IRREVERSIBLE
regia Gaspar Noé
con Monica
Bellucci, Vincent Cassel, Albert Dupontel,
Jo Prestia, Philippe Nahon, Stéphane Drouot
sceneggiatura
Gaspar Noé
fotografia Benoit
Debie, Gaspar Noé
montaggio Gaspar
Noé
scenografia Alain
Juteau
costumi Laure
Culkovic
musica Thomas
Bangalter
produzione
Christophe Rossignon
distribuzione
Bim
durata 1h30m
Francia 2002
La trama:
Alex e Marcus sono una bella coppia parigina che vive intensamente la loro
giovane relazione. Sono rimasti in amicizia con Pierre, ex della donna,
con cui amano incontrarsi spesso. All'uscita da una festa a casa di amici, Alex
viene brutalmente aggredita e violentata da uno sconosciuto in un sottopassaggio
pedonale. Marcus e Pierre, accecati dalla rabbia e dalla sete di vendetta,
decidono di mettersi sulle tracce dell'aggressore in cerca di giustizia
sommaria.
Il regista: Figlio
del celebre pittore argentino Luis Felipe Noé, Gaspar Noé nasce a Buenos Aires
nel 1963. E' attivo in Francia come montatore, fotografo, sceneggiatore e
regista. Il suo primo corto è Tintarella di luna ('85), mentre debutta
nel lungometraggio con Carne ('91). Nel 1998 segue Seul contre tous.
Dopo Irréversible, dirige nel 2006 una parte del film collettivo
Destricted, seguito nel 2008 da un altro film collettivo 8. Con il
suo ultimo lungometraggio Enter the void ('09), è di nuovo in concorso a
Cannes.
Il film:
Irréversible perchè il tempo distrugge tutto, perchè certe azioni sono
irreparabili, perchè l'uomo è un animale, perchè il desiderio di vendetta è una
pulsione naturale, perchè la maggior parte dei crimini resta impunita, perchè la
perdita della persona amata distrugge come un fulmine, perchè l'amore è una
fonte di vita, perchè la storia è tutta scritta con lo sperma e con il sangue,
perchè le premonizioni non cambiano il corso delle cose, perchè il tempo rivela
tutto il peggio e il meglio.
Sembrano non esserci parole più adatte di quelle dello stesso regista Gaspar Noé
nell'offrire un'interpretazione, breve ma accurata, di quello che viene
rappresentato e custodito nelle immagini di un film di rara preziosità, divenuto
in pochi anni epocale.
Presentato a Cannes il 23 maggio 2002, nell'ultimo giorno del concorso,
Irréversible si è subito assestato fra quei film da cui, nel bene e
nel male non si prescinde, di cui è impossibile non parlare, su cui è
impossibile non prendere una posizione. Sinuoso, elegante, vorticoso, allo
stesso tempo ostico, violentissimo, sfacciatamente iperrealistico,
Irréversible è un'opera che non lascia indifferenti e non si lascia
guardare passivamente. In un modo o nell'altro imprime nella memoria un segno
permanente.
Poche ore nella vita di una coppia per passare dall'incanto del sentimento
amoroso alla follia dell'irreparabile. Poche ore di una notte adrenalinica e
cruenta per assaporare i sentimenti e gli istinti umani più primordiali, per
rimanere stupiti di fronte all'irrazionalità della rabbia, all'irreversibilità
della violenza, all'impellenza della vendetta.
Da subito classificato come film-scandalo, Irréversible è un film
che si vanta nei suoi credits di aver causato l'uscita dalla sala di oltre
duecento persone delle circa duemilaquattrocento che assistettero alla prémiere
al Festival di Cannes. Film scandalo per vari motivi. Per la violenza
innanzitutto, rappresentata nel suo più agghiacciante realismo, per il legame
primordiale tra uomo e animale che mette in rilievo, per la mostruosità
mostrata, istintiva della natura umana, per l'irreversibilità di alcuni
sentimenti, tramutati in istinti animaleschi. Un po' come The
addiction di Abel Ferrara, il film ci dice che l'uomo non può
prescindere dalla sua vera natura votata al male, e questo assunto fa di
Irréversible una pellicola fastidiosa, scomoda, ardua da accettare, in
quanto lucidamente vera.
Il film nel suo svolgersi compie una sorta di evoluzione, o meglio di
involuzione, iniziando con una prima parte insostenibile, cruenta, di una
violenza ripetutamente mostrata, estrema, non epurata, per allentarsi lentamente
e perdersi nella poesia, nella dolcezza, nella gioia e nell'estasi del
sentimento più alto, quello dell'amore. Prima che il tempo distrugga tutto.
La violenza così conclamata di Irréversible comunque, non è quella
da pop-corn dei blockbusters catastrofici americani, di fronte cui lo spettatore
rimane inerme, senza reazioni, ma piuttosto quella di una realtà quotidiana che
risiede intorno a noi, di cui sentiamo l'esistenza ogni sera al telegiornale,
quella che obbliga ad un'emozione, che costringe ad una risposta, che non lascia
indifferenti, ma piuttosto e cosa molto importante, crea un legame tra il film e
il suo pubblico, una dolente connessione emotiva, amara e pungente, ma solida,
indubbia e incontrovertibile nella sua verità.
Pensato e realizzato in pochissimo tempo, poco più di due mesi dall'idea nata a
tavolino dalle discussioni fra Noé, Cassel e la Bellucci e la fine delle
riprese, Irréversible parte da una sceneggiatura di sole tre pagine
dello scrittore/regista argentino, un canovaccio su cui è stata costruita
l'intera impalcatura di un film quasi completamente basato sull'improvvisazione
degli attori. Poco tempo vista anche la scelta stilistica molto ardua del
regista, e le difficoltà tecniche che ha richiesto per le riprese. L'intera
storia infatti, è raccontata al contrario, dalla sua fine al suo inizio, ed ogni
sequenza comincia nel momento in cui quella successiva nel racconto finisce. Il
film, che prende inizio con i titoli di coda, scorsi al rovescio dal basso verso
l'alto e termina con quelli di testa, è suddiviso in undici capitoli, ognuno
dei quali costituisce un piano sequenza senza stacchi di montaggio di durata
variabile, alcuni anche di quindici minuti. Gli attori, a parte accorgimenti tecnici
obbligati dalla peculiarità di alcune situazioni sceniche, hanno sempre recitato
a braccio, per lunghe riprese continue e senza tagli, impegnati in un lavoro
costruito insieme on stage, più vicino in effetti ad una rappresentazione
teatrale che cinematografica, la cui essenza risiede proprio nel costruire il
film taglio su taglio.
La personale visione filmica di Noé, che ama sinuosi, complessi
virtuosismi della macchina da presa e che predilige peculiari punti di vista da
cui riprendere la scena, ha contribuito ad accrescere la complessità tecnica
legata al momento delle riprese.
Il film è anche divenuto celebre per quella che ad oggi è considerata la scena
di stupro più cruda mai vista sullo schermo. Nove interminabili minuti, senza
stacchi, senza remore verso lo spettatore. Girata sei volte in due notti, è un
perfetto bilanciamento tra l'istinto recitativo dei due attori e uno studio
molto accurato dei movimenti da eseguire durante le riprese, preparato e
pianificato in precedenza, soprattutto per una questione di sicurezza per
l'attrice.
Durante i primi trenta minuti, i più duri per lo spettatore, le immagini sono
accompagnate da un sottosfondo musicale molto basso, quasi non udibile, mandato in
onda ad una frequenza di 28Hz simile a quella generata da un terremoto. Negli
esseri umani frequenze di tali entità possono causare nausea, vertigini e
malessere generale. Il suono è stato volutamente aggiunto al film per aumentare il disagio nel pubblico, e si pensa sia
stato fra
le cause del copioso abbandono della sala nel corso della prima parte del film,
durante le proiezioni pubbliche nei Festival di Cannes e San Sebastian.
V.M.
versione per la
stampa