TI AMERO' SEMPRE

regia Philippe Claudel
con Kristin Scott Thomas, Elsa Zylberstein, Laurent Grévill,
Serge Hazanavicius, Frédéric Pierrot, Claire Johnston

sceneggiatura Philippe Claudel
fotografia Jérome Alméras
montaggio Virginie Bruant
scenografia Samuel Deshors costumi Laurence Esnault
musica Jean-Luis Aubert
produzione Sylvestre Guarino, Yves Marmion
distribuzione Mikado
durata 1h57m

Francia 2008                                                              
    
 

La trama: Juliette esce di prigione dopo quindici anni e viene accolta nella famiglia della sorella minore Léa che vive a Nancy con il marito e le loro due bambine. Durante gli anni della pena di Juliette, le sorelle non hanno mantenuto contatti ed oggi sono pressoché due estranee. A poco a poco, grazie anche all'amore delle due nipotine, Juliette riuscirà comunque a rompere il muro di solitudine dietro cui si è rinchiusa, ed a ritrovare il legame spezzato anni prima con Léa.


Il regista: Scrittore, professore e regista francese, Philippe Claudel nasce a Dombasle-sur-Meurthe nel 1962. Inizia a scrivere romanzi e sceneggiature per televisione e cinema nei primi anni duemila. Nel 2003 vince il premio Renaudot per il romanzo Les ames grises, molto celebre in Francia, che è diventato in seguito un film. Ti amerò sempre  è la sua prima acclamata regia cinematografica.


Il film: Opera prima di un celebre scrittore francese, Ti amerò sempre (titolo italiano meno incisivo dell'originale Il ya a longtemps que je t'aime) è un film intimo e profondo che analizza in maniera intrinseca e molto partecipe la difficile rinascita del rapporto tra due sorelle, interrotto bruscamente anni prima, ma da un'analisi più ampia è un film che racconta la forza e la capacità delle donne di reagire ai mali della vita e di rimettere insieme i pezzi di esistenze spezzate.
Questo racconto di una relazione interrotta e distrutta dall'assenza, ricco di personaggi veri e psicologicamente molto ben rappresentati, si sviluppa attorno alla figura di due sorelle travolte in maniera improvvisa da un fatto drammatico che le ha allontanate, lasciando un segno indelebile in entrambe. Juliette, la maggiore, ha commesso un reato grave ed è finita in prigione per quindici anni, durante i quali ha interrotto completamente qualsiasi rapporto con la sorella più giovane Léa. Scontata la pena Juliette viene ospitata da Léa, ma le due donne dovranno imparare a conoscersi daccapo, come due sconosciute.
Le sorelle sembrano profondamente diverse l'una dall'altra, come diverse e divergenti sembrano le reazioni che hanno avuto conseguentemente al dramma che hanno vissuto. Mentre l'una è più fredda, cinica, distaccata, almeno apparentemente, l'altra pare riuscire a mantenere tutto all'interno dei binari della normalità, rimanendo amorevole, disponibile e bendisposta verso tutti, spinta dal desiderio di un'armonia che sappia riunire tutti i componenti della famiglia.
Ti amerò sempre  è un film che parla della facoltà che hanno alcune persone di rinascere dopo un trauma, della fragilità dell'essere umano e della sua capacità di rifarsi una vita, anche quando volontà, disponibilità e sensazioni sembrano volere esattamente l'opposto. Tutto questo analizzato attraverso la difficoltà di comunicare.
Juliette è una donna segnata, per sempre, e questo segno profondo, lo si legge quasi fisicamente sul suo viso, nell'abissale, assoluta assenza del suo sguardo, allo stesso tempo pungente ed interrogativo. Juliette non parla ma sembra urlare attraverso l'azzurro dei suoi occhi fissi e persi nel tormento del suo sentirsi in colpa, del suo volersi punire. E' quasi un'aliena in un mondo di umani, distaccata ed assente. Dopo l'arresto si è chiusa in un mutismo assoluto e per quindici anni non ha pronunciato parola, anche durante il processo da cui sarebbe potuta uscire con una condanna più lieve, se solo avesse detto qualcosa a sua discolpa. Il suo dolore va oltre qualsiasi immaginazione, qualsiasi spiegazione, qualsiasi possibilità di comprensione. Juliette non vuole e non cerca l'aiuto di nessuno, è una donna che ha scelto di autopunirsi, imprigionata nel carcere della sua colpa da cui non riesce nemmeno a concepire una lontana possibilità di fuga.
La capacità di comprensione di Léa, la sua voglia di riscoprire una sorella che praticamente non ha conosciuto, insieme al calore di molte altre persone che Juliette imparerà a conoscere dopo l'uscita dal carcere, giocheranno un ruolo importantissimo nel lento ritorno alla vita di quest'ultima.
La regia di Claudel, sobria e contenuta, lascia totale libertà d'espressione al racconto stesso che si sviluppa in maniera naturale e fluida, permettendo allo spettatore di avvicinarsi al dramma dei personaggi dimenticandosi quasi della macchina da presa.
Dal film emerge potente e indimenticabile l'interpretazione di Kristin Scott Thomas, miglior attrice agli European Film Award e nominata ai Golden Globes e ai Bafta, che imbruttita e sciatta, colpisce il cuore dello spettatore con la profondità del suo sguardo gelido, attraverso il quale riesce a trasmettere tutto il tormento del suo personaggio.
Il film è stato presentato in concorso al Festival di Berlino 2008, ed ha vinto in numerosi festival prestigiosi fra cui come miglior film straniero ai Bafta.
                                                                                                                       V.M.


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