shin Jum-hui
costumi Cha Sun-young
musica Lee Jae-jin
produzione Myung Kaynam
distribuzione
Revolver
durata 2h10m
Corea del Sud 2002
La trama:
Hong Jong-du e Han Gong-ju sono due emarginati dalla società; lui è un ingenuo
sempliciotto mai cresciuto, appena uscito di galera, lei una paraplegica che non
ha contatti con nessuno, relegata in casa dalla famiglia. Entrambi fuori dal
mondo, incompresi e sfruttati dalle rispettive famiglie, si incontrano e si
amano, di un amore unico e alto che gli altri, i "normali", non
riescono a comprendere e rifiutano, facendo di tutto per separare i due inermi
amanti.
Il regista: Nato
a Daegu, Corea del Sud, nel 1954, Lee Chang-dong si laurea in lingua e letteratura
coreana nel 1980. Dopo la pubblicazione di vari romanzi diventa uno degli
scrittori emergenti della sua generazione. I primi contatti col cinema sono come
sceneggiatore, mentre la sua prima regia è Green Fish ('96), seguito da Peppermint
Candy ('99) che ottiene grossi riconoscimenti presso oltre 30 festival
internazionali. Dopo Oasis, sarà in concorso a Cannes nel 2007 con il suo
quarto film, Secret sunshine.
Il film:
La storia raccontata
in Oasis è quella di un amore totale, puro e tragico tra due
diversi, emarginati dalla società e rinchiusi in un mondo a parte, circoscritto
sia spiritualmente che tangibilmente nel piccolo rettangolo della camera da
letto di Han e nella
reclusione della cella di Hong. Il
regista ha voluto portare sullo schermo un aspetto della società moderna
coreana che, nella sua progressiva occidentalizzazione non sembra più avere spazio e attenzione per i diversi, dove omologazione e allineamento a
determinati standard, chiudono qualsiasi libertà di essere per chi, per
motivi e cause disparate, vive "fuori dal mondo".
Dice il regista: "La Corea, come tutta l'Asia, sta rapidamente
occidentalizzandosi. Le regole di vita cambiano e chi non si adegua viene
confinato dalla società. Per i più sono ribelli o alienati; per me sono
persone che nascono con le ali. Le uniche capaci di volare".
Al di là del suo aspetto antropologico legato all'attualità della società
coreana, il film acquistando un significato molto più universale, va oltre le
barriere di una nazione ed è capace di commuovere e trascinare con momenti di
puro cinema dove poesia, pathos e immagini di travolgente emozione ne rendono i fotogrammi indimenticabili e indelebili nella mente dello spettatore.
A portare questa alchimia di emozioni e sentimenti sullo schermo, due attori
sensazionali, Sol Kyung-gu e Moon So-ri, già protagonisti del
precedente film del regista e che, dando vita ad un amore viscerale, provato
nei corpi contratti dalla malattia mentale (eccezionale il lavoro fisico che i
due attori hanno saputo affrontare per costruire i personaggi), diventano
eterni e indimenticabili nell'immaginario cinematografico del pubblico.
Malgrado l'ambientazione spoglia e piuttosto povera del film, incorniciata nel paesaggio invernale
suburbano di Seul, Oasis ha beneficiato di un badget di circa tre milioni di dollari,
ed ha impegnato i membri della troupe in enormi sforzi produttivi. Ad esempio
per realizzare una scena, tutto lo staff del film si è mobilitato per trovare
quattrocento farfalle bianche, piuttosto rare in inverno, o ancora a causa di
una legge che vieta l'importazione di elefanti in Corea, un'intera scenografia
è stata smontata e trasferita in Tailandia per girare la scena della fantasia con
l'elefantino nella stanza di Han.
Per poter girare la scena in cui Hong balla con Han fra le braccia, tra le
automobili bloccate sulla sopraelevata Ch'ong-gye, nel cuore della capitale,
sono state coinvolte la Commissione per le Riprese Cinematografiche di Seul e la
Polizia Metropolitana e di Stato. Per la prima volta dalla sua costruzione la
sopraelevata è stata bloccata per un film, con oltre cento automobili che
appartenevano alla produzione, alla stampa e ai fan del club Peppermint Candy,
il popolarissimo precedente film del regista. Lee Chang-dong, dalla rinomata
meticolosità e pignoleria durante le riprese, ha dovuto girare in poco tempo
vista la particolarità del set, ma ha curato comunque tutti i dettagli, dalla
posizione in scena degli oltre cento veicoli in base al colore e alla grandezza,
al coordinamento tra l'apertura di una persiana e il suono dei clacson, in modo
da ricreare un'impressione di assoluto realismo.
Presentato in concorso al Festival di Venezia 2002, il film ha vinto il premio
per la Regia, il premio Mastroianni a Moon So-ri come miglior attrice
esordiente, il Premio della Critica Internazionale, il Premio Ecumenico e il
Premio Cinemavvenire.
Ha inoltre partecipato ai Festival Internazionali di Toronto, Vancouver, Londra
e Pusan.
V.M.
versione per la stampa