THE NEW WORLD
regia Terrence Malick
con Colin Farrell, Q'Orianka Kilcher,
Christian Bale,
Christopher Plummer, August Schellemberg
sceneggiatura Terrence Malick
musica James Horner
fotografia Emmanuel Lubezki
montaggio Richard Chew, Hank Corwin,
Saar Klein, Mark Yodhikawa
scenografia Jack Fisk
costumi Jacqueline West
produzione Sarah Green
distribuzione Eagle
durata 2h25m
Usa 2005
La trama: Il
capitano John Smith, al comando di oltre cento uomini, approda nel 1607 con tre
navi inglesi, sulle coste dell'ancora inesplorata Virginia. Fatto prigioniero
dalla tribù dei Powhatan, Smith viene salvato dalla principessa Pocahontas che
lo avvicina alla vita e ai costumi indiani e si innamora di lui, decidendo di
restare al suo fianco, disonorata e ripudiata dalla sua gente.
Il regista: Nato
in Illinois nel 1943, Terrence Malick ha avuto una vita piena di esperienze e di
interessi diversi. Cresce fra Oklahoma e Texas, è alunno prodigio all'università
di Harvard, vince una borsa di studio per quella di Oxford, ma non si è mai
laureato. Prima di diventare
sceneggiatore e regista è stato agricoltore, operaio nei pozzi petroliferi,
professore di filosofia e giornalista per Life e New Yorker.
Ha diretto pochi film ma tutti considerati pietre miliari del nuovo cinema
americano: La rabbia giovane ('73 - Miglior film al Festival di San
Sebastian), I giorni del cielo ('78 - miglior regia a Cannes, quattro
nominations e un Oscar alla fotografia) e,
dopo una parentesi di venti anni, La sottile linea rossa ('98 - Orso
d'Oro a Berlino e sette nominations agli Oscar). Molto
schivo, non rilascia interviste e non fa apparizioni pubbliche.
Il film: Uno dei
più misteriosi, grandi registi americani torna dopo otto anni con l'ennesima,
intima elegia della natura, raffinata, sottile orchestrazione d'immagini e suoni
racchiusi in una visione di cinema personalissima, che rende la sua arte
un'esperienza unica, solenne e stupefacente. Poesia e immagini, suoni e natura,
queste le caratteristiche della cinematografia di un regista che osa
l'impossibile, che rende la natura un'interprete, che riesce a filmare il vento,
racchiudendo lirica pittorica, contemplazione e fascino in tutte le sue
inquadrature, sempre in movimento, in mutazione continua, mai convenzionali.
Anche questo The new world, quarto film in 37 anni di carriera registica,
conferma il lume di un artista assolutamente non convenzionale, capace dopo due
film epocali come La rabbia giovane e I giorni del cielo, di
sparire per vent'anni, tracciando un solco invalicabile fra lui e l'industria
cinematografica hollywoodiana. Vent'anni in cui si è dedicato a viaggi in tutto
il mondo, a studio di filosofie antiche ed a progetti cinematografici misteriosi
e mai realizzati, come Q, film preistorico che abbandonò dopo l'uscita di
La guerra del fuoco di Annaud, o la storia di Joseph Merrick, il fenomeno
da baraccone inglese, la cui sceneggiatura a cui aveva lavorato per anni venne
cestinata quando Linch realizzò The elephant man, o altri film ancora,
alcuni abbandonati in fase di pre-produzione con star del calibro di Julia
Roberts e Tim Robbins già scritturati.
Anche il progetto de The new world è stato piuttosto travagliato,
in quanto risale già ai primi anni settanta. In questo film il regista affronta
uno dei momenti storici più significativi della storia americana, anche se
stranamente poco raccontato al cinema: lo sbarco nella incontaminata Virginia
del 1607 del capitano inglese John Smith e dell'incontro con la principessa
indiana Pocahontas e il suo popolo, del conoscersi di due culture lontane, del
diffondersi di una delle due comunità e della scomparsa inesorabile dell'altra.
Girato esattamente nei luoghi reali in cui si svolsero i fatti, il film cerca in
una maniera quasi maniacale di ricreare gli eventi e le atmosfere reali del
tempo, e per questo sono stati ricostruiti minuziosamente il forte, gli
accampamenti indiani e tutte le locations usando solamente materiali naturali
locali, e adottando soltanto tecniche di lavorazione dell'epoca. Un set
ricostruito a 360 gradi dove il regista e gli operatori potevano sentirsi liberi
di muoversi in completa autonomia, seguendo l'istinto naturale del momento.
Malick infatti non usa mai il consueto story board dove tutto viene disegnato
minuziosamente prima delle riprese, ma si abbandona al momento, mai pianificando
sulla carta un'inquadratura, riprendendo sempre con una leggera camera a spalla
sia gli ambienti che gli attori, anche a loro insaputa, per coglierne la
naturalezza e la spontaneità. Segue sempre il mutare della natura e degli
eventi, sposta un'inquadratura a seconda della posizione del sole, riprendendo spesso in
controluce e senza luci artificiali.
Gli attori che interpretano i nativi hanno dovuto seguire un intenso
addestramento in cui hanno appreso come muoversi in sintonia con la natura,
imparando a mimetizzarsi come animali, a ripetere i loro versi, ed a studiare la
ormai estinta lingua degli antichi indiani locali, l'Angonchino. Per le riprese
in mare sono state usate tre autentiche navi storiche, la Susan
Constant, la Godspeed e la Discovery, concesse alla produzione dal
museo della Jamestown - Yorktown Foundation.
Costato quaranta milioni di dollari il film ha avuto una lavorazione piuttosto
lunga (sei mesi), flagellata da condizioni
meteorologiche molto ostili; infatti alle piogge continue, all'umidità ed al
caldo torrido, si sono aggiunti sei uragani di cui uno persino in Inghilterra,
cosa che però è stata sfruttata a proprio favore dal regista, che ha saputo
catturare le avversità atmosferiche in momenti irripetibili su pellicola.
La parte finale ambientata in Inghilterra segna uno dei migliori momenti del
film, in cui gli splendidi costumi di Jacqueline West, le austere scene del
fedele scenografo Jack Fisk e la fotografia di Emmanuel Lubezki, creando un
connubio perfetto di arti cinematografiche, regalano allo spettatore un quadro
d'epoca impeccabile.
Nel film recitano i britannici Colin Farrell e Christopher Plummer, mentre nel ruolo della principessa indiana
troviamo la quindicenne Q'Orianka Kilcher,
losangelina di orini indiane e peruviane, alla sua prima prova cinematografica.
V.M.
versione per la stampa