BAARIA

regia Giuseppe Tornatore
con Francesco Scianna, Margareth Madè, Angela Molina,
Lina Sastri, Monica Bellucci, Vincenzo Salemme

sceneggiatura Giuseppe Tornatore
fotografia Enrico Lucidi
montaggio Massimo Quaglia scenografia Maurizio Sabatini
costumi Antonella Balsamo, Luigi Bonanno
musica Ennio Morricone
produzione Medusa
distribuzione Medusa
durata 2h30m

Italia 2009                                                              
    
 

La trama: La storia di una famiglia siciliana raccontata attraverso tre generazioni dagli anni trenta agli anni ottanta, ripercorrendo i desideri, i dolori e le speranze di un'intera comunità. Dal capostipite Cicco, bracciante umile ma che ama la lettura, a suo figlio Peppino che sogna la scalata sociale e abbraccerà la politica, a sua moglie Mannina, donna semplice ma perno della famiglia che sarà sempre al suo fianco in tutti gli anni del loro matrimonio, fino ai loro figli.


Il regista: Tornatore nasce a Bagheria nel 1956, e già a sedici anni realizza spettacoli teatrali. Inizia come documentarista alla RAI nei primi anni ottanta, ed in seguito come aiuto regista per Giuseppe Ferrara in Cento giorni a Palermo ('84). Nel 1986 firma la sua prima regia, Il camorrista, e nel 1989 diventa famoso con Nuovo Cinema Paradiso, Gran Premio della Giuria a Cannes e Oscar come film straniero. Seguono Stanno tutti bene ('90), Il cane blu, episodio del film collettivo La domenica specialmente ('91), Una pura formalità ('94), L'uomo delle stelle ('95) con cui è di nuovo candidato all'Oscar, Lo schermo a tre punte (documentario del '95), La leggenda del pianista sull'oceano ('98), Malèna ('00), La sconosciuta ('06).


Il film: Cinquant'anni di storia d'Italia e di Sicilia racchiusi nei pochi minuti della corsa di un bambino mandato a comprare le sigarette, nei pochi minuti che passano prima che uno sputo  asciughi nella polvere sotto il torrido sole siciliano.
Questo il memorabile, emozionante incipit scelto dal regista di Nuovo Cinema Paradiso  per aprire e chiudere il suo ultimo e più personale lungometraggio, Baarìa, antico nome fenicio di Bagheria, città natale del regista.

Migliaia di comparse, centinaia di costumi, un anno di riprese, l'intero corso principale della città ricostruito in un set d'altri tempi in Tunisia, il guru della recitazione italiana rappresentato da decine di camei memorabili, due anni dal primo ciak all'uscita al cinema. Questi i numeri dell'ultimo grande kolossal italiano riecheggiante non solo del grande di cinema di un tempo, ma anche di mitologia, teatro e leggenda, e che il regista definisce piuttosto come una storia d'amore lunga cinquant'anni, una commedia dolce-amara come la vita, immersa nella passione civile, nel mito positivo della politica come era una volta, sentito dalla gente come un mezzo alto ed epico per poter cambiare in meglio la propria esistenza e quella della comunità.
Attraverso la storia di tre generazioni di una famiglia siciliana, il film si sviluppa come un moderno Malavoglia, raccontando dagli anni trenta agli ottanta fatti privati sullo sfondo della trasformazione di un'intera regione, figurativamente riflessa in quella di tutto il Paese.
Gli eventi si svolgono attorno alla figura principale di Peppino Torrenuova, che vediamo bambino negli anni trenta, figlio di povera gente costretto a lasciare ben presto la scuola per lavorare, appassionarsi alla politica che diventa la sua professione, e innamorasi di Mannina con cui è costretto alla tradizionale fuitina, per superare il disaccordo della famiglia di lei.
Come su un fondale teatrale agli eventi intimi della famiglia, fatti della nostra storia e costume nazionali come il regime fascista degli anni trenta, l'entrata dell'Italia in guerra nel 1940, lo sbarco degli alleati in Sicilia nel '43, il referendum per la Repubblica nel '46, la strage di Portella della Ginestra (1° maggio 1947), l'arrivo della televisione nel 1954, gli scontri armati contro il governo Tambroni nel '60, le riprese cinematografiche a Bagheria del film Il mafioso  di Alberto Lattuada ('62), la Sinistra rivoluzionaria nel '68, le elezioni politiche del '72, le riprese del film Tre fratelli  di Francesco Rosi nel 1981.
Privo di un plot narrativo tradizionale, Baarìa  si sviluppa come una lunga concatenazione di avvenimenti che vedono protagonisti di volta in volta personaggi secondari che emergono dalla folla per pochi minuti, a volte solo per poche inquadrature, a volte ripetutamente nell'arco di tutto lo svolgersi del film con la stessa, unica battuta, rubando quasi la scena ai due personaggi principali, per poi tornare repentinamente nel mare dell'anonimato. Degli oltre duecento personaggi che appaiono sulla scena, alcuni sono immaginari, altri invece giungono direttamente dai ricordi e dalle esperienze del giovane Tornatore. A dare volto a questa umanità infinita il meglio del cinema italiano in circolazione, attori e attrici che hanno dato la loro completa disponibilità al regista, anche per una semplice apparizione.
Fra i molti volti noti ricordiamo Raoul Bova, Aldo Baglio, Lina Sastri, Marcello Mazzarella, Leo Gullotta, Tony Sperandeo, Michele Placido, Monica Bellucci, Vincenzo Salemme, Luigi Lo Cascio, Gabriele Lavia, Enrico Lo Verso, Luigi Maria Burruano, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Nino Frassica, Beppe Fiorello, Laura Chiatti, Donatella Finocchiaro, Giorgio Faletti, Paolo Briguglia, Nicole Grimaudo, e la spagnola Angela Molina.
Nel ruolo dei due protagonisti principali invece, Tornatore ha voluto i volti sconosciuti di due giovani attori siciliani. Quelli di Francesco Scianna, con alle spalle piccole esperienze teatrali, televisive e cinematografiche, e dell'esordiente Margareth Madè, scelta fra centinaia di candidate dopo diciotto provini.
Girato in stretto dialetto baarioto, e doppiato in seguito dagli stessi attori in italiano con accento siciliano per il mercato al di fuori dalla Sicilia, Baarìa  è il personale tributo di Tornatore alla sua città, Bagheria, di cui crea nel film un'immagine epica, mitica e leggendaria. La Bagheria di Baarìa  e Giancaldo di Nuovo Cinema Paradiso  sono la stessa città e i due film sono uno il proseguimento dell'altro, testimoniando ancora una volta lo stretto legame del regista con la sua terra.
Il film è sorretto da un'intensa, meravigliosa ed emozionante colonna sonora firmata dal maestro Ennio Morricone, all'ottava collaborazione con il regista siciliano, che assume un ruolo fondamentale nel suggellare nell'immaginario filmico collettivo momenti unici di un cinema alto e lirico, capace di regalare emozioni sincere.
Baarìa  ha aperto il concorso del Festival di Venezia 2009 dove ha vinto il Premio Pasinetti, ed è stato candidato ai Golden Globes come miglior film straniero.
                                                                                                                                                                                   V.M.


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