MACHAN

regia Uberto Pasolini
con
Dharmapriya Dias, Gihan De Chickera,
Namal Jayasinghe, Sujeewa Priyalal, Dharshan Dharmaraj

sceneggiatura Ruwanthie De Chickera, Uberto Pasolini
fotografia Stefano Falivene
montaggio Masahiro Hirakubo scenografia Errol Kelly
costumi Sandhiya Jayasuriya, Rob Navis
musica Stephen Warbeck, Lakshman Joseph De Saram
produzione Vithanage, Airoldi, Pasolini
distribuzione Mikado
durata 1h36m

Italia/Germania/Sri Lanka 2008
 

La trama: Colombo, Sri Lanka. Manoj e Stanley sono due amici che hanno un sogno in comune: poter un giorno avere il visto d'uscita per trasferirsi in Germania e iniziare una vita migliore. All'ennesimo rifiuto, pensano di aver trovato la soluzione leggendo di un torneo di pallamano che si svolgerà in Baviera. Ma per poter partire devono mettere su una squadra al completo, e poco importa se non hanno nemmeno la più pallida idea di cosa sia la pallamano!


Il regista: Nato a Roma nel '57, ma da sempre operativo in Inghilterra, Uberto Pasolini è principalmente un produttore cinematografico. Inizia la sua carriera nel cinema sul set di Urla del silenzio ('84) di Roland Joffè. Nel 1994 fonda la casa di produzione Redwave films, con cui produce Palookaville ('95) con Vincent Gallo e Full monty ('97), grande successo di pubblico e critica, con diverse nomination agli Oscar. Machan  è la sua prima regia.


Il film: Il debutto alla regia di un cinquantenne, italiano di nascita ma inglese d'adozione e di esperienza, dimostra come a volte il cinema italiano sappia essere veramente internazionale e parlare la lingua universale del cinema di qualità, raccontando una storia leggera ed amara allo stesso tempo, a ennesima dimostrazione che il sogno di un uomo (questa volta più di uno) può essere così forte da abbattere qualsiasi ostacolo.
Lo spunto per il film nasce da un fatto vero che il neo-regista legge casualmente su un giornale di Sydney. Un gruppo di ventitrè cingalesi, spacciandosi per i componenti della Nazionale di pallamano dello Sri Lanka, è riuscito a raggiungere la Germania per un torneo, e da lì a far perdere le proprie tracce. Da qui l'idea dell'allora ancora solo produttore Uberto Pasolini (nessuna parentela con il noto scrittore, ma comunque nipote di Luchino Visconti), di scrivere una sceneggiatura che raccontasse la storia di questi disperati, e successivamente di dirigere addirittura il film.
Da sempre appassionato della commedia all'italiana, Pasolini conferma la sua vena nostalgica per il Belpaese anche in questa sua prima regia. Non dimentichiamo infatti che il suo primo film come produttore, Palookaville, altro non era se non un grande omaggio a I soliti ignoti, e che il suo grande successo internazionale Full Monty, riecheggiava ad ogni inquadratura il grande cinema di De Sica, Monicelli e Risi. Non sfugge a questo paradigma Machan, che potremmo definire un moderno Ladri di biciclette  d'ambientazione esotica, ma dai toni molto più leggeri.
Godibilissima tutta la parte del reclutamento dei componenti della fantomatica squadra di pallamano, l'andamento lento e perennemente interrotto dei loro goffi allenamenti, la scelta molto sui generis della maglia ufficiale della squadra, tutto condito da una massiccia dose di vitale arte d'arrangiarsi.
Il regista getta lo sguardo, benché spassionato e leggero, su una delle più grandi questioni che attanaglia i governi occidentali di oggigiorno, quella dell'immigrazione dai paesi più poveri di migliaia di disperati che per motivi diversi lasciano i loro luoghi d'origine per cercare una vita migliore, e che oggi sono visti soltanto come scomodi "clandestini" da rispedire immediatamente al mittente.
Girato in dieci settimane nella vera baraccopoli di Colombo in Sri Lanka, con una troupe piccolissima, e con tutti attori non professionisti, il film riesce a farci sorridere e divertire, malgrado le motivazioni dei protagonisti alla fuga dal loro paese siano molto serie, e non manchino momenti di triste faccia a faccia con la realtà.
Presentato a Venezia 2008 nella sezione Giornate degli Autori, Machan  è stato uno dei più apprezzati film italiani visti al Lido.
                                                                                                                      V.M.


versione per la stampa