COVER BOY

regia Carmine Amoroso
con Eduard Gabia, Luca Lionello, Francesco Dominedò,
Luciana Littizzetto, Chiara Caselli, Gabriel Spahiou

sceneggiatura Carmine Amoroso
fotografia Paolo Ferrari
montaggio Francesca Calvelli, Luca Manes
scenografia Biagio Fersini costumi Alessandro Bentivegna
musica Marco Falagiani
produzione Augusto Allegra, Giuliana Gamba, Arturo Paglia
distribuzione Istituto Luce
durata 1h37m

Italia 2006
 

La trama: Michele ha quarant'anni e lavora come precario presso un'impresa di pulizie della Stazione Termini di Roma. Per arrotondare lo stipendio subaffitta un letto della sua misera casa al giovane romeno Ioan, appena arrivato in Italia. Il rapporto di diffidenza che si instaura fra i due, poco a poco si trasforma in un sodalizio che diventerà una forte amicizia. Entrambi vittime del lavoro nero, i due uomini sognano di aprire un ristorante sulle rive di un fiume.


Il regista: Carmine Amoroso nasce a Lanciano nel 1963 e ventenne si trasferisce a Roma dove si laurea in lettere con una tesi su Pier Paolo Pasolini. Studia alla scuola di drammaturgia di Eduardo De Filippo e realizza per la Rai due documentari. E' aiuto regista per diversi registi di fama come Nanni Loy, Lina Wertmuller e Mario Monicelli e collabora come sceneggiatore con Ugo Pirro e Suso Cecchi d'Amico. Nel '92 firma la sceneggiatura di Parenti serpenti  di Monicelli e nel '96 scrive e dirige il suo primo film, Come mi vuoi  con Monica Bellucci e Vincent Cassel.
Cover boy  è la sua seconda regia.


Il film: Uno dei più acclamati film italiani, presentato in oltre quaranta festival internazionali dove ha mietuto numerosi premi e già pronto per il pubblico da ben due anni, ha rischiato di non essere mai distribuito nelle sale italiane dove finalmente è uscito (in sole dieci copie) il
21 marzo 2008, senza alcuna pubblicità, trailer, cartelloni, e costruendo il proprio successo soltanto sul passaparola.
Già presentato a Venezia '06, Cover boy  come purtroppo molte altre pellicole italiane, ha faticato molto a trovare un distributore e solo grazie all'intervento dell'Istituto Luce è riuscito a vedere "il buio" della sala.
Scritto e diretto dall'abruzzese Carmine Amoroso, il film è una commovente storia di amicizia fra due uomini che vivono ai margini della società, del loro sogno impossibile, della loro permanente posizione di precari e della loro quotidiana lotta per la sopravvivenza. La storia di Michele e Ioan, un italiano e un romeno che il caso mette uno di fronte all'altro in un sotterraneo della Stazione Termini a Roma, due uomini che all'inizio non si piacciono ma che poi scoprono di avere molti punti in comune, che imparano a conoscersi e si permettono anche il lusso di un sogno.
Costato solo 350.000 euro, girato interamente in digitale, e portato a termine soltanto grazie alla perseveranza e all'ostinazione dell'autore, Cover boy  si districa nel difficile mondo del precariato italiano di oggi, racconta senza mezzi termini la cruda realtà quotidiana non solo di extracomunitari, immigrati clandestini e profughi politici, ma soprattutto di tanti italiani a cui non viene più offerto un lavoro vero da molto tempo, che passano da un contratto a progetto all'altro, ad uno a sei mesi, ad una sostituzione per malattia, per finire nelle liste degli interinali, per perdere infine anche quella ultima, sterile fonte di guadagno. A dare vita a questa disperazione il volto disincantato e spento di Michele (Luca Lionello), in cui si legge tutta la disillusione, la mancanza di fiducia verso le istituzioni, la definitiva rinuncia alla speranza e alla vita stessa. L'unica gioia, l'unica ragione per cui andare avanti la trova nell'entusiasmo e nella positività di Ioan (Eduard Gabia), che forse perchè scappato da realtà ancor più drammatiche di quella che ha trovato in Italia, scopre sempre qualcosa di buono anche nella peggiore delle  situazioni. Il disincanto da un lato e la speranza dall'altro costituiscono i due piatti della bilancia su cui si barcamena in bilico il fragile, delicato rapporto fra i due uomini, squassato continuamente dalla durezza della realtà e della burocrazia, ma capace a sprazzi di trovare il barlume di luce giusta per dare libero sfogo a passeggeri momenti di gioia e di spensieratezza, donati da piccole cose, come il mangiare insieme un piatto di spaghetti o un tuffo spensierato in un mare deserto.
La semplicità e l'universalità dei temi trattati, la bellezza e la poesia sprigionate dalle immagini, la malinconia disincantata e il fervore spirituale dei personaggi hanno fatto la forza di questo piccolo, bellissimo, struggente film, che dimostra quanto l'umanità possa essere ancora grande e dignitosa, seppur in una condizione di infimo isolamento.
Cover boy  è stato presentato in numerosi festival internazionali fra cui Rotterdam, Barcellona, Brooklyn, Mosca, Amburgo, Palm Springs, Syracuse, Durban, Transilvania International Film Festival, mentre in Italia lo abbiamo visto alla Festa del Cinema di Roma 2006, a Pescara, Torino, Grosseto, Sulmona, Legnano.
                                                                                                                     V.M.
sito del film: www.coverboy.it


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