FUNERAL PARTY
regia Frank Oz
con Matthew Macfadyen, Daisy Donovan,
Ewen Bremner,
Peter Dinklage, Keeley Hawes, Peter Egan, Rupert Graves
sceneggiatura Dean Craig
fotografia Oliver Curtis
montaggio Beverly Mills
scenografia Lynne Huitson
costumi Natalie Ward
musica Murray Gold
produzione Phillips, Stallings, Malkin,
Kimmel
distribuzione Mikado
durata 1h30
G.B. 2007
La trama: Una
famiglia inglese si ritrova nella casa di campagna per il funerale del capostipite. Mentre malumori sopiti
e rivalità malcelate si fanno sempre più evidenti, un ospite inatteso getterà scompiglio
nella piccola comunità riunita, trasformando un momento solenne in una baraonda
colossale.
Il regista: Frank
Oz, nato a Hereford, Inghilterra, nel 1944 da una famiglia di burattinai ebrei
polacchi, a cinque anni si trasferisce in America con i genitori. Segue le
orme paterne e lavora come burattinaio per il celebre Jim Henson. Collabora come
coordinatore di pupazzi animati a film come Labirinth e la saga di
Guerre stellari, dove è stato anche doppiatore. Come attore è apparso in
piccoli ruoli in Un lupo mannaro americano a Londra e The Blues
brothers. Esordisce come
regista nel 1983 con il film Dark Crystal. Fra i suoi undici
lungometraggi ricordiamo I Muppets alla conquista di Broadway
('84), La piccola bottega degli orrori ('86), Tutte la manie di Bob
('88), Moglie a sorpresa ('92), In & Out ('97), Bowfinger
('99), La donna perfetta ('03).
Il film:
Frank Oz,
regista inglese di nascita ma americano d'adozione, torna nella sua patria natia
travolgendo le ingessate impalcature familiari anglosassoni con un film
incredibilmente scorretto, un torrente di umorismo nero di travolgente comicità
e indomita irriverenza.
La famiglia spesso raccontata nella cinematografia inglese come intrappolata in
convenzioni sociali inossidabili, come in tutto il cinema di Ivory ad esempio (non a
caso un
altro americano), o attraverso la lotta quotidiana del (soprav)vivere, come nel cinema
di Loach o di Leigh, oppure attraverso la commedia appannata da un velo di
realismo (Grazie Signora Thatcher, Trainspotting, Full Monty),
trova nel film di Oz lo sfogo necessario e irruente per essere raccontata senza
alcun sospetto di falso buonismo o aplomb politically correct, travolgendo lo
spettatore con una comicità assoluta che non risparmia nessun aspetto
tradizionale della famiglia intesa come istituzione sociale, ma la distrugge in
ogni sua forma, trasformandosi in una farsa macabra dei sentimenti e dei
rapporti interfamiliari.
La storia è quella di un'integerrima e apparentemente felice famiglia
della borghesia inglese, che si trova riunita in un bellissimo giorno di primavera nella
splendida, antica magione di campagna, per celebrare le esequie del patriarca,
improvvisamente passato a miglior vita. La vedova, i due figli, la nuora e
diversi altri parenti più o meno vicini, si ritrovano insieme dopo molto tempo,
ma quello che dovrebbe essere un momento mesto e di riflessione sulla caducità
della vita si trasforma ben presto in una serie interminabile di imbarazzanti ed
imprevisti avvenimenti, che faranno affiorare rancori nascosti, gelosie represse
e meschinità di ogni tipo, da lungo tempo sepolte nel perbenismo della famiglia.
Il film, da commedia sull'esorcizzazione del dolore, si trasforma ben presto in
commedia nera e di lì a breve in una divertentissima farsa grottesca, portando
alla luce gli aspetti più meschini dei rapporti umani, ma con humor, battute
esilaranti e situazioni così assurde che fanno letteralmente "morire" dal
ridere.
Funeral party è un film corale che vede co-protagonisti una serie
di eccellenti attori, capaci di regalare con le loro interpretazioni
caratterizzazioni uniche che come tasselli di un puzzle vanno ad incastrarsi gli
uni con gli altri, nel disegnare il quadro del disfunzionale gruppo familiare.
Non tutti famosi, fra di loro ricordiamo Matthew MacFadyen (Orgoglio e
pregiudizio), il fratello maggiore e nuovo capofamiglia, Rupert Graves (Il
danno), il fratello più giovane, cinico e di successo, Peter Vaughan (Quel
che resta del giorno,
The others), celebre
attore inglese attivo da più di quarant'anni che interpreta il vecchio zio, Ewen
Bremner, mai dimenticato imbecille in Trainspotting, qui in un ruolo
simile e il "piccolo" Peter Dinklage, caratterista americano, fortemente voluto
dal regista, nel ruolo dell'ospite inatteso.
Una curiosità: Matthew MacFadyen e Keeley Hawes, moglie e marito nel film, lo
sono anche nella vita.
Il giovane sceneggiatore Dean Craig, ha iniziato come consulente a Londra del
produttore americano del film Laurence Malkin, per cui leggeva sceneggiature, ed
ha preso spunto per la stesura della sceneggiatura di Funeral party
da alcuni fatti imprevisti ed imbarazzanti accaduti durante il funerale di suo
nonno qualche anno prima. I due produttori principali del film, Malkin e Share
Stallings raccontano di aver letto la sceneggiatura di Craig in aereo, durante
due viaggi separati, e presi entrambi da irrefrenabili risate sono stati
guardati male dagli altri passeggeri e membri dell'equipaggio che li credevano
non completamente sani di mente.
In concorso al Festival di Locarno 2007, Funeral party ha vinto il
premio del pubblico come miglior film.
V.M.
versione per la
stampa