LO STATO DELLE
COSE
regia Wim Wenders
con Patrick Bauchau, Paul Getty III,
Viva Auder, Samuel Fuller
Isabelle Weingarten, Rebecca Pauly, Jeffrey Kime
sceneggiatura Wim Wenders
fotografia Henri Alekan
montaggio Barbara von Weiterhausen,
Peter Przygodda
scenografia Zé Branco
costumi Maria Gonzaga
musica Jurgen Knieper
produzione Road Movies Film Produktion
GMBH,
Wim Wenders Produktion
durata 2h00m
Germania 1982
La trama: Una
troupe cinematografica rimane senza soldi né pellicola sulle spiagge di Lisbona,
mentre il suo produttore sparisce senza lasciare traccia. Nell'attesa che
succeda qualcosa, attori e tecnici devono riempire il tempo che sembra non
passare mai e aspettano invano che il produttore ricompaia con dei finanziamenti
per poter terminare il film.
Il regista: Wim
Wenders nasce a Dusseldorf nel 1945 ed è considerato uno dei maggiori registi
tedeschi contemporanei. Il suo primo film è Summer in the city del
1971. Fra i suoi lungometraggi, molti considerati pietre miliari del cinema,
ricordiamo Alice nella città ('73), Nel corso del tempo ('75),
L'amico americano ('77), Paris, Texas ('84), Il cielo sopra
Berlino ('87), Fino alla fine del mondo ('91), Buena Vista
Social Club ('99),
The Million
Dollar Hotel ('00), L'anima di un uomo ('03), La terra
dell'abbondanza ('04), Non bussare alla mia porta ('05).
Il film: A volte un
capolavoro, il film di una carriera per cui si verrà ricordati per sempre e che
segnerà il comune senso cinematografico da lì a venire in maniera universale,
nasce per caso, a seguito di particolari momenti di crisi personale e privata.
Questa è la genesi de Lo stato delle cose, film epocale di Wim Wenders
che ha condizionato il modo di fare cinema, di interpretare il significato della
parola cinema riferito alla realtà che si impone di fotografare.
Nei primi anni ottanta Wenders era un giovane regista con all'attivo già una
decina di film, piuttosto apprezzato per le sue produzioni personali e
ricercate, tutte realizzate in Europa, che si ritrova negli Stati Uniti alle
prese per la prima volta con una grande produzione americana; il film era
Hammett, prodotto dalla Zoetrope di Francis Ford Coppola, la cui lavorazione
tormentata e faticosa, che si protraeva già da qualche anno, aveva reso i
rapporti fra il regista e il produttore tesi e conflittuali. Le riprese si
fermarono per circa un anno durante il quale il regista riflette sull'attuale
situazione del cinema contemporaneo e delle profonde differenze fra cinema
europeo e cinema americano.
Lasciata New York e rifugiatosi a Zurigo dove
intanto comincia a scrivere un progetto che non verrà mai realizzato, Wenders
viene a conoscenza del fatto che la troupe cinematografica di Raoul Ruiz,
impegnata in Portogallo nelle riprese del film Le territoire ('81), si
trova in gravi difficoltà economiche e rischia di rimanere senza pellicola per
continuare le riprese. Il regista che aveva qualche rullo di pellicola nel suo
studio di Berlino decide di fare una tappa in Portogallo prima di tornare negli
Stati Uniti, per visitare il set, vedere l'attrice Isabelle Weingarten che
recitava nel film, sua compagna all'epoca, e portare con sé la pellicola. Fra i
boschi di Sintra, nei dintorni di Lisbona, Wenders trova una troupe di pochi
attori e tecnici che lavorava serenamente, senza alcuna pressione ed in maniera
del tutto libera e creativa, lontanissima dai mille problemi quotidiani della
megaproduzione da 200 e passa impiegati che lo attendeva in America; il loro
unico problema era la mancanza di soldi.
Il regista, folgorato dal clima di fratellanza e di comunione creativa del
gruppo, decide di prolungare il suo soggiorno e durante vari sopralluoghi nei
dintorni, scopre un hotel sulla spiaggia, abbandonato e semidistrutto da una
tempesta l'inverno precedente. Da lì nasce la necessità impellente di girare un
film in quei luoghi, improvvisato con gli stessi attori e tecnici del film di Ruiz, che accettano senza remore. Dopo circa un mese, trovati i finanziamenti
per il suo film, Wenders è di nuovo sulle spiagge di Lisbona pronto a girare,
con lo stesso gruppo de Le territoire, appena terminato.
Film nel film, dettato dall'impellenza di una necessità, fotografia perfetta dell'impossibilità del cinema di raccontare
il reale, Lo stato delle cose è una riflessione profonda e
limpidissima sulle differenze fra cinema europeo e cinema americano, sul senso
di smarrimento e di vuoto di fronte ad una realtà sempre più forte che si
impadronisce del mezzo cinema e lo trasfigura.
Presentato al Festival del cinema di Venezia nel 1982, il film ha vinto il Leone
d'Oro.
V.M.
versione per la stampa